Bassa Val Bisagno / Municipio III, Abitanti: 77.721 (12,8%); Superfice: 789,74 di cui 435,11 di zona urbanizzata ...
e non pochi grassi interessi, dall'area mercato alla metropolitana, finanche bacini fluviali e opere abbastanza "grandi" da esser appetibili businnes, come lo scolmatore...
Il Decentramento sarebbe un'opportunità di partecipazione, pensare di arrivare all'idea di PortoAlegre magari è eccessivo ma pretendere di sapere e incidere sulle scelte che ci riguardano dovrebbe esser il minimo sindacale, credo.
martedì 20 ottobre 2015
giovedì 17 settembre 2015
NUOVAMENTE A CONTARE I DANNI...
Settembre, e siamo già ad affrontare i nubifragi autunnali, probabilmente alleviati dalla manutenzione finalmente messa in atto nei mesi estivi, anche se ciò non allevia invece dalle responsabilità rispetto al recentissimo passato, quando invece la scarsa attenzione a questo aspetto ha incrementato il disastro.
Danni cmq inevitabili, allo stato delle cose, giacchè ben lungi dal esondare i rivi ed i fiumi del territorio, si è assistito all'ennesimo diffuso allagamento, alla desolazione del fango e delle attività rallentate o bloccate, alla difficoltà, esistenziale oramai, di chi abita in quest'area, costantemente colpita.
Inutile che ci vengano a raccontare quella dello scolmatore del Fereggiano. E' inutile perchè questa opera sarebbe assolutamente inutile a ripararci da quello che è successo qualche giorno fa. Inutile ad evitare quello che è successo ad ottobre dell anno passato. Inutile xchè non raccoglie i rivi Rovere e Noce, ben piu infidi del Fereggiano, fiume questo facilmente canalabile, lo sappiamo, con minor spesa e piu efficacia
Contiamo invece i danni, anche in questa occasione meno funesta di altre.
In un tessuto produttivo già stremato dalla crisi e dalle scelte poco lungimiranti di un urbanistica anacronistica, le sofferenze causate dalle emergenze meteo, dagli allagamenti, con le conseguenti perdite, vengono percepite come insormontabili, così come lo appare la fatica di ripristinare l'attività lavorativa e le relazioni che la circondano.
E la demotivazione, la rinuncia in settori dove l'impresa è polverizzata sul territorio porta con se la crisi del piccolo indotto di riferimento, contribuendo alla desertificazione commerciale e produttiva del territorio stesso. Con costi che vanno al di là della monetizzazione del danno materiale.
E non si risponda che potrebbero locare ogni singola azienda, ogni laboratorio artigianale altrove. L'Amministrazione non ha mai pensato di facilitare questa delocalizzazione derogando o inserendo norme che ne permettessero la vicinanza (compatibilmente ad altri parametri) con la sede originale. Ad esempio.
Contiamo, ancora, i danni subiti dalle persone nella loro quotidiana esistenza.
Dai lavoratori che devono chiedere ferie, perchè bloccati dal fango o dall'assenza di mezzi pubblici, che perdono ore di retribuzione per i ritardi di treni e per le vie di comunicazione interrotte. Dalle famiglie con figli in età scolastica, che vedono determinare la loro mattinata di impegni dalla apertura o chiusura delle scuole. Dalle centinaia di persone anziane che vivono da sole e che in questi frangenti debbono ricorrere alla rete parentale ed alle proprie risorse x superare le difficoltà.
Danni milionari, costi insopportabili. Finanche, abbiamo visto, il costo in vite umane.
Il PRC genovese propone da un decennio di rivedere il Piano di Bacino orientandolo verso la rinaturalizzazione urbana degli alvei torrentizi, sappiamo bene che le prospettive offerte sono cmq altre, culminanti nella realizzazione dello Scolmatore per il Bisagno. Non la riteniamo la soluzione migliore, anzi, ma almeno E' una delle soluzioni possibili.
Allora, se è questo che si pensa sia davvero risolutivo l'Amministrazione chieda con forza e immediatamente l'avvio degli Interventi previsti dal Piano di Bacino, pretenda che il Governo fornisca da subito le risorse per la irrigimentazione delle acque piovane dai crinali, dai versanti, sino all'alveo rinaturalizzando ove possibile, in tutta la val Bisagno, insieme alla realizzazione del vero Scolmatore per il fiume stesso. Questo prevede il Piano di Bacino, non tapulli collaterali.
Sono necessari poco piu di 300 milioni di euro, il Ministero LLPP già ha avvallato l'operazione, Renzi col suo Governo ne ha sbandierato l'imminenza.
