e non pochi grassi interessi, dall'area mercato alla metropolitana, finanche bacini fluviali e opere abbastanza "grandi" da esser appetibili businnes, come lo scolmatore...

Il Decentramento sarebbe un'opportunità di partecipazione, pensare di arrivare all'idea di PortoAlegre magari è eccessivo ma pretendere di sapere e incidere sulle scelte che ci riguardano dovrebbe esser il minimo sindacale, credo.

venerdì 7 giugno 2013

Istituto Contubernio D'Albertis e l'area di BoscoPelato

Lettera aperta all' Istituto Contubernio D'Albertis
Gentile Amministratore. Delegato,
Signori dell'Istituto,

A proposito della contesa dialettica in atto.
Vi sarete resi conto di come lo stop all'iter e la ripresa della discussione sull'iniziativa da parte Vostra di avviare un Progetto per un mega-silos parzialmente interrato che andrebbe a sbancare il piede scosceso della collina sia più che giustificato all'emergere di un argomentato dissenso e a molteplici e diffuse perplessità.
Da parte mia (delegato di PRC/FdS) la contrarietà a qualunque ulteriore sbancamento è stata espressa da subito, così come da parte Vostra la certezza di non essere Voi ad aver dissodato ed edificato l'intera collina in maniera dissennata, anzi sostenete giustamente che l'Istituto è una vittima di questo malcostume urbanistico, quella bella foto inizio 900 che spesso presentate rende giustizia ad un edificio storico e bello in un contesto purtroppo oggi derubato delle sue peculiarità.
Ma allora, mi permetto di chiederVi, perchè mai vi ostinate a voler contribuire a questo scempio che ha devastato i Vostri luoghi natii? perchè dare l'ennesimo colpo all'equilibrio  drasticamente compromesso del territorio che Vi da ragione d'esistere e Vi ospita? Ho la presunzione di pensare che dovreste forse esser Voi il portabandiera di una progettazione di risanamento, di diradamento più che di edificazione; sarebbe forse il Vostro interesse ambire al recupero di spazio e di respiro ambientale, come ad una dimensione ideale dove poter ancora perseguire gli obbiettivi che l'Istituto si pone.

La contingenza economica magari pretende soluzioni poco mediate ci pare di capire, e Voi ribadite che di contingenza si tratta, ricordando la natura no-profit della Fondazione. E questo Vi impedisce di cambiare rotta e risponder di no a costruttori e Banche, forse.
Con infinita modestia suggeriamo la possibilità di riporre le priorità nell'ordine gerarchico per cui l'emergenza si pianifica con prospettive differenti, in orizzonti più ampi, mantenendo fede alla "mission" fondante, e ai nostri giorni a permetterne la pratica si è costituita in Organismi funzionali la Finanza Etica.

Allora reperire risorse potrebbe coincidere con investirne nel futuro,
rendere certo e univoco il valore delle aree verdi di cui è circondato l'Istituto, cioè davvero "valorizzarle", magari cominciando a chiederne i vincoli agricoli, che ne permettano la trasformazione in una moderna fattoria-scuola, dove magari si potrebbe gestire il lavoro per piccole produzioni di pregio (lì vicino in un paio di serre esiste il basilico dop "del Monte") e operare in una agricoltura cittadina e di nicchia in sinergia con le metodologie educative dell'Istituto, che si porrebbe pilota in una moderna concezione di educazione ambientale urbana, che allora in pochi anni avrebbe conservato un patrimonio verde e trasformato quelle aree in un "valore aggiunto" di strategica importanza a livello educativo, mediatico, economico, e credo alla fine anche immobiliare. Tutto questo magari con l'ausilio delle Istituzioni e la collaborazione degli Abitanti.
Questo è solo un'ipotesi, un esempio per ribadire che le soluzioni esistono, a saperle cercare.
Sarebbe però necessario avere il coraggio, anche imprenditoriale, di scommettere sul futuro di un Territorio, e la consapevolezza di avere un domani possibile, e la saggezza di non voler contribuire invece a dismettere ogni aspettativa.

