e non pochi grassi interessi, dall'area mercato alla metropolitana, finanche bacini fluviali e opere abbastanza "grandi" da esser appetibili businnes, come lo scolmatore...

Il Decentramento sarebbe un'opportunità di partecipazione, pensare di arrivare all'idea di PortoAlegre magari è eccessivo ma pretendere di sapere e incidere sulle scelte che ci riguardano dovrebbe esser il minimo sindacale, credo.

martedì 13 dicembre 2016

il destino del ponte sul Molinetto



Ultrasecolare, ferito dall'alluvione: ma il Comune non lo restaura

Quezzi, il destino del ponte sul Molinetto 'sorpassato' da una rampa di cemento

di Fabio Canessa
domenica 11 dicembre 2016

A Genova Quezzi c'è preoccupazione per lo storico ponte sul rio Molinetto: danneggiato dall'alluvione, mai più restaurato, ora il Comune vuole sostituirlo con una rampa carrabile. I cittadini però storcono il naso: "Non ci fidiamo, abbiamo paura di restare di nuovo isolati".

GENOVA - Che ne sarà dell’antichissimo ponte sul rio Molinetto a Quezzi? Se lo chiedono i residenti dell'omonima via sulle alture di Genova, sempre più preoccupati. L’arco in pietra resiste da oltre 800 anni ed è sempre stato l’unico modo per raggiungere le case a monte con motorini e mezzi agricoli. Nel 2011 l’alluvione lo travolse. Danni lievi, eppure l’isolamento è durato 15 mesi prima che il Comune mettesse una passerella metallica in attesa dello sperato restauro. Ma adesso l’amministrazione sembra aver cambiato i piani.
La soluzione, già emersa negli scorsi mesi, è stata confermata nell'ultima riunione in Municipio. Il progetto prevede di abbattere tre edifici sulla sponda sinistra del rio, poco prima della confluenza nel Fereggiano, per poi costruire una rampa carrabile al posto delle scalette esistenti. In pratica un accesso carrabile a un'antica creusa che non lo sarebbe, anche se tutti l'hanno sempre usata a questo scopo, compresi i mezzi dell'Amiu. 
Ma gli abitanti vorrebbero tenersi stretto il loro ponte, documentato prima del 1200 e ancora al suo posto dopo tanti secoli. Dargli una sistemata costerebbe anche meno, visto che per costruire la rampa sarebbero a disposizione ben 254 mila euro. "Chi deve accedere con un mezzo non può usare le scale e quindi ha sempre usato il ponte - dice Giuseppe Pittaluga, residente oltre che consigliere municipale di Prc - ma l'amministrazione non vuole ristrutturarlo, e così lo condanna all'abbandono. Uno degli edifici da abbattere è abusivo, ma gli altri due andrebbero espropriate alle famiglie che abitano qui. Poi la rampa partirebbe in curva, che non è certo l'ideale".
Il ponte, dicono i tecnici, non lascia abbastanza spazio al deflusso e quindi non si può usare, a meno di non abbassare l’alveo, soluzione finora ignorata. Abbatterlo non si può perché è vincolato dalla Soprintendenza. Eppure nessuno, prima del 2011, aveva lamentato problemi. "Quel 4 novembre - racconta Pittaluga - la strada stessa si trasformò in un fiume. I muretti sono caduti dentro il rio spinti dalla forza dell'acqua che scendeva lungo via del Molinetto. La quantità di fango e detriti che arrivava qui era impressionante". 

Con la rampa, dicono gli abitanti, si rischia di peggiorare la situazione. Da una parte verrebbero ostruite le vie di fuga per l'acqua nella parte iniziale della strada, che combaciano alle scalette con cui si accede ai vecchi trogoli. La rampa stessa, poi, diventerebbe uno scivolo per l'acqua, come in parte successo già nel 2011 quando all'imboccatura del ponte scendeva di tutto dalla vicina via Fontanarossa. Dall'altra ci sono ben altri timori: "Secondo noi la rampa serve in prospettiva per costruire un nuovo parcheggio". E siccome non c'è altro spazio, bisognerebbe farlo a sbalzo sul greto del Molinetto. 

Nel 2011 questa via visse un'odissea durata oltre un anno. Col ponte inagibile - impossibile camminarci in sicurezza anche se la struttura è del tutto integra - la gente del posto poteva raggiungere case e terreni solamente a piedi. 
E il timore è che possa accadere di nuovo: "La nostra preoccupazione - dice Pittaluga - è che alla fine non si faccia né l'uno né l'altro. Perché sul ponte non c'è nulla di scritto. E noi rischiamo di mangiare questa minestra o saltare dalla finestra".

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