La beffa dello scolmatore va in scena davanti al Tar
MARCO PREVE
LE GRANDI tubature in cui dovrà scorrere il Bisagno sono troppo strette
rispetto alla portata massima prevista? Niente paura, vorrà dire che
verranno riequilibrati i flussi della progettazione e l´acqua in eccesso
convogliata nel celebre scolmatore del Fereggiano.D´accordo, lo scolmatore
non c´è ancora, costa una marea di soldi e chissà se potrà accogliere una
quantità d´acqua maggiore di quella preventivata, ma sono dettagli.
Un cittadino genovese che ieri mattina si fosse trovato nell´aula del
Tribunale Amministrativo Regionale dove si teneva una delicata udienza
sull´appalto da 35 milioni per la realizzazione del cosiddetto secondo
lotto del Bisagno, ne sarebbe uscito con le idee piuttosto confuse circa
il progetto originale e la sua "elasticità".
I giudici del Tar devono risolvere una controversia, nata dal ricorso
delle imprese uscite sconfitte dalla gara d´appalto bandita dalla
struttura commissariale gestita dall´ex prefetto di Genova, Giuseppe
Romano.
Il Tribunale aveva affidato una consulenza a tre superperiti, i docenti di
ingegneria Roberto Passalacqua, Stefano Podestà e Giorgio Roth. Le loro
conclusioni erano state sorprendenti, evidenziando come lo stesso progetto
definitivo posto a base di gara contenesse degli errori. Per provare a
chiarire i dubbi i tre periti e i tecnici della struttura commissariale
ieri si sono confrontati in aula (presente anche l´ex prefetto Romano). Il
presidente del collegio Giuseppe Caruso ha sottolineato come, seppur non
strettamente legati al giudizio, i temi sollevati dai periti fossero
importanti perché riguardanti un´opera fondamentale per la sicurezza della
città.
Si è poi entrati nel vivo con i tre consulenti che hanno sottolineato come
la misura della sezione (la larghezza) delle canne laterali, contenuta nel
primo progetto, non corrispondesse a quella poi rilevata in altri atti.
L´ingegner Antonio Brencich, consulente del Commissario, pur riconoscendo
che inizialmente erano state indicate misure diverse ha sottolineato come
tutti i calcoli siano stati poi effettuati su quelle realmente previste
dal progetto. Il restringimento della larghezza delle canne comporta però
un innalzamento del flusso di acqua verso la sommità, dove le norme
prevedono un "franco" minimo di un metro.
Ma su questo margine di sicurezza è intervenuto il responsabile del
procedimento, l´ingegner Stefano Pinasco, dirigente del settore
idrogeologico del Comune. Pinasco ha spiegato come l´autorizzazione della
Provincia stabilisca che il "franco" debba essere «generalmente» (termine
ritenuto discutibile dal professor Roth) di un metro, prevedendo quindi
una deroga di alcuni centimetri. Pinasco ha quindi sostenuto che, qualora
questo "franco" dovesse ridursi ulteriormente, si potrebbe diminuire la
portata di 850 metri cubi al secondo stimata per il Bisagno, dirottandone
la parte in eccedenza sullo scolmatore. Particolare non secondario, lo
scolmatore, previsto come opera fondamentale per ridurre il rischio
alluvionale, oggi non esiste, non è neppure finanziato e le centinaia di
milioni di euro di costo preventivato potrebbero aumentare in caso dovesse
accogliere più acqua di quella inizialmente ipotizzata.
In estrema sintesi, ieri nessuno è stato in grado di garantire che davvero
la portata del Bisagno, con la nuova copertura sarà, come pubblicamente
annunciato, di 800/850 metri cubi al secondo.
Sempre ieri, l´ingegnere Brencich ha rivelato in aula un retroscena
inedito dell´alluvione del 2011: la furia del torrente, impattando contro
l´inizio del primo lotto già concluso, provocò una voragine sotterranea di
15 metri all´altezza della Questura. Prossima udienza il 23 gennaio.
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Forum Sinistra Europea Genova
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