e non pochi grassi interessi, dall'area mercato alla metropolitana, finanche bacini fluviali e opere abbastanza "grandi" da esser appetibili businnes, come lo scolmatore...

Il Decentramento sarebbe un'opportunità di partecipazione, pensare di arrivare all'idea di PortoAlegre magari è eccessivo ma pretendere di sapere e incidere sulle scelte che ci riguardano dovrebbe esser il minimo sindacale, credo.

domenica 27 novembre 2016

Nuove Periferie





Nuove Periferie
Estate, piena, un pomeriggio di luglio inoltrato mi pare che fosse, sono con Paola, un appartamento in un condominio affollato in città, quella città un pò ai bordi in quartieri cmq popolosissimi.
I park sono pieni e dunque la gente è a casa. E' ora di pranzo, le finestre tutte aperte, e dopo qualche minuto che suona ripetutivamente mi accorgo di un campanello insistente, al piano di sopra o in quello di sotto.
Mi viene in mente che se fossimo ora in un borgo, anche povero e lontano, il caso di un viandante che bussa e scampanella con insistenza ad una delle case del villaggio, avrebbe sicuramente richiamato subito l'attenzione magari della vicina, o di qualcuno del luogo, ed in pochi momenti il visitatore otterrebbe indicazioni e risposte. Non so, tipo che l'inquilino è uscito, che è in vacanza, o è a letto e nn puo rispondere, o che dorme il pomeriggio che lavora di notte... Insomma un po anche forse xchè nei paesi non si ci fa i fatti propri, un po xchè la preoccupazione di uno diventa la preoccupazione di tutti, almeno di quelli che son lì nei pressi.
Di fatto il tipo che suona e il tipo che non risponde... non sarebbero soli.
Invece. invece rifletto che l'insistenza potrebbe essere sintomo di un emergenza, ma che pur essendo in centinaia ammassati vicini vicini, con pareti sottili che senti russare quello di là... nessuno al momento si sente coinvolto, anzi forse nessuno si accorge che suona o ne è anche infastidito.
Paola è donna xciò, mentre io cogito sulla nascita di nuove periferie mentali in luogo di un'urbanizzazione velleitaria, lei esce in fretta sul ballatoio ed individua al piano di sotto il padre del adolescente che abita lì, preoccupatissimo: la figlia non risponde e la porta è chiusa dal interno!
Chiamo entrambi in casa e velocemente recuperiamo ed appoggiamo una scala tra un poggiolo e l'altro in modo che il coraggioso padre possa arrivare al proprio davanzale, scardinare la persiana del bagno ed entrare così in casa sua...
La ragazza con le cuffie e la musica a stecca ballava allegramente nella sua cameretta. Bene.
Non aveva sentito e non si era accorta di nulla.
Tralascio le urla del padre, e non sono a conoscenza delle terribili sanzioni famigliari applicate in seguito.
Ma per un attimo in quel frangente, semplicemente con l'agire determinato, si è rotta l'egemonia della solitudine egoista che crea davvero la periferia mentale in cui ci stanno rinchiudendo tutti, forse è il primo passo per demolire e trasformare i nostri territori, abusati e marginalizzati.
g,

Quezzi frana. E non è una novità.




Rischio crollo di un palazzo a Quezzi.

Nella notte circa 200 persone sono state evacuate con mezzi amt dalle loro abitazioni, tra via S.Fontanarossa e via Chiapparolo a Quezzi.  
Una frana ha trascinato una porzione di terreno scoprendo le fondamenta di un condominio, in evidente degrado. 
Il palazzo stesso ed altri due limitrofi sono stati allora sgomberati.
Quella di stanotte potrebbe essere una criticità sintomatica abbastanza evidente.

Come avevo evidenziato, 15 gg fa una frana sottostante, a ridosso dell'argine del torrente Ferregiano, aveva allarmato invano gli Abitanti, andando a ostruire l'alveo per fortuna asciutto e demolendo l'argine.
Ma è solo un tassello nella cronostoria evidente del crollo pezzo a pezzo di un quartiere vittima di "esasperazione edilizia".

