(l'intervento seguente è stato interrotto più volte, sino allo stop poco oltre la metà, dalla zelante presidenza del consiglio che ne ha rigidamente costretto i tempi in pochissimi minuti, censurando così le poche elaborazioni presenti in sala, tra cui la nostra, confidando che il poco tempo a disposizione dei consiglieri tenesse lontano possibili critiche... e il buon Doria non ha trovato certo poco compatibile con il pluralismo e la democrazia questo atteggiamento del Presidente, anzi ne ha colto i frutti, sigh!)
25 milioni, più 5 della regione, più un debito di 15 del comune, tutto x arrivare alla cifra minima necessaria, probabilmente sottostimata, x realizzare questo mini-scolmatore. Cosa ben diversa da quell'intervento previsto dal Programma di governo della coalizione: lo scolmatore del bisagno, x cui progetti e finanziamenti son già stati stabiliti da tempo. Il cui costo era stimato in 153 milioni dal progetto definitivo del 2008, più 100 milioni destinati alle opere generali di riqualificazione idraulica e paesistica dell'alveo e del bacino:
si tratta del progetto Technital, che indica il costo in 153.427.629 euro; nel marzo dello stesso anno, il Consiglio superiore dei LLPP da il suo assenso preventivo ad un progetto complessivo del costo di 230 milioni riguardante scolmatore più le opere citate.
Dopo l'alluvione del 2011, si parla sempre della cifra complessiva di 230/250 milioni e si comincia a parlare di un primo stralcio dell'ammontare di 120 milioni relativo alla prima tratta.
Su questo era l'intesa del Programma.
E su queste basi si sarebbe potuto procedere ad un effettivo primo lotto dei lavori, con 120 milioni a disposizione.
Ora quel che l'amministrazione propone si tratta di un'altra cosa, di un'intervento diverso nell'origine del finanziamento, nei costi e negli obbiettivi. E soprattutto nella reale effettiva utilità.
Viene proposta l'idea di convogliare il Fereggiano verso Cso Italia, attraversando il sottosuolo sconosciuto di un territorio vasto e in equilibrio assai precario, con un tubo dalle dimensioni ridotte, che non riceverà i due rii rovare e noce e rimarrà a se stante quando verrà costruito lo scolmatore del bisagno, in quanto non sarà funzionale a questo.
Sono diverse le criticità riscontrate nel progetto, che sarebbero da analizzare e approfondire.
Ad esempio la sottostima dell'apporto di meteriale solido trasportato dal fereggiano che andrebbe ad intasare la "presa" dello scolmatore. Vero che il fiume scorre tra i palazzi che, a parte i probabili futuri smottamenti e crolli, di solito non rilasciano materiale, ma è anche vero che i due rii che determinano il flusso del fiume scorrono a valle di ripide e franose pendici, dove si contano almeno una decina di grossi smottamenti e da dove tonnellate di pietre, terra, rocce e alberi vengono trascinate violentemente a valle dalle piogge. La piena del 2011 ha infatti alzato il livello del greto del fereggiano di almeno 50-70 centimetri: decine di tonnellate di legni e detriti sono stati in seguito asportati. Per non parlare di un'intero versante a picco costituito dai materiali di risulta della Cava e contenuto da muri costruiti negli anni 40. Ma queta è solo una delle problematiche non condivise nell'analisi con il territorio e la popolazione.
Rispetto al recupero dei Fondi necessari a quest'operazione, si fanno i conti della serva, 25 milioni di pianocittà (in realtà destinati alla riqualificazione urbana) ai quali si aggiungono soldi che non si hanno ancora, e sapendo che i costi aumenteranno si confida x lo + nella provvidenza...
A Genova si usa fare il passo che la gamba ci permette, e qui si va ben oltrte.
E con quale obbiettivo?
Evitare che il Fereggiano esondi.
Dimenticando l'intervento (14 milioni) della regione che ha appena finito di allargare l'alveo del fiume sino all'altezza di LargoMerlo, e quanto ciò sia stato determinante, prima nella fuoriuscita del rio a largoMerlo e poi della violenta pressione che ha determinato lo spumeggiare e la fuoriuscita del fiume in via fereggiano: dai tempi dei Romani sappiamo che la conduzione dell'acqua da un tubo grande ad uno piccolo ne moltiplica forza e pressione e da anni siamo consapevoli che l'alveo ed il franco idraulico consentiti al fiume sotto la copertura di via fereggiano siano insufficienti se non asfittici.