Certo l'intervento da Voi previsto è (forse) la via più rapida per recuperare capitale, pochi maledetti e subito, ma immagino che vi rendiate sicuramente conto di quanto i primi due aggettivi rischino di diventare particolarmente calzanti alla situazione; così come credo siate certamente coscienti che altre strade per ottenere lo stesso risultato sono realisticamente praticabili, abbandonando da parte Vostra le velleità immobiliari e i costruttori voraci, dimostrando assennata lungimiranza.
A Genova abbiamo da sempre di fronte il mare, invece di bloccarci qui ci ha permesso di conoscere il mondo intero.

giuseppe pittaluga


mercoledì 5 giugno 2013

intervento PRC a Commissione su box in Piazza Solari


In Commissione quest'oggi mi è stato chiesto un parere sulla opportunità di rivedere o meno l'intervento edilizio-immobiliare previsto in Piazza Solari,
potevo esprimermi in quanto abitante del luogo per oltre trent'anni e riferimento territoriale per FdS, in quel contesto il ruolo viene definito come "esperto".
Avendo come Rifondazione espresso già più volte le ns considerazioni e non essendo poi tanto capace di parlar a braccio in genere, ho letto, pur non essendo bravo neanche a leggere, una breve dichiarazione che vi riporto appresso. (giuseppe)



"L'elaborazione che abbiamo in questi mesi realizzato con il territorio ci porta a sostenere, viste le condizioni di continue frane e crolli (recente quello di Via Varese, nei pressi di P Solari), che sia necessario fermare qualunque iniziativa di sbancamento della collina.
Anzi è ora il caso di verificare quanto l'offensiva speculativa degli ultimi 2oanni abbia inciso sulle condizioni di sicurezza della collina stessa, già edificata, scavata e sbancata oltremodo.
Se c'è un lavoro davvero di utilità pubblica è risanare il sanabile e non ostinarsi a perseguire un modello che più che valorizzare le aree verdi le "monetizza", più ancora per il costruttore che per il proprietario, danneggiando però la collettività, nella qualità della vita quotidiana degli abitanti e nelle loro prospettive esistenziali future."

BoscoPelato, l'anno zero?


veduta della città dalla Madonna del Monte
Su invito del Pres. di Comm. Antonio Bruno (FdS) e come referente di area del Partito,  ho passato una mattinata interessante alla Commissione Comunale a Tursi,  
su boscopelato e il progetto di sbancamento della collina previsto,dove finalmente a controcanto della grigia nenia 
"è già tutto ormai deciso"
s'apron inaspettati orizzonti di dubbio e perplessità! :)
diverse le voci se non critiche almeno interrogative, 
alcuni tecnici esterni e diversi consiglieri anche di Maggioranza,
(nonostante "qualcuno", stranamente lì presente, a mezza voce sostenesse con scarso appeel che il progetto non era poi così brutto (!)ed ovviamente la contrarietà tout-court 
con argomentazioni analoghe, del Comitato stesso, di Rifondazione e di M5s,
argomenti riassunti nella nostra prima dichiarazione in Municipio 
e ripresi nelle diverse tematiche un pò da tutti gli interventi..

Cmq oggi l'azienda costruttrice avrebbero dovuto avere in "consegna" i lavori...
invece proprio perchè la Commissione2 ha considerato il dissenso come vasto e motivato, x ora si ci vede almeno ancora un paio di volte 
e si discutono con più cognizione di causa gli aspetti maggiormente critici.
Pare che si riesca allora ad incidere sulla realtà più di quanto vorrebbero farci credere.
Una vittoria già li x sè.

La battaglia è lunga e l'obbiettivo realistico potrebbe essere quello di fare del caso di Piazza Solari
il primo di non luogo a procedere, il primo di un'inversione di tendenza necessaria 
per continuare ad abitare i nostri quartieri: impedire lo sfruttamento immobiliare del sottosuolo, 
fermare sbancamenti e movimentazione terre 
e risanare, restaurare, organizzare diversamente gli spazi,
rimettere in sicurezza le ampie aree di territorio in equilibrio precario. 

Questo sarebbe il volano per creare lavoro nei territori, diffuso e capillare,  
che premia un imprenditoria moderna e consapevole, 
che permette la formazione e l'aggiornamento necessari e la manodopera qualificata (e ben retribuita).
Invece c'è chi ancora insiste a presentare come "portatori di occupazione" grossolani speculatori palazzinari,
che 'al risparmio' inondano di cemento i territori
creando strutture obsolete dal destino fatiscente e dannoso,
delle quali le popolazioni dovranno presto smaltirne i residuati marciscenti 
come fossero scorie di scelte scellerate.

g,