Già nel 2011 appresso alla devastante pioggia foriera di tragedie, iniziammo a sostenere quanto fosse prioritario operare sui crinali, sui versanti, sugli argini e sull'alveo torrentizio,  lavori da pianificare per attuare un disegno complessivo di intervento, individuando momenti e situazioni dove intervenire. In maniera rapida.
Allora furono rilevate decine di frane e smottamenti in tutto il bacino del Ferregiano, in tutti i pendii e le scarpate limitrofe all'abitato, da esperti geologi di Spezia arrivati apposta. E concludere che la morfologia del territorio non fosse diversa pochi metri piu in là, dove i palazzi e gli accessi hanno ricoperto la collina non era poi difficile. 

E su questo sino a ieri, ad oggi, io, il PRC, NuovaEcologia, il WWF, in Municipio e in Comune abbiamo insistito ostinatamente. Da anni, e da soli contro un muro di gomma. che neanche esperti di fama internazionale hanno incrinato. 
Derisi e stigmatizzati da un Amministrazione miope quanto arrogante della propria sicumera, dedita a ipersoluzioni ecclatanti quanto poco utili, non ci arrendiamo, sappiamo che la direzione da prendere è esattamente opposta da quella prospettata.. 
La loro propaganda costosissima e fuorviante dà oggi il frutto tossico nello Scolmatore del Ferregiano: un grande buco a fondo Valle, dove a sto punto finiranno le tonnellate di detriti di un quartiere che pezzo a pezzo sta crollando!

E quando Lorsignori parlano di interventi diffusi, sappiamo che si limitano a spot qui e là, al rifacimento muri ancor piu pesanti e rigidi (Finocchiara, Ferreggiano), a restringimenti di alveo e caditoie (SommaUrgenza, basso Ferregiano), al rilascio di permessi ai privati x farci un pò di tutto (Leamara...), addirittura rendendo carrabili e parcheggiabili delle creuse a fianco dei torrenti (Molinetto)... in una area considerata fragilissima ed estremamente critica.
Forse un palazzo ogni quattro andrebbe abbattuto, e lo spazio ottenuto destinato al risanamento territoriale. Sicuramente la seconda ondata di palazzinari che ha sfruttato gli angusti spazi lasciati ancora liberi dalla prima urbanizzazione ha costruito su scarpate, su terra di riporto, su sbancamenti senza criterio della collina, e non è successo tanti anni fa, sono i palazzi piu nuovi, come lo sono i box interrati e le piattaforme park ricavate su detriti accumulati, per i quali il Comune ha rilasciato regolari insensati permessi.

Certamente consideriamo ancora di piu oggi una assoluta priorità il risanamento ambientale, l'unica grande e diffusa Opera a cui siamo interessati! Non una messa in sicurezza per mantenere interessi altrui, ma una modifica di rotta, realizzata nei fatti, una ricostruzione di spazi, di diritti,  di possibilità e prospettive a misura di Abitante e non asservita alla speculazione e agli interessi egoisti e privati.

Lavoro, territorio, diritti, socialità e sicurezza, sono facce dello stesso prisma, nessuno di questi fattori va sacrificato al mantenimento dello status quo, alla monetizzazione dell'esistenza, alla produzione di emergenze utili agli affari di pochi!

GiuseppePittalugaCapogruppoPRCbassaValBisagno



domenica 13 novembre 2016

Interventi pianificati ed incruenti per contrastare la recente caduta di dignità degli ungulati nostrani.



"Ciascun gruppo occupa un proprio territorio, che si estende su un'area di una ventina di chilometri quadrati circa d'ampiezza e viene delimitato tramite secrezioni odorose della zona labiale ed anale: i territori dei maschi sono solitamente più grandi di quelli delle femmine, anche del doppio. Generalmente, il gruppo rimane nello stesso territorio finché le risorse sono sufficienti al proprio sostentamento, per poi abbandonarlo alla ricerca di aree più ricche di cibo qualora la disponibilità alimentare diminuisca: questo spiega l'apparizione improvvisa di cinghiali in aree dove storicamentela loro presenza non è contemplata."Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'ungulato genovese, da un paio d'anni almeno, pare si sia stabilizzato nel territorio limitrofo alla Città, di conseguenza ha tracciato e ripercorre abitualmente dei semplici "corridoi" abbastanza coerenti che lo portano agevolmente dalla campagna circostante alla nuova fonte di cibo a costo zero; abbiamo verificato che questi sentieri sono individuabili facilmente con sopralluoghi e i passaggi variano al max di qualche metro uno dall'altro. 