L'intervento proposto dal Comune raccoglierebbe le acque in quota a metà di via Pinetti... lasciando scoperto un lungo e pericoloso tratto, incurante che da lì in giù le diffuse violente fiumare, che si formano lungo le vie dove la regimentazione e la tombinatura per le acque bianche sono inesistenti, lo,.possano precipitare a valle (largo merlo) ed allagare l'allagabile, così lungo via fereggiano sino a corso sardegna: ricordiamo come ben prima che il fiume esondasse le situazioni di pericolo erano ecclatanti, con bus fermi e strade allagate, tanto che la forza dell'acqua in strada ha divelto i muretti d'argine facendoli crollare all'interno del fiume alimentando la portata dello stesso con un buon contributo in materiale solido (auto, moto, cassonetti, massi e rocce)
Quindi a mini-scolmatore realizzato Il risultato per la popolazione e sul territorio non sarebbe molto diverso da ciò che è già successo, purtroppo.
Sappiamo che per risolvere questa drammatica situazione occorre attuare il piano di bacino, compreso il grande scolmatore. Sappiamo che l' intervento oggi discusso non va in quella direzione. Sappiamo che un'operazione di questo tipo ha come obbiettivo prioritario la possibilità di "vendersi", per buone, le aree interessate dal problema e da questo vincolate, in primis l'ex mercato. E' un illusione il risanare centinaia di situazioni esasperate tramite un azzardo che vede poche possibilità di riuscita, con i finanziamenti messi in gioco: i costi son destinati ad aumentare con le criticità in corso d'opera, che già s'intravedono.
Del resto anche nella recente Conferenza dei Servizi i pareri erano discordanti, tanto che l'Ente che più ha competenza e conoscenza delle problematiche, la Provincia, si è espressa criticamente in loco e addirittura sui giornali.
Da tempo proposte alternative al mini-scolmatore , queste si, previste dal piano di bacino vengono elaborate da un ampio fronte di dissenso in cui esponenti di differenti realtà ne condividono la natura. Di fatto l'amministrazione le ha sottovalutate sino ad oggi.
Essenzialmente affermiamo che un risultato maggiore per il risanamento della valle del fereggiano lo si possa ottenere proseguendo l'intervento iniziato dalla regione con l'allargamento dell'alveo:
Proseguire l'allargamento oltre largo merlo, raddoppiando la portata del torrente sia in via fereggiano che in via monticelli, e permettere l'affluenza al bisagno modificandone lo sbocco in questo.
Non ci sono impedimenti evidenti, sotto a quelle strade il fiume è costretto in tre miseri metri di larghezza contro i 13 metri disponibili (da marciapiede a marciapiede) e il franco idraulico della copertura è ormai ridotto dai sedimenti accumulati.
Basterebbe questo a far scorrere senza intoppi il fiume in piena sino al bisagno, pur raccogliendo le decine di rii e di caditoie che ne alimentano la portata.
E i costi sarebbero compatibili, compresa la realizzazione degli interventi diffusi a cui abbiamo accennato, dai crinali, ai versanti sino agli argini del rio.
Distribuendo inoltre lavoro, risorse, miglioramenti, in tutto il territorio della valle. Ottenendo che non esca una goccia d'acqua dall'alveo del fereggiano, anzi che la velocità con cui la pioggia viene convogliata al fiume dovuta alla impermeabilizzazione dei versanti non dia origine alle fiumare, pericolose già con le piogge di questi giorni...
L'unica vera obiezione che l'amministrazione può porre è che gli 80m3 al sec del fereggiano continuerebbero ad insistere sulla portata del bisagno, incidendo su alcuni nervi scoperti come Corte Lambruschini edificata in mezzo al fiume bisagno (!!) o come la copertura post-ferrovie che risulta obsoleta e x la quale erano previsti degli interventi sempre nel piano di bacino e nella sua originaria calendarizzazione...
Inoltre a statistiche avvedute risulta che sia x i tempi di deflusso sia per la non contemporaneità delle piogge difficilmente la piena del fereggiano va a sommarsi a quella del bisagno. Iindipendentemente dal contributo (80mt3 sec) del fereggiano nel bisagno (1200mt3 sec) se non si interviene sul bisagno non si risolve la questione. Di nuovo, vale la pena deviare il fereggiano di fronte a questa situazione e a questi numeri? Crediamo sia folle, oltre che sia uno spreco di denaro a fronte di un utilizzo oculato di questo, che darebbe risultati migliori e davvero propedeutici allo sviluppo del piano di bacino, finanche allo scolmatore originario.
Allora facciamo quel che ci compete coi fondi di piano città: riqualifichiamo davvero un enorme area, allargando l'alveo del fereggiano e ripristinando caditoie e regimentando acque bianche e nere, permeabilizziamo il suolo residuo e pensiamo al diradamento e agli interventi utili a questo! Inoltre i tempi di realizzazione sarebbero progressivi e relativamente brevi contro ai 7anni previsti x il miniscolmatore.
Sull'elaborazione di queste proposte il contributo di autorevoli professori ed esperti del settore ci conforta ogni giorno di più.
E se i nostri amministratori avessero un sussulto di dignità sarebbero a pestare i piedi a Roma e i pugni sulle scrivanie a Bruxelles! Perchè è da li che devono venire gli interventi maggiori, i fondi per il vero scolmatore e la volontà di realizzarlo! Noi facciamo il nostro, ci occupiamo della nostra città, per renderla sicura ma anche vivibile e accogliente per i propri abitanti, e i fondi ottenuti servono a questo... son pochi x genova tutta, ma forse per sistemare un minimo, concepire e pianificare uno sviluppo sostenibile e innovativo a partire dal dramma idrogeologico, per la valbisagno potrebbero magari bastare
Oggi rileviamo quanto il degenerare della situazione sia quotidiano, il degrado rende necessaria un'inversione di tendenza rispetto alle grandi soluzioni previste, occorre iniziare una sistematica e pianificata manutenzione del territorio, dare uno stop alla cementificazione delle colline e dei rii, praticare soluzioni sostenibili per garantire sicurezza agli abitanti delle aree a rischio
Non ci appare sensato ora rincorrere la chimera di un'iper-soluzione idraulica fascinosa quanto parziale e relativa, i cui risultati finali appaiono limitati e lontani nel tempo, impiegandoci inoltre tutte le risorse disponibili come in una disperata scommessa.
Noi chiediamo che realisticamente, non in contrasto con la grandeOpera sul Bisagno cmq prevista ma in misura complementare, quei soldi siano spesi per i lavori previsti dal Piano di Bacino:
interventi diffusi come la regimentazione idraulica e naturalistica delle acque sui versanti, puntando nell'immediato sull'allargamento dell'Alveo del Fereggiano da L Merlo al Bisagno realizzabile in tempi brevi.
Coscienti che questo risolverebbe il fereggiano ma non ci salverebbe dalla piena di 1200m3 del Bisagno, cmq sanerebbe l'abitabilità, il commercio, l'esistenza in un'ampia area e ci permetterebbe di sopravvivere quando le strade son pericolosi torrenti e i negozi son allagati!
In attesa che lo Stato trovi modo di finanziare interventi più impegnativi, potremmo almeno affrontare meglio la quotidianità.
Siamo stati riuniti arbitrariamente e frettolosamente a decidere quel che poco conosciamo e che poco è stato approfondito.
In realtà le opzioni da verificare sono quelle riguardanti gli interventi alternativi, risolutivi dell'emergenza anche se minori, per i quali i fondi a disposizione sono sufficienti, evitando ulteriori indebitamenti.
E' necessaria una Conferenza sulla questione prematuramente archiviata e ridimensionata con il complicato "mini scolmatore" promosso dal Comune; xcui è utile un rinvio della votazione, tale da permettere a tutti di valutare e criticare, Questo non porta alla perdita dei finanziamenti, casomai ad uno slittamento dei lavori di qualche mese, a fronte di un cantiere che durerebbe cmq almeno 7anni.
Speriamo che oltre Legambiente, WWF e Rifondazione Comunista, M5S, che già hanno manifestato perplessità, altre voci del dissenso ragionato si facciano sentire, a stimolare la critica e la discussione che sin'ora l'Amministrazione ha evitato, pur richiamata dalla componente di maggioranza FdS/RC in molte sedi, ad un maggior confronto sul tema.
Voto di FdS/ PRC
CONTRARIO