Bassa Val Bisagno / Municipio III, Abitanti: 77.721 (12,8%); Superfice: 789,74 di cui 435,11 di zona urbanizzata ...
e non pochi grassi interessi, dall'area mercato alla metropolitana, finanche bacini fluviali e opere abbastanza "grandi" da esser appetibili businnes, come lo scolmatore...
Il Decentramento sarebbe un'opportunità di partecipazione, pensare di arrivare all'idea di PortoAlegre magari è eccessivo ma pretendere di sapere e incidere sulle scelte che ci riguardano dovrebbe esser il minimo sindacale, credo.
sabato 24 dicembre 2016
Il Ponte storico del Molinetto, e il suo destino.
Quello che potete leggere e visionare esposto in Municipi3
è il Progetto dell'intervento previsto in Via del Molinetto.
Lo scopo di questa Opera Pubblica è duplice, ed i fondi (254mila eu. provenienti dai Fondi Messa in Sicur. del Ferregg.) sono vincolati a questi due parametri: sistemazione e miglioramento del aspetto idrogeologico e della viabilità.
In quel luogo e non altrove.
Il Progetto risponde in qualche modo, vedremo come, a queste due criticità, con le prospettive e la mentalità progettuale di un decennio fa, quando pareva che l'emergenza fosse togliere dalla strada moto e auto parcheggiandole ovunque, oltreche canalizzare i torrenti con argini di cemento.
Questo progetto infatti è lo stesso che girava all'epoca dell'alluvione del 2011.
Ricordo a questo proposito che, i gg seguenti all'alluvione, un solerte Geometra comunale ha interrotto il ripristino del Ponte, smantellato i lavori già in corso sullo stesso, chiuso l'accesso, ed intimato agli abitanti di mettersi il cuore in pace, che intanto lì si farà una "rampa". Dopodichè 15mesi di isolamento ed infine l'attuale passerella provvisoria.
Da quei tempi "è passata tanta acqua sotto i ponti", è cambiata la sensibilità comune ed oggigiorno nessuno si sognerebbe più di accedere ad una creusa storica con una rampa carrabile che scende al livello di un alveo torrentizio, e lì fare una piastra asfaltata con un park motorini, soprattutto perchè il nuovo Piano di Urbanistica Comunale (PUC) non lo permetterebbe certamente.
Eppure questo Progetto nato dalla Messa in Sicurezza del Fereggiano ha oltrepassato le epoche e si ripresenta oggi, con piccole variazioni, come Soluzione al problema dell'accesso alla Via.
Nel punto più fragile e coinvolto dai tristi avvenimenti del 2011.
A noi sembra improponibile, e davvero anacronistico nel merito degli interventi previsti:
>Rispetto alla criticità del deflusso delle acque piovane provenienti dalla stessa Via Molinetto, dalle scalinate adiacenti e da Via Fontanarossa (contributo notevole, l'acqua nella creusa prima del ponte arriva alle ginocchia nel momento peggiore) si prevede di allargare una piccola caditoia già presente sulla strada, raddoppiandola e coprendola con "grate", per dirigerne poi il podotto, intubandolo, oltre il salto poco distante.
Sappiamo come sia assolutamente insufficente a raccogliere la quantità d'acqua che scende e si trasforma in una fiumara stretta tra muretti.
Dunque quest acqua arriverebbe in fondo alla creusa senza piu incontrare le attuali importanti vie di fuga rappresentate dalle due scalette di discesa nel rivo, che diventano ogni volta salvifiche e capienti caditoie, liberando il pianetto dall'acqua. Altro che due grate!
Infatti la piastra asfaltata che accoglierebbe la rampa asfaltata prevede di chiuderle entrambi, sostituite da un drenaggio di grate e tubi (!!).
>Ancora, questo intervento prevede certamente un appesantimento ed una impermeabilizzazione ulteriore, in un micro contesto che è in equilibrio da circa mille anni, da tanto esiste con certezza il "blocco" di case che insiste sulla sponda del torrente presa in considerazione. Questa è attraversata nel sottosuolo da diverse infiltrazioni che sfogano nel rivo, che verrebbero interrotte, deviate, tappate dalla colata di cemento. Prevedendo loro delle "palificazioni" e infiltrazioni, per aumentare la "sicurezza" degli argini (trasformandoli in un grigio massiccio muraglione), ci viene il dubbio che tanto sicuri di non trascinare tutto nel torrente, non lo siano poi tanto.
Sappiamo tutti noi che lasciare libera l'acqua di scendere nell'alveo è l'unico modo per non venir troppo danneggiati dalla sua furia.
E' chiaro ai nostri occhi che si tratta di un evidente peggioramento delle condizioni di sicurezza rispetto al assetto idrogeologico, così fortemente solleticato e modificato.
>Rispetto al deflusso della Piena Duecentennale (quella prevista dalla Legge come limite a cui attenersi) e agli impedimenti che troverebbe in quel punto, dove il torrente incrocia il Ponte, si tratta in sintesi di eliminare i piloni appoggiati in alveo (in realta appoggiati sui vecchi trogoli scavati nella pietra del rio) che sostengono una baracca di blocchetti abbandonata. Questi piloncini trattengono detriti creando in concomitanza del ponte un "tappo" pericoloso. Vero. Ma se questa baracca crollasse in una delle tante piene, non avrebbero neanche piu questo obbiettivo, se non il rimuovere dei detriti.
>Invece con questa Opera non incidono affatto sul famoso insufficente "franco idraulico" del nostro Ponte rispetto a quello previsto (lo spazio tra l'alveo ed il ponte), nonostante questo sia il motivo sostanziale del "illegalità" presunta del nostro ponticello, motivo per cui sarebbe difficile permetterne l'utilizzo.
Questo in realtà potrebbe essere ovviato, come ha ammesso lo stesso Tecnico Infrastrutture, spaccando lo scoglio sotto il Ponte e anticipando così il "salto" del torrente di pochi metri, certo si dovrebbe spostare entrambi i pozzetti della rete fognaria, inappropriatamente collocati lì tempo addietro, sistemando cos' anche questa incongruenza.
>Ma la cosa più eclatante di questo Progetto è il ripristino della Viabilità alla creusa. Come si ottiene questo risultato? Ripristinando il Ponte che per 850 anni ha permesso a carretti, muli, persone, motocarri, motorini, trattori e carriole di transitare sereni lungo quegli antichi argini?' No.
Certo che no.
L'accesso ad una Via rurale pedonale viene reso "carrabile"per decreto(!), che per il Codice della strada sono cmq due cose differenti; questo accesso viere realizzato in piena curva, che sempre per il codice stradale non è molto chiaro; con una "rampa" di cemento armato larga quasi tre metri che taglia un marciapiede ed ha una pendenza eccessiva per qualunque mezzo a mano o a traino umano.
Questa Rampa finirebbe ad innestarsi sulla creusa davanti ad alcune cantine in coincidenza con l'accesso al vecchio ponte (che verrebbe transennato e chiuso al passaggio, sino a quando non si sa)
Dove migliora la viabilità e l'accesso alla Via e per la Via? Quale contributo porta questa Rampa se non quello di altre tonnellate di acqua provenienti dalle Vie soprastanti? A cosa serve, che non poteva servire il Ponte?
Il Ponte Pedonale. Perchè mai non lo si puo riutilizzare come prima?
Questa manfrina è stata un teatrino condotto su un canovaccio che segna il degrado della politica Amministrativa nostrana, secondo noi.
Neanche un euro di questi 254mila sarà dedicato al restauro del ponte, NON è previsto nessun intervento, neanche per renderlo pedonale. E' previsto invece che venga chiuso al passo, all'inauguarazione della Rampa.
Quel'idea di restauro storico del Ponte, con ringhiera e passaggio esclusivo pedonale, raccontata in Commissione Municipale, dal Tecnico Progettista è una fantasia priva di "fondi" e di progetto, sua credo, forse neanche la Sovraintendenza ne sa nulla.
Quello che invece sa la Sovrintendenza rispetto al nostro Ponte è che non ha nessuna responsabilità sulla proroga o meno della Passerella Precaria, che per ora ci assicura il passaggio e la via per casa.
Sentiamoci liberi di criticare e decidere.
Quando il Presidente di Municipio sostiene che sarà costretto dalle Normative a non derogare oltre alla passerella provvisoria e a lasciarci tutti a piedi, come nel 2011, perciò ci conviene non opporci alla Rampa e dire grazie... non dice come sono le cose realmente.
La sua è una minaccia di ritorsione a cui non puo dar seguito, neanche volendo.
Intanto crediamo che la Legge sia al di sopra di Norme e Regolamenti, e la Legge sulle BarriereArchitettoniche, ma non solo questa, ci tutela da certe millantate prepotenze.
Inoltre è palese che, anche qual'ora si iniziasse domani con l'intervento previsto, i lavori durerebbero mesi, forse anni. E per tutto il tempo la Passerella Provvisoria dovrebbe ovviamente rimanere "stabile".
(qualcuno potrebbe dire "se mi dici di si la lascio, se no la tolgo"... ma cadrebbe nel penale, penso)
Non ultimo l'esproprio immobiliare a due famiglie, per ragioni di pubblica utilità.
Sono quattro gli immobili di cui è previsto l'abbattimento. Due di questi sono le cantine di due famiglie Abitanti il nostro Borgo. Sappiamo bene tutti quanto nelle nostre piccole casette sia indispensabile un luogo, un posticino, un anfratto dove infilare tutto quello che in casa sul momento è di troppo. Una cantinetta, una baracchetta, è vitale dalle nostre parti.
Entrambi le famiglie cedendo la cantina vedrebbero svalutate le loro proprietà, ma quel che è peggio verrebbero ridotte a niente le opportunità di cui sopra. Credo siano comprensibili i loro dubbi a questa soluzione, almeno quanto è incomprensibile l'ostilità degli Uffici verso soluzioni alternative, del resto già avanzate dagli stessi proprietari, nel caso di ineluttabilità dell'Intervento Pubblico.
Percorrere l'alternativa, utile ed economica. E realizzabile nell'immediato.
Noi crediamo sia opportuno, necessario spostare l'attenzione, la progettazione, il destino dell'Intervento Pubblico, sul ipotesi di Restauro Funzionale del Ponte Storico. Funzionale a quegli obbiettivi già esposti. Di conseguenza inquadrabile nei parametri necessari all'utilizzo di quei Fondi a questi vincolati.
Abbattere l'edificio con i piloni nel rio ovviamente, convogliare parte delle acque tramite l'adeguamento delle caditoie, permetterne anche la caduta libera dalla piazzuola ricavata, nel salto sottostante, adeguare l'impianto fognario modificandone l'assetto in quel punto, e realizzare un anticipo del salto nel letto del torrente spaccando a modo lo scoglio sottostante il Ponte.
Ponte che avrebbe così al di sotto del suo arco, lo spazio necessario a permettere il passaggio del torrente in piena.
Posto che con l'Allerta Rossa i Ponti non sarebbero praticabili e posto che molti dei ponti in uso nel genovesato non hanno un "franco idraulico" superiore, cosiderato ancora che anche nel 2011 il Ponte è stato divelto dai parapetti e di parte del selciato dall'acqua arrivante dalle strade;
siamo convinti che ripristinarne selciato e parapetti e riportarlo all'utilizzo precedente dovrebbe essere considerata una ipotesi percorribile e auspicabile, nel finanziamento a cui il ripristino della viabilità regolare viene inscritto.
Il restauro dell'arco e degli accessi al Ponte storico potrebbe convivere in un contatto rispettoso con la sovrapposizione allo stesso di una leggera struttura moderna, adatta al moderno transito, in acciaio. Il contrasto tra le due strutture ne valorizzerebbe e ne evidenzierebbe l'importanza, rispettando l'estetica e la funzione del nostro ponte medioevale, liberato dal esistente che lo mortifica.
Ulteriore elemento di drenaggio e sicurezza rimane l'ipotesi dell'abbattimento di un immobile raso strada, posto sul marciapiede, potrebbe esser realizzata al fine di un intervento utile a drenare e irrigimentare le acque che provengono verso quel punto da Pedegoli e da Via Fontanarossa, ampliando inoltre lo spazio a disposizione limitrofo al ponte, utile allo scarico di materiali e merci per i residenti.
Si tratta dunque a nostro vedere di inquadrare il ripristino dela viabilità attraverso il Ponte come Opera prioritaria, e questa in un intervento che incida nel migliorare il deflusso nel rio delle acque piovane, e dello stesso entro gli argini, salvaguardando il contesto e la sicurezza.
Questo non significa che nulla possa essere modificato, ma che questo avverrebbe nella prospettiva indicata poco sopra.
Siamo certi che nella salvaguardia e nella tutela dell'interesse Collettivo, del Bene Comune, ogniuno possa poi trovare il conforto per la propria sicurezza e qualità di vita.
Questo proveremo a sostenere nelle Sedi Istituzionali che ospiteranno ancora le fasi di Approvazione del Progetto sul Molinetto.
Chiediamo agli Abitanti ancora lo sforzo di tenere alta l'attenzione e pretendere trasparenza e condivisione; qual'ora si formasse un gruppo indipendente di interesse sulla questione potrebbe presto venire ascoltato in Sede Comunale.
Crediamo che la democrazia sia partecipazione
GiuseppePittalugaCapogruppoFdS/PRC MunicpioBassaValBisagno
CircoloPRC"Dente"BianchiniPzzaRomagnosi
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