A valle di questi corridoi olfattivi i cinghiali trovano i primi cassonetti della spazzatura e la città meno urbanizzata, queste strade collinari portano inevitabilmente ai quartieri piu popolosi, al traffico, e al contatto con la popolazione umana e urbana
A monte di questi pochi e "storicizzati" passi, abbiamo verificato l'esistenza di terrazze e fasce, frutteti, ampi spazi e varietà di vegetazione, purtroppo ora in assoluto abbandono, dove rovi, crolli, incuria, rendono poco praticabile anche ai gruppi di cinghiali il territorio, e poco disponibili le sue risorse, anche se il tutto si estende per alcuni kilometri

Questa  crediamo sia la dinamica che porta i branchi ad avvicinarsi oltremodo alle abitazioni: l'opportunismo alimentare spinge l'animale ad abbandonare sicurezza e abitudini silvestri verso la facilità di approvvigionamento data dalla prossimità umana.
I cuccioli condotti su questi sentieri verso questi obbiettivi memorizzano l'abitudine alimentare e ne fanno la propria strategia, riproducendola sugli esemplari della generazione sucessiva. Rischiando l'aumento esponenziale del fenomeno, considerando il passaggio di informazioni, da uno a otto circa.

Da qui crediamo che l'abbattimento in ambito cittadino e la caccia oltremodo spinta, possono non essere considerati neanche un deterrente, ma casomai una criticità aggiunta, un'ipersoluzione senza progressi reali.

Consideriamo invece quanto poco sopra descritto come scenario su cui in tempi brevi pianificare una possibile soluzione. Indivuati in periodo di quiete i "corridoi olfattivi" si puo ricreare a monte di questi l'ambiente adatto a dispensare le risorse necessarie agli animali, rinnovando le varietà arboree presenti, così come la vegetazione e il terreno nel suo insieme. 

Essendo queste aree rurali in parte di proprietà pubblica ed in parte privata, è possibile ricorrere alla normativa già esistente rispetto agli obblighi della Proprietà agraria, così come con la recente Legislazione sul lavoro di Comunità o di Prossimità è possibile, oltre che creare una piccola economia di prossimità, pianificare i modesti interventi necessari per rendere questi terreni, queste aree, utlilizzabili come "dispenser" naturali di risorse alimentari.
Questo lavoro permetterebbe ai branchi di ungulati, di trovare dalla primavera all'autunno cibo in abbondanza e di facile accesso in aree ancora periurbane o extraurbane, agli esordi lo si puo ulteriormente incentivare con contributi pianificati.
Ciò permetterebbe altresì di ottimizzare le risorse della ex Provinciale,monitorando facilmente e controllando così la popolazione animale presente.

Una fase dell'intervento cmq prevede di utilizzare deterrenti acustici, visivi, fisici, per disincentivarte la migrazione estiva dell'animale. 
Avendo noi individuato da tempo i "passi" utilizzati, ed essendo memorizzati e riproposti la stagione seguente dal cinghiale, su questi corridoi si puo agire limitando gli sforzi, con le competenze ancora in essere negli operatori el settore. 
 L'indole opportunistica dovrebbe convincere l'animale a non rischiare di scendere a valle.
Resa difficile la discesa a valle e reso accessibile il cibo a monte, nel giro di una generazione dovrebbe modificarsi la strategia alimentare degli esemplari presenti nel territorio circostante.

Inoltre crediamo che una sperimentazione si possa fare a bassissimo costo ed in una zona circoscritta, quale il territorio inurbanizzato e le arre rurali confinanti il nostr Municipio, considerando la stanzialità dei branchi, dovrebbe dare risultati in breve tempo.
Le risorse economiche pur di modeste dimensioni, dovrebbero essere a carico degli Enti a cui è stata accorpata la competenza Provinciale sul Territorio, Regione e Città Metropoitana, dunque. 

Si tratta di spendere quello che vorrebbero spendere in battute di caccia urbane, costosissime, solo si tratterebbe di spendere con piu buon senso, rendendo un apparente criticità un opportunità per creare lavoro e qualità di vita.

GiuseppePittalugaPRCbassaValBisagno.
"intuizione ed elaborazione a cura del CircoloPrcBianchini"