e non pochi grassi interessi, dall'area mercato alla metropolitana, finanche bacini fluviali e opere abbastanza "grandi" da esser appetibili businnes, come lo scolmatore...

Il Decentramento sarebbe un'opportunità di partecipazione, pensare di arrivare all'idea di PortoAlegre magari è eccessivo ma pretendere di sapere e incidere sulle scelte che ci riguardano dovrebbe esser il minimo sindacale, credo.

domenica 27 novembre 2016

Quezzi frana. E non è una novità.




Rischio crollo di un palazzo a Quezzi.

Nella notte circa 200 persone sono state evacuate con mezzi amt dalle loro abitazioni, tra via S.Fontanarossa e via Chiapparolo a Quezzi.  
Una frana ha trascinato una porzione di terreno scoprendo le fondamenta di un condominio, in evidente degrado. 
Il palazzo stesso ed altri due limitrofi sono stati allora sgomberati.
Quella di stanotte potrebbe essere una criticità sintomatica abbastanza evidente.

Come avevo evidenziato, 15 gg fa una frana sottostante, a ridosso dell'argine del torrente Ferregiano, aveva allarmato invano gli Abitanti, andando a ostruire l'alveo per fortuna asciutto e demolendo l'argine.
Ma è solo un tassello nella cronostoria evidente del crollo pezzo a pezzo di un quartiere vittima di "esasperazione edilizia".

Già nel 2011 appresso alla devastante pioggia foriera di tragedie, iniziammo a sostenere quanto fosse prioritario operare sui crinali, sui versanti, sugli argini e sull'alveo torrentizio,  lavori da pianificare per attuare un disegno complessivo di intervento, individuando momenti e situazioni dove intervenire. In maniera rapida.
Allora furono rilevate decine di frane e smottamenti in tutto il bacino del Ferregiano, in tutti i pendii e le scarpate limitrofe all'abitato, da esperti geologi di Spezia arrivati apposta. E concludere che la morfologia del territorio non fosse diversa pochi metri piu in là, dove i palazzi e gli accessi hanno ricoperto la collina non era poi difficile. 

E su questo sino a ieri, ad oggi, io, il PRC, NuovaEcologia, il WWF, in Municipio e in Comune abbiamo insistito ostinatamente. Da anni, e da soli contro un muro di gomma. che neanche esperti di fama internazionale hanno incrinato. 
Derisi e stigmatizzati da un Amministrazione miope quanto arrogante della propria sicumera, dedita a ipersoluzioni ecclatanti quanto poco utili, non ci arrendiamo, sappiamo che la direzione da prendere è esattamente opposta da quella prospettata.. 
La loro propaganda costosissima e fuorviante dà oggi il frutto tossico nello Scolmatore del Ferregiano: un grande buco a fondo Valle, dove a sto punto finiranno le tonnellate di detriti di un quartiere che pezzo a pezzo sta crollando!

E quando Lorsignori parlano di interventi diffusi, sappiamo che si limitano a spot qui e là, al rifacimento muri ancor piu pesanti e rigidi (Finocchiara, Ferreggiano), a restringimenti di alveo e caditoie (SommaUrgenza, basso Ferregiano), al rilascio di permessi ai privati x farci un pò di tutto (Leamara...), addirittura rendendo carrabili e parcheggiabili delle creuse a fianco dei torrenti (Molinetto)... in una area considerata fragilissima ed estremamente critica.
Forse un palazzo ogni quattro andrebbe abbattuto, e lo spazio ottenuto destinato al risanamento territoriale. Sicuramente la seconda ondata di palazzinari che ha sfruttato gli angusti spazi lasciati ancora liberi dalla prima urbanizzazione ha costruito su scarpate, su terra di riporto, su sbancamenti senza criterio della collina, e non è successo tanti anni fa, sono i palazzi piu nuovi, come lo sono i box interrati e le piattaforme park ricavate su detriti accumulati, per i quali il Comune ha rilasciato regolari insensati permessi.

Certamente consideriamo ancora di piu oggi una assoluta priorità il risanamento ambientale, l'unica grande e diffusa Opera a cui siamo interessati! Non una messa in sicurezza per mantenere interessi altrui, ma una modifica di rotta, realizzata nei fatti, una ricostruzione di spazi, di diritti,  di possibilità e prospettive a misura di Abitante e non asservita alla speculazione e agli interessi egoisti e privati.

Lavoro, territorio, diritti, socialità e sicurezza, sono facce dello stesso prisma, nessuno di questi fattori va sacrificato al mantenimento dello status quo, alla monetizzazione dell'esistenza, alla produzione di emergenze utili agli affari di pochi!

GiuseppePittalugaCapogruppoPRCbassaValBisagno



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