Settembre, e siamo già ad affrontare i nubifragi autunnali, probabilmente alleviati dalla manutenzione finalmente messa in atto nei mesi estivi, anche se ciò non allevia invece dalle responsabilità rispetto al recentissimo passato, quando invece la scarsa attenzione a questo aspetto ha incrementato il disastro.
Danni cmq inevitabili, allo stato delle cose, giacchè ben lungi dal esondare i rivi ed i fiumi del territorio, si è assistito all'ennesimo diffuso allagamento, alla desolazione del fango e delle attività rallentate o bloccate, alla difficoltà, esistenziale oramai, di chi abita in quest'area, costantemente colpita.
Inutile che ci vengano a raccontare quella dello scolmatore del Fereggiano. E' inutile perchè questa opera sarebbe assolutamente inutile a ripararci da quello che è successo qualche giorno fa. Inutile ad evitare quello che è successo ad ottobre dell anno passato. Inutile xchè non raccoglie i rivi Rovere e Noce, ben piu infidi del Fereggiano, fiume questo facilmente canalabile, lo sappiamo, con minor spesa e piu efficacia
Contiamo invece i danni, anche in questa occasione meno funesta di altre.
In un tessuto produttivo già stremato dalla crisi e dalle scelte poco lungimiranti di un urbanistica anacronistica, le sofferenze causate dalle emergenze meteo, dagli allagamenti, con le conseguenti perdite, vengono percepite come insormontabili, così come lo appare la fatica di ripristinare l'attività lavorativa e le relazioni che la circondano.
E la demotivazione, la rinuncia in settori dove l'impresa è polverizzata sul territorio porta con se la crisi del piccolo indotto di riferimento, contribuendo alla desertificazione commerciale e produttiva del territorio stesso. Con costi che vanno al di là della monetizzazione del danno materiale.
E non si risponda che potrebbero locare ogni singola azienda, ogni laboratorio artigianale altrove. L'Amministrazione non ha mai pensato di facilitare questa delocalizzazione derogando o inserendo norme che ne permettessero la vicinanza (compatibilmente ad altri parametri) con la sede originale. Ad esempio.
Contiamo, ancora, i danni subiti dalle persone nella loro quotidiana esistenza.
Dai lavoratori che devono chiedere ferie, perchè bloccati dal fango o dall'assenza di mezzi pubblici, che perdono ore di retribuzione per i ritardi di treni e per le vie di comunicazione interrotte. Dalle famiglie con figli in età scolastica, che vedono determinare la loro mattinata di impegni dalla apertura o chiusura delle scuole. Dalle centinaia di persone anziane che vivono da sole e che in questi frangenti debbono ricorrere alla rete parentale ed alle proprie risorse x superare le difficoltà.
Danni milionari, costi insopportabili. Finanche, abbiamo visto, il costo in vite umane.
Il PRC genovese propone da un decennio di rivedere il Piano di Bacino orientandolo verso la rinaturalizzazione urbana degli alvei torrentizi, sappiamo bene che le prospettive offerte sono cmq altre, culminanti nella realizzazione dello Scolmatore per il Bisagno. Non la riteniamo la soluzione migliore, anzi, ma almeno E' una delle soluzioni possibili.
Allora, se è questo che si pensa sia davvero risolutivo l'Amministrazione chieda con forza e immediatamente l'avvio degli Interventi previsti dal Piano di Bacino, pretenda che il Governo fornisca da subito le risorse per la irrigimentazione delle acque piovane dai crinali, dai versanti, sino all'alveo rinaturalizzando ove possibile, in tutta la val Bisagno, insieme alla realizzazione del vero Scolmatore per il fiume stesso. Questo prevede il Piano di Bacino, non tapulli collaterali.
Sono necessari poco piu di 300 milioni di euro, il Ministero LLPP già ha avvallato l'operazione, Renzi col suo Governo ne ha sbandierato l'imminenza.
Sono davvero pochi, Genova ne ha già pagato molti di piu, ad ogni alluvione.
Pretendeteli allora.
Oppure continuerete a insistere col dire che "la torta di riso è finita" e che l'ideona, tanto inutile quanto dispendiosa, di un miniScolmatore di 5 km. in un torrente, che non è il Bisagno, con una presa a pochi metri dal suo sbocco naturale, sia tutto quello che abbiamo per salvarci ?!
Una mini grande opera ruffiana, uno specchio x allodole che fa risparmiare risorse un governo "amico", un escamotage per svicolare ancora un po di tempo alle responsabilità Politiche.
Sacrificando, come va da centocinquant'anni circa, Genova e i genovesi.
giuseppe pittaluga PRC/FdS municipio bassa valbisagno
Bassa Val Bisagno / Municipio III, Abitanti: 77.721 (12,8%); Superfice: 789,74 di cui 435,11 di zona urbanizzata ...
e non pochi grassi interessi, dall'area mercato alla metropolitana, finanche bacini fluviali e opere abbastanza "grandi" da esser appetibili businnes, come lo scolmatore...
Il Decentramento sarebbe un'opportunità di partecipazione, pensare di arrivare all'idea di PortoAlegre magari è eccessivo ma pretendere di sapere e incidere sulle scelte che ci riguardano dovrebbe esser il minimo sindacale, credo.
Dopo l'alluvione del 1970 che causò pi di 70 vittime, il Ministero dei Lavori Pubblici presentò subito dopo il progetto che prevedeva la costruzione di un micro scolmatore, cioè una condotta sotterranea di 6 m di diametro che passava sotto C.so Sardegna fino al rio Casaregis sotto l'omonima via...
RispondiEliminaChe fine ha fatto questo progetto?
Qesta condotta che avrebbe convogliato il rio Fereggiano , intercettando anche i 2 rii Noce e Rovare che corrono sotto via Tolemaide, avrebbero ridotto la portata del Bisagno di 300 mc/secondo, cioé entro i valori di non esondazione a borgo Incrociati... scaricando questa portata nell'attuale foce del rio che vedete all'inizio di c.so Italia.
PERCHÉ NON VIENE RIESUMATO QUEL PROGETTO DEL 1971 CHE COSTA 1/5 DEL MINI SCOLMATORE?