Sono davvero pochi, Genova ne ha già pagato molti di piu, ad ogni alluvione.
Pretendeteli allora.
Oppure continuerete a insistere col dire che "la torta di riso è finita" e che l'ideona, tanto inutile quanto dispendiosa, di un miniScolmatore di 5 km. in un torrente, che non è il Bisagno, con una presa a pochi metri dal suo sbocco naturale, sia tutto quello che abbiamo per salvarci ?!
Una mini grande opera ruffiana, uno specchio x allodole che fa risparmiare risorse un governo "amico", un escamotage per svicolare ancora un po di tempo alle responsabilità Politiche.
Sacrificando, come va da centocinquant'anni circa, Genova e i genovesi.
giuseppe pittaluga PRC/FdS municipio bassa valbisagno
Danni cmq inevitabili, allo stato delle cose, giacchè ben lungi dal esondare i rivi ed i fiumi del territorio, si è assistito all'ennesimo diffuso allagamento, alla desolazione del fango e delle attività rallentate o bloccate, alla difficoltà, esistenziale oramai, di chi abita in quest'area, costantemente colpita.
Inutile che ci vengano a raccontare quella dello scolmatore del Fereggiano. E' inutile perchè questa opera sarebbe assolutamente inutile a ripararci da quello che è successo qualche giorno fa. Inutile ad evitare quello che è successo ad ottobre dell anno passato. Inutile xchè non raccoglie i rivi Rovere e Noce, ben piu infidi del Fereggiano, fiume questo facilmente canalabile, lo sappiamo, con minor spesa e piu efficacia
Contiamo invece i danni, anche in questa occasione meno funesta di altre.
In un tessuto produttivo già stremato dalla crisi e dalle scelte poco lungimiranti di un urbanistica anacronistica, le sofferenze causate dalle emergenze meteo, dagli allagamenti, con le conseguenti perdite, vengono percepite come insormontabili, così come lo appare la fatica di ripristinare l'attività lavorativa e le relazioni che la circondano.
E la demotivazione, la rinuncia in settori dove l'impresa è polverizzata sul territorio porta con se la crisi del piccolo indotto di riferimento, contribuendo alla desertificazione commerciale e produttiva del territorio stesso. Con costi che vanno al di là della monetizzazione del danno materiale.
E non si risponda che potrebbero locare ogni singola azienda, ogni laboratorio artigianale altrove. L'Amministrazione non ha mai pensato di facilitare questa delocalizzazione derogando o inserendo norme che ne permettessero la vicinanza (compatibilmente ad altri parametri) con la sede originale. Ad esempio.
Contiamo, ancora, i danni subiti dalle persone nella loro quotidiana esistenza.
Dai lavoratori che devono chiedere ferie, perchè bloccati dal fango o dall'assenza di mezzi pubblici, che perdono ore di retribuzione per i ritardi di treni e per le vie di comunicazione interrotte. Dalle famiglie con figli in età scolastica, che vedono determinare la loro mattinata di impegni dalla apertura o chiusura delle scuole. Dalle centinaia di persone anziane che vivono da sole e che in questi frangenti debbono ricorrere alla rete parentale ed alle proprie risorse x superare le difficoltà.
Danni milionari, costi insopportabili. Finanche, abbiamo visto, il costo in vite umane.
Il PRC genovese propone da un decennio di rivedere il Piano di Bacino orientandolo verso la rinaturalizzazione urbana degli alvei torrentizi, sappiamo bene che le prospettive offerte sono cmq altre, culminanti nella realizzazione dello Scolmatore per il Bisagno. Non la riteniamo la soluzione migliore, anzi, ma almeno E' una delle soluzioni possibili.
Allora, se è questo che si pensa sia davvero risolutivo l'Amministrazione chieda con forza e immediatamente l'avvio degli Interventi previsti dal Piano di Bacino, pretenda che il Governo fornisca da subito le risorse per la irrigimentazione delle acque piovane dai crinali, dai versanti, sino all'alveo rinaturalizzando ove possibile, in tutta la val Bisagno, insieme alla realizzazione del vero Scolmatore per il fiume stesso. Questo prevede il Piano di Bacino, non tapulli collaterali.
Sono necessari poco piu di 300 milioni di euro, il Ministero LLPP già ha avvallato l'operazione, Renzi col suo Governo ne ha sbandierato l'imminenza.
Sono davvero pochi, Genova ne ha già pagato molti di piu, ad ogni alluvione.
Pretendeteli allora.
