Quando chi
sosteneva Musso governa con chi ha affossato Doria.
Le “larghe intese”
nel nostro piccolo del Municipio3.
Molteplici sono le contraddizioni su cui Rifondazione ha
dovuto mediare in questa prima metà del mandato per mantenere la propria
presenza all’interno di una coalizione che già in partenza dichiarava una
discriminante ottusa quanto insensata nei nostri confronti; tale atteggiamento
di fondo ha in seguito nel tempo precluso ogni possibilità di dialogo interno
ala stessa.
Essendo implicito nella regolamentazione del decentramento
il ruolo determinante ed esclusivo del Presidente, ed occupando nel ns caso le
due presidenze con la stessa persona, è evidente che la particolare politica
autoritaria e accentratrice del Presidente di Municipio rende pesantemente
subalterne le altre figure Istituzionali e determina alfine nelle scelte,
politiche o comunicative, l'esclusiva decisionalità, o quasi, dello stesso.
L’insieme delle condizioni negative ha potuto deteriorare
la qualità del rapporto e delle relazioni interne anche con le altre
componenti, nonostante la capacità di mediazione e di confronto argomentato che
abbiamo dimostrato nel perseguire sino ad oggi il mandato elettorale in
Maggioranza.
Sino ad oggi, appunto, o ieri l'altro quando, insieme alle
realtà territoriali a noi più vicine, l analisi dello stato delle cose dopo due
anni di un tentativo di centrosinistra partecipativo, ci porta a considerare
quanto il progetto di una Città pluralista, di un reale decentramento per
gli Abitanti, di una condivisione di scelte coi territori, sia naufragato sulle
secche dell'egemonia autoritaria del pd, e sugli interessi che questo
rappresenta oggi come ieri, purtroppo. E questo in poco onorevole
sudditanza, spacciata dal fautore come dialogo tra le Istituzioni, dalle
esigenze dello stesso 'blocco', verso livelli superiori di partito inseriti
negli altri Enti
La partecipazione democratica e la trasparenza non si sono
realizzate nel ns Municipio, anzi. Criticità e problematiche evidenti non
vengono portate ne al confronto di Maggioranza, ne all’esame delle apposite
Commissioni, addirittura i contatti con gli assessorati vengono filtrati dalla
Presidenza, vanificando collaborazione e competenze personali dei Consiglieri.
Non meno importante è stata la questione del miniscolmatore
del Fereggiano, opera poco risolutiva ed estremamente costosa, approvata per
ordini di scuderia senza permettere critica o confronto, e certo non prevista
dagli accordi di governo. Mentre si evita di discutere una Politica attenta
al problema idrogeologico e non si pianifica nessuna manutenzione di versanti e
territorio se non sporadiche iniziative grazie alla buona volontà dell’Assessore
competente.
Avremo modo di verificare quanto lo stesso Programma sia
stato vanificato o mal interpretato.
Oltre ad aver affossato l'idealità di un percorso comune
tra le varie componenti della realtà abitativa, sociale, commerciale, la
pratica amministrativa decisionista ha portato di fatto a concedere e dirigere
(oltre al inevitabile) interventi verso bacini di consenso utili, visto
che la diffusione del beneplacito è ampia, a consolidare il terreno.
Attenzione e interventi comunque volti all'esclusione di Abitanti
considerati parte del dissenso e fautori di critica, vocaboli alieni e
considerati eversivi probabilmente.
Conseguenza di questa impostazione è stato l'ingresso
dell'area di centro/destra nella Maggioranza di Municipio ( coloro che
appoggiavano Musso come Sindaco), funzionale alla regressione in atto, nonchè
alla futura necessità di blindare il voto su prossime delibere, magari
indigeste a settori politici che conservano una sensibilità sociale.
Gli stessi settori o personalità che oggi avrebbero serie
difficoltà a far passare in Maggioranza il buon documento su PUC e VAS
regionale; poco apprezzato dal Presidente, poi approvato in Consiglio, unico
esempio di confronto reale con le altre componenti avvenuto in maggioranza che
infatti ha dato un buon frutto.
E' nei fatti la
negazione del patto di collaborazione che ha portato Doria a vincere le
primarie e divenire Sindaco della città,
espressione anche di un elettorato Pd forse ingenuo, sicuramente ingannato.
Nel nostro Municipio dopo aver interpretato
personalisticamente le direttive di quello che ormai è "il vecchio
corso", si ci appresta a cambiare rotta con decisione. Verso destra.
La componente di Rifondazione dopo aver cercato di fare da
contrappunto alla tendenza decisionista, sempre più egemonica internamente al Pd,
vede tacere o venir marginalizzate le voci indipendenti rispetto a questa
prospettiva.
Non possiamo
ulteriormente collaborare con chi persegue in realtà obbiettivi altri da quelli
prefissati, o li interpreta arbitrariamente equivocandone in malafede il
contenuto.
Per rispetto del mandato elettorale e della nostra visione
di questo, per cui fare politica significa costruire le condizioni perche tutti
gli Abitanti possano vivere il territorio con dignità e diritto, condividendone
le scelte per il futuro, consideriamo
necessario ora elaborare e organizzare una seria opposizione alle attuali e
prossime degenerazioni della Politica e dell'Amministrazione Pubblica.
Certi che dalle esperienze di autonomia degli Abitanti
possa nascere la consapevolezza della necessità di fare un passo avanti, verso
la riappropriazione dei diritti, del lavoro, del territorio, e si diffondano le
capacità e le competenze per realizzare
un alternativa alla palude dello status quo, nell'interesse della Comunità,
tutta.
Giuseppe Pittaluga
Capogruppo PRC/FdS
Municipio Bassa Val Bisagno
PROMEMORIA, ERA L'INIZIO MANDATO:
RispondiEliminagiovedì 12 aprile 2012
Dissenso, Critica, Partecipazione, Autodeterminazione.
Il sensato dissenso su molti dei temi più attuali potrebbe essere ben rappresentato, a 'sto giro, e di conseguenza portare ad un'elaborazione maggiormente condivisa di soluzioni adatte e sostenibili....
La mia candidatura ha questo come presupposto,
nel "piccolo" della Val Bisagno le grandiOpere in cantiere non son poche, dallo Scolmatore alla Metro, passando x la viabilità lungo il fiume...
su tutte vogliamo porre la discriminante dell'elaborazione partecipata e condivisa della progettazione inserita in una pianificazione che abbia il bene comune come obbiettivo....
poi, tra il dire e il fare, proveremo a navigare...
giuseppe