Consiglio di MunicipioBassaValBisagno sul finir di luglio, praticamente monotematico.
Il Piano industriale di AMIU, come già illustrato in altri incontri, prevede una sostanziale crescita della raccolta differenziata a fronte di una prospettiva dettata anche dalla legge indirizzata al recupero delle materie e dei materiali.
L'A.D. di Amiu, invitato in Aula, presenta la cosa nuovamente, ribadendo alcuni concetti base, che cmq non hanno ricadute socialmente considerevoli a prescindere, bensì, come già detto dal prc, questo dipenderà da chi e xchè condurrà questa riconversione, se a farlo saranno la Città e i lavoratori oppure interessi e gruppi privati.
Sappiamo ora che AMIU viene sostanzialmente ceduta al mercato privato, tramite IREN, e dovrà render così conto ad azionisti anonimi, anzichè ai cittadini genovesi, di come e quanto incassa di utile e quanto distribuisce in dividendi, nn tanto invece se riesce e come a coprire un servizio (che andava sotto la dicitura di "Igiene Urbana!) e la sua qualità.
Ora, il nuovo paradigma che regge l'impianto di base della riconversione è che il rifiuto urbano e industriale è fonte di rinnovato reddito dato dalla sua trasformazione in materiale rigenerato o riciclato. Cio comporta assolutamente che alla fonte (dopo l'uso diventa rifiuto) questo venga al piu presto già un minimo differenziato, e che questa selezione cresca nei sucessivi passaggi.
Nel grosso del sistema la copertura dei costi è garantita dal Decreto Ronchi e la sucessiva creazione del Conai, che prevede un imposta apposita, ma per cio che riguarda le tonnellate di "rumenta" quotidiana e diffusa capilarmente sul territorio urbano prodotta dal "residenziale", e la necessità di recuperarla, allora la faccenda si complica.
"...la gente tarda a comprendere, chiediamo impegno..."
Questo breve passaggio del Amministratore delegato di Amiu, nell'illustrare la criticità prospettata, è chiarificatore a mio parere.
La gente tarda a comprendere... o ha già capito? mi sovviene.
Scusate, ma a me appare evidente che il mio differenziare e dividere, occupare spazi nella mia casa, aderire a orari e rispettare consegne, con tutto ciò che comporta alla mia quotidianità, è funzionale o meglio è fondamentale perchè gli anonimi azionisti possano dividersi degli "utili" a fine anno, costruiti sulla mia produzione di rifiuti consapevolmente suddivisi.
Inoltre continuerò a pagare una bolletta al mio Comune per il servizio, calcolata proprio in base alla quantità di materiale prodotto, reso "prezioso" dal mio intervento alla base della catena virtuosa.
Pare che abbiano trovato l'ennesimo sistema per estrarre plusvalore dalla nostra attività quotidiana, apparentemente improduttiva. Hanno trovato il modo di farci lavorare gratis qualche minuto tutti i giorni per Iren e i suoi azionisti.
Siccome siamo tardi e non capiamo come il "mercato" possa regolare x bene l'universo intero, allora è necessario che qualcuno, molto vicino a noi, ma che aderisca al progetto, ci suggerisca e ci guidi sulla strada opportuna, quella che vien bene per ottimizzare il profitto.
Qui entra in gioco il ruolo fondamentale del Decentramento.
L'Azienda chiede una serie di collaborazioni e sinergie ai Municipi e alle loro competenze, per coinvolgere e convincere gli Abitanti ed ottenere una decente percentuale di raccolta, che verrà misurata in "materiale" suddiviso, il tutto in buon stile "governance", soft e convincevole, contando appunto sulla "prossimità" del miniPalazzo ai cittadini, al quartiere...
Ovviamente se Amiu e il suo moderno Piano Industriale fossero destinati alla Città, divenissero un BeneComune la cui gestione fosse Pubblica e trasparente e la conduzione condivisa con i lavoratori, allora l'Istituzione di Prossimità sarebbe sì legittimata, anzi doverosamente coinvolta, nella propaganda e nell'affermazione diffusa della "raccolta differenziata" e di cio che ne consegue...
Ma così non è.
Allora i Municipi vengono così a trovarsi nella posizione in cui il lavoro e l'impegno a definire comportamenti e norme su di un territorio obbediscono anche a logiche ed interessi economici privati.
Almeno dal punto di vista etico, quella dell'Istituzione di prossimità, è una posizione ambigua.
Questo a me pare che si sia prospettato, questo mi pare si richieda alla Istituzione del Municipio, seppur con la miope scusante della promiscuità pubblico/privato, non piu sostenibile, e l'illusione del mondo pulito grazie ad un gesto responsabile...
Se così fosse allora, Azienda ed azionisti, riconosceteci questo gesto, che se vale ha un valore economico, monetizzatelo, e se volete la nostra "rumenta" già bella divisa, pagateci, in qualche modo.
Allora magari collaboreremo.
Diversamente restituiteci tutto, che è tosto l'ora, sapremo noi dar il giusto ed equo valore alle cose.
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