Oppure continuerete a insistere col dire che "la torta di riso è finita" e che l'ideona, tanto inutile quanto dispendiosa, di un miniScolmatore di 5 km. in un torrente, che non è il Bisagno, con una presa a pochi metri dal suo sbocco naturale, sia tutto quello che abbiamo per salvarci ?!
Una mini grande opera ruffiana, uno specchio x allodole che fa risparmiare risorse un governo "amico", un escamotage per svicolare ancora un po di tempo alle responsabilità Politiche.
Sacrificando, come va da centocinquant'anni circa, Genova e i genovesi.
giuseppe pittaluga PRC/FdS municipio bassa valbisagno
MUNICIPIO3, CRONACHE DI UNA CALDA ESTATE
Quando l'insofferenza alla critica provoca degli "sciuppun de futta".
Doveva essere un Consiglio "balneare", di fine luglio, in cui non si ci aspettava nessuna sorpresa, in quel del Municipio bassa ValBisagno.
Così, serenamente, dopo aver contrastato invano, attraverso il mio voto, il funesto PUC genovese, mi apprestavo a votar invece a favore della normativa comunale sugli "orti urbani", argomento da tempo caro a noi e ai cittadini.
Per motivare le ragioni del mio voto come si usa fare mi apprestavo ad un breve intervento in Aula, così come è diritto/dovere di ogni Consigliere, nel quale anteponevo una considerazione utile, secondo me, a sostenere la validità di una scelta, percepita dagli Abitanti come positiva anche xchè sì tanto attesa.
Per questo l'incipit del discorso era una frase che sottolineava il ben accolto cambio di rotta da parte dell Amministrazione di prossimità.
" ...non nascondiamo soddisfazione x questa nuova normativa, giacchè un po è vero che raccogliamo il parere di cittadini considerati un po ribelli, visti come parte del dissenso, ed magari proprio x questo che sino a pochi mesi fa si lamentava una malcelata insofferenza, quasi un fastidio, della politica locale verso queste tematiche considerate forse allora come poco prioritarie ..."
Riferendomi ad un gruppo di persone che un anno prima aveva avuto un diniego "un po brusco" dallo stesso Presidente su una richiesta di info a tal proposito.
A questo punto del intervento, cioè all'inizio proprio, il Presidente di Consiglio, Ferrante, s'alza in piedi e col microfono in mano mi intima di tacere, e di sospendere il mio intervento, urlando che io starei, a suo dire, insultando le Istituzioni, che questa non è la sede x i comizi, che devo rivolgermi altrove a dire le mie ... non ricordo l'aggettivo.
Allorchè ho provato a spiegare, con tono quieto, che se mi avesse lasciato continuare avrebbe forse capito quello che stavo dicendo, quando il Presidente è "andato oltre" e mi ha espulso dall'Aula, minacciando di fare intervenire la forza pubblica qualora mi fossi rifiutato di andarmene.
Il tutto accadeva mentre io ero tranquillamente seduto al mio posto, l'intero Consiglio era atterrito ed il Presidente ormai fuori disè, urlava quello che il suo "intuito" gli aveva erroneamente suggerito...
Cioè si era convinto che io stessi per accusare la sua persona per non aver concesso una aiuola, da accudire, ad un noto Comitato Popolare, già stigmatizzato in altre occasioni dallo stesso Presidente.
Così, realizzando l'intera pantomima su un costrutto inesistente, mi ha accusato di antipolitica, di ignoranza, di incompetenza, tracimando nel personale come è suo stile.
Ma questo non lo troverò nei verbali, mi sa.
Nel corso del suo delirio avvertivo, con tatto e benevolenza, il Presidente che io non avrei lasciato il posto, assegnatomi non da lui ma dagli elettori, di mia sponte e che consideravo illegittimo il suo diktat.
A dimostrare l'assoluta prevaricazione anche rispetto a tutto il Consiglio riunito e l'arroganza che ne distingue la gestione politica, il presidente rapidamente ha chiamato e chiesto alla Polizia Municipale di intervenire ed allontanarmi a forza. Impedendomi così anche di votare il provvedimento.
Non ultimo il particolare di quando, al loro arrivo, i Vigili si son trovati in Aula un signore paonazzo e agitato che urlava verso un altro, rispettosamente seduto al suo posto, e increduli hanno dovuto allontanare il secondo.
Ovviamente senza resistenza alcuna da parte mia, un po perche non ho piu l'età, ma anche e soprattutto xche non potrei certo prendermela con due lavoratori del Comune, con i quali ci siamo cordialmente salutati appena usciti dal Aula.
Questi i fatti, come si sono svolti cronologicamente.
Un fatto, incontestabile, è che l'intero Consiglio, circa una ventina di Consiglieri presenti, non ha fiatato, non è riuscito neanche a chiedere spiegazioni, ad ottenere una pausa ed un incontro tra i capogruppo, a reagire in alcun modo, semplicemente soppraffatto dagli eventi resi surreali dalla arbitraria, personalistica e uterina gestione dell'Assemblea da parte del Presidente di Municipio, assolutamente inadeguato al ruolo di garante del pluralismo che dovrebbe ricoprire.
(Il che mi fa anche dubitare della "scuola dirigenti PD", evidentemente sono a corto di "quadri" un minimo presentabili)
In realtà l'unica iniziativa di reazione a si tanta arroganza sarebbe quella di censurare pubblicamente la decisione arbitraria presa dal Presidente, come palesemente antidemocratica e ai limiti della legalità, tanto da essere lesiva delle Istituzioni e del diritto all agibilità politica ad esse, discriminando di fatto la partecipazione di parte della Cittadinanza.
Quello messo in atto dal Presidente del Municipio3 dovrebbe essere un comportamento inaccettabile, da parte di chiunque si ritenga civile e democratico, dovrebbe essere stigmatizzato e condannato dalle Istituzioni stesse e da chi le rappresenta ai livelli che ne garantiscono la Sovranità, perchè si ripristini un clima di civile e adeguato confronto Politico e Istituzionale all'interno del Municipio bassaValBisagno, messo pesantemente a rischio da tre anni di insofferenza alla critica da parte della stessa Presidenza, culminati in quest'ultimo ecclatante episodio.
ConsigliereGiuseppePittaluga
CapogruppoPRC/FdS
MunicipioBassaValBisagno
Comune di Genova
lunedì 10 agosto 2015
LA LEGGENDA DEI 37 EURO AI PROFUGHI
LA LEGGENDA DEI 37 EURO AI PROFUGHI
E LA PROPAGANDA XENOFOBA DI DESTRA E LEGA
la verità è tutt'altro.
Può sembrare apparentemente cinico considerare il carico umano che approda alle nostre frontiere solo sotto l'aspetto economico, ma questa è la funzione che realmente assume nel perverso cilclo di prodizione del Capitale.
Il Capitalismo ci consegna l'Esodo africano come merce in transito, con le stesse caratteristiche e peculiarità dei container, con una gestione però meno razionale e piu complicata.
Riconoscer questo aspetto ci puo permettere, in primo luogo, di impadronirci e di gestire queste dinamiche di movimento di massa forzato e contemporaneamente a questo di smantellarne le caratteristiche di lucro e sfruttamento che queste si portano dall'origine. Riconoscendo e valorizzando invece il ruolo ed il contributo sociale della persona e della sua esistenza.
Ogni persona al suo arrivo in italia come profugo o sfollato da Paesi in guerra o in grave crisi, viene inserita nel sistema nazionale di protezione rifugiati e richiedenti asilo che prevede un percorso definito dalla legge, una legge finanziata soprattutto da fondi europei.
Alcuni passaggi conseguenti all'accoglienza prevedono il temporaneo collocamento di piccoli gruppi di richiedenti in locazioni distribuite sul territorio nazionale. Questo passaggio di inserimento abitativo avviene su mandato delle Prefetture. Vengono di conseguenza indetti dalle Amministrazioni dei Bandi di Gara riguardanti i diversi aspetti organizzativi.
La locazione e l'affitto di un sito, la logistica necessaria, il personale e l'ufficio destinato alla gestione della struttura, il vitto e l'economia domestica ordinaria e straordinaria della stessa, con utenze e consumi, le eventuali consulenze esterne (medico, barbiere ,,,).
L'insieme di queste esigenze fa si che (qualcuno pare lo abbia calcolato) si generi attorno ad ognuna delle persone ospitate, un indotto di circa 37 euro quotidiani.
Soldi, risorse che gravitano esclusivamente intorno al'applicazione delle normative., utili alla funzionalità di queste in quanto finanziamenti europei a questo dedicati.
Soldi che, con scelte differenti di allocazione dei rifugiati, non sarebbero assolutamente investiti in altro modo in quei territori, non ci passerebbero neanche. Essendo destinati a copertura delle direttive europee e della legge sui richiedenti asilo. Ripeto.
La Comunità che decidesse di occupare un ruolo attivo in questo percorso legale di accoglienza e soluzione di problemi, che riguardano in realtà i destini ed il futuro di queste persone quanto quello della stessa comunità, paese, territorio, creerebbe una ricchezza immediata a vantaggio dell'economia locale, nei termini di cui sopra, fornendo questa le risposte alle esigenze esistenziali degli ospiti direttamente con le proprie potenzialità produttive e di servizio.
37 euro a persona, un gruppo di due famiglie, circa dieci individui, cioè 370 euro al giorno, 11100 euro al mese, 133200 euro l'anno.
Distribuiti capillarmente verso le varie professionalità coinvolte, in un economia di prossimità, questo con sola presenza di due nuove famiglie.
Inoltre la potenziale risorsa non si esaurisce in una mera redistribuzione, ma in progres contribuisce a modificare positivamente alcuni assetti, indirettamente economici.
In due o tre gruppi famigliari alcuni saranno minori, in età scolastica, e la risposta a questa esigenza puo aiutare i Comuni a sostenere la necessità di mantenere Scuole materne o elementari decentrate, costantemente a rischio chiusura, ad o ottenere fondi scolastici rispetto all'aumentato numero di allievi.
Vero che la legge prevede che gli adulti non godano del diritto al lavoro salariato sino al riconoscimento dello status, ma è anche probabile che gli adulti uomini o donne vogliano o possano partecipare al bene comune, trovando una dimensione di collaborazione diversamente gratificata, come la banca del tempo, pratiche di mutuo soccorso, di solidarietà vicendevole (un esempio pratico dalla mia terra, il terrazzamento a secco. Individuato il declivio tutto il paese partecipava allo scavo e alla costruzione dei muretti, e a chi non possedeva gli si lasciava poi una fascetta, piccola).
Questo processo porta ad un confronto anche culturale a diversi livelli, con il conseguente rinnovamento e recupero di pratiche e valori.
Spesso si parla di "valore aggiunto", l'inserimento di un elemento con queste potenzialità propositive in un territorio affievolito ed invecchiato, porta esattamente a questo.
La prima considerazione sarebbe quella che tutto questo potenziale di ricchezza non viene certo messo in moto da un Governo imbelle, ma casomai dalla rete dei Comuni, l'Anci, che con lo Sprar*, il servizio dedicato e finanziato dal Commissariato Europeo, gestisce l'intero sistema dell'accoglienza collaborando con le prefetture, sino al riconoscimento, o meno, dello Status di Asilo, che prevede doveri e diritti di Cittadinanza.
Percio i sedicenti "Democratici" ora al Governo, gli avvoltoi Liberisti, loro complici e fautori di leggi criminali sull'immigrazione, l'eversiva destra xenofoba e leghista, bene, questi non hanno fatto e non fanno assolutamente niente per migliorare la situazione, anzi.
Se il sistema di accoglienza funzionale almeno ad alleggerire le criticità, è osteggiato da alcune Amministrazioni in malafede, se lo si rallenta per speculare sulle presenze, se viene costantemente sabotato cercando di creare ad arte situazioni di pseudo emergenza, è proprio loro responsabilità.
A pensar male, questa percezione di degrado e di disorganizzazione volutamente diffusa, non è per ignoranza quanto per profitto.
Lo status quo mantiene con la costante emergenza tutta una serie di complicazioni e passaggi utili a far quadrare dei conti (vedi Roma/rifugiati), pseudo imprenditori insieme a proprietari e palazzinari scorretti giocano col sommerso come in borsa, ed infine è funzionale alla propaganda becera di razzisti e nazionalisti, uniti nello strumentalizzare paure e incomprensioni.
A proposito di questi ultimi, mi sovviene che, alla luce della realtà dei fatti sulla questione dei costi/ricavi dell'accoglienza, è evidente che con le loro proteste e intimidazioni vogliono privare di una potenziale ricca risorsa le Comunità locali. Questo è. Dietro il nonsenso "prima gli italiani" in realtà con la propaganda razzista ci impediscono di migliorare le nostre condizioni, di dare una chance a noi e al nostro Paese, e aiutano gli speculatori "amici", che trascinando le cose nel torbido e nell'illegalità ne fanno un ricco affare.
GiuseppePittaluga
Consigliere PRC
Municipio bassaValBisagno
*(SPRAR servizio protezione richiedenti asilo e rifugiati.
E' l'Ente che gestisce il realizzarsi di tutte le fasi del percorso dall'identificazione e accoglienza alle Commissioni Territoriali e l'esito di queste sullo status concesso. Non manca certo di criticità e contraddizioni ed è necessario una elaborazione dell'attività svolta ad oggi per rendere ogni prassi o protocollo organico ad una pianificazione, che ancora manca. )
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