e non pochi grassi interessi, dall'area mercato alla metropolitana, finanche bacini fluviali e opere abbastanza "grandi" da esser appetibili businnes, come lo scolmatore...

Il Decentramento sarebbe un'opportunità di partecipazione, pensare di arrivare all'idea di PortoAlegre magari è eccessivo ma pretendere di sapere e incidere sulle scelte che ci riguardano dovrebbe esser il minimo sindacale, credo.

venerdì 21 dicembre 2012

Concerto di strumenti "a pizzico" nel Salone di rappresentanza del MunicipioIII;Circolo Mandolinistico "il risveglio"


Il Salone del MunicipioIII Bassa ValBisagno
recentemente restaurato ed ora
a disposizione degli Abitanti


Un momento del Concerto di Mandolini, Mandole e Chitarre
che si è tenuto recentemente al Salone del MunicipioIII
aperto alla cittadinanza

sabato 15 dicembre 2012

Ponti, rampe e partecipazione... La svolta?!


Ora, il Municipio ha fatto per ora quel che poteva ( e da qui si capisce quanto poco in realtà possa).
Da subito Rifondazione Comunista ha lavorato a rendere cosciente l'Ente della drammaticità di una condizione difficile, invivibile per alcuni.
Avendo individuato nella persona del Commissario per il Fereggiano il responsabile per l'Intervento Accesso alla Via/ progetto-Rampa, dopo una Mozione approvata all'unanimità e facendo pressioni direttamente anche per iscritto, il Municipio3  dopo 13mesi dal transennamento del ponte ha ottenuto che gli Abitanti potessero almeno avere una risposta. 

Come sosteniamo da mesi in Rifondazione, la precedente amministrazione ha colpevolmente evitato di affrontare il problema, dopodichè l'attuale Assessorato Comunale ha abdicato per ragioni a parer nostro più di sudditanza politica che necessità economiche all'iniziativa del tecnico GianPoggi e del Commissario Burlando che individuavano la soluzione (!) al problema nella cessione gratuita al Comune di un'Intervento di urbanistica effettuato da privati a loro spese :
costruire una Rampa Carrabile alternativa al Ponte (che carrabile non lo è mai stato: era asservito ai mezzi rurali ed ai motocilcli, a velocità limitata, così come tutta la Creusa) abbattendo tre magazzini (uno abusivo) e creando un accesso diretto dalla Via principale (esattamente sul ponte della via, in curva) e tagliando a quell'altezza il marciapiede andandosi ad inserire nella creusa sottostante, con un dislivello di più di 2metri.
Ancora non si sa, ad oggi, quali siano i tempi di realizzo, neppure quale sia il disegno del progetto, neppure quanti soldi serviranno (ma tanto non sono i nostri, almeno in prima istanza...), certo che per rifare il Ponte, ad occhio sarebbero bastati una settimana e 10mila euro... sigh.

Ma una nuova è arrivata quest'oggi ... era nell'aria :
E' di pochi giorni fa l'accordo tra Coop7 e Commissario Delegato (attività svolta a titolo gratuito dal Pres, Burlando), così finalmente, considerando lo stato dopo gli eventi alluvionali e l'aver tergiversato abbastanza, 
il Governo "accetta" la erogazione liberale (il "presente") della Ditta Elpis (coop7) ovvero l'intervento Finalizzato al RIPRISTINO dell'' Accesso CARRABILE a Via del Molinetto...
Va da se che i drenaggi di sta Rampa dovranno esser funzionali almeno alla cascata d'acqua proveniente da tutta Via Fontanarossa, che altrimenti si abbatterebbe, ad ogni pioggia, sugli usci delle abitazioni con l'ingresso sulla Mulattiera....
Mulattiera storica, che verrà TRASFORMATA in CARRABILE PER DECRETO GOVERNATIVO.

Ed'è questa l'unica vera novità riguardo la questione, che probabilmente al nostro Presid. è sfuggita, essendo lui un promotore e sostenitore di un approccio sensato e pragmatico alla questione.
Certo non è una novità il fatto che a Giugno, con Assessore presente e sulla sua parola, il Tecnico Poggi dichiarava imminente la soluzione sventolando già dei progetti su carta, ma che a Novembre le informazioni erano ancora in mano di pochi intimi (il piccolo magic-circle del presidente).
Non lo è neanche il fatto che il Ponte di pietra verrà abbandonato al degrado grazie ai furbeschi "vincoli" richiesti dalla precedente Amministrazione che, abituata a mischiare le carte, ne ha così impedito l'immediata ricostruzione.
Non è nuova neppure l'idea che pur potendo agire con un intervento provvisorio "salvavita" di una passerella (alleviando così a un centinaio di Abitanti le pene di mesi e mesi), il Comune si sia invece dimostrato succube di una gerarchia autoritaria che non avrebbe ragione d'essere in democrazia, infrangendo ulteriormente le aspettative di inizio mandato.
Ma incassando questo regalo di fine anno.

Rimane il Municipio. Il Decentramento. 
Con la volontà espressa, deliberata e protocollata, di tutto il Consiglio Bassa Valbisagno a favore di un "Percorso di Urbanistica Partecipata". Un piccolo percorso in una piccola area a proposito di un piccolo intervento.
Il Presidente di Giunta e di Consiglio M.Ferrante si è espresso più volte a favore della promozione sul Territorio da parte del Istituzione Municipale, che ne realizzerebbe il percorso facendosi carico di istituire e seguire l' Iniziativa, garantendo il pluralismo d'opinione degli interessati. 
In questa triste storia sarebbe l'unico spiraglio di dignità civica, un piccolo tentativo di creare le condizioni minime necessarie perchè la Comunità torni a considerarsi tale, non un insieme di egoismi consociati in qualche speculazione, ma abitanti che condividono un territorio comune, che su questo si confrontano.

Per procedere in una direzione coerente il Municipio inviterà il Commissario Delegato a "presentare" l'Iniziativa agli Abitanti.
Crediamo che il Presidente lo possa convocare ad una Assemblea Straordinaria, e che questa venga indetta in orario serale per permettere agli interessati di partecipare. Nell'impossibilità di una Assemblea si può indire una CommissioneDue (urbanistica) "aperta" all'audizione degli Abitanti coinvolti, su nostro invito e/o su loro richiesta, con tema il Decreto del Commissario e ovviamente la sua presenza. Forse la Commissione sarebbe il momento più adatto a questa verifica-confronto
Opportuna Sede a nostro parere visto il rilievo della nostra partecipazione, è il Salone interno al Palazzo del Municipio, e attori in scena debbono essere gli Abitanti della Via coinvolta, un centinaio di persone, insieme ovviamente ai Consiglieri di Municipio e al Presidente, anche nel caso si trattasse di una Convocazione di Commissione.
Ancora è vero non ci sono dati e numeri certi sui tempi e i modi d'intervento, ma indire questo evento in tempi rapidi non è solo un segno di trasparenza e correttezza, è anche rispettoso del disagio che tutt'ora e nel prossimo futuro le persone dovranno sopportare. Certo è che i cittadini apprezzerebbero l'iniziativa aumentando l'adesione, la confidenza, ora lacerate da anni di latitanza istituzionale, verso l'amministrazione del territorio, verso il nostro futuro Comune della ValBisagno. Sarebbe un buon inizio.

giuseppe.pittaluga.PRC.bassaValbisagno

venerdì 14 dicembre 2012

Scolmatore e dintorni... Da "Repubblica"

...Repubblica Genova

La beffa dello scolmatore va in scena davanti al Tar
MARCO PREVE

LE GRANDI tubature in cui dovrà scorrere il Bisagno sono troppo strette 
rispetto alla portata massima prevista? Niente paura, vorrà dire che 
verranno riequilibrati i flussi della progettazione e l´acqua in eccesso 
convogliata nel celebre scolmatore del Fereggiano.D´accordo, lo scolmatore 
non c´è ancora, costa una marea di soldi e chissà se potrà accogliere una 
quantità d´acqua maggiore di quella preventivata, ma sono dettagli.


Un cittadino genovese che ieri mattina si fosse trovato nell´aula del 
Tribunale Amministrativo Regionale dove si teneva una delicata udienza 
sull´appalto da 35 milioni per la realizzazione del cosiddetto secondo 
lotto del Bisagno, ne sarebbe uscito con le idee piuttosto confuse circa 
il progetto originale e la sua "elasticità".


I giudici del Tar devono risolvere una controversia, nata dal ricorso 
delle imprese uscite sconfitte dalla gara d´appalto bandita dalla 
struttura commissariale gestita dall´ex prefetto di Genova, Giuseppe 
Romano.
Il Tribunale aveva affidato una consulenza a tre superperiti, i docenti di 
ingegneria Roberto Passalacqua, Stefano Podestà e Giorgio Roth. Le loro 
conclusioni erano state sorprendenti, evidenziando come lo stesso progetto 
definitivo posto a base di gara contenesse degli errori. Per provare a 
chiarire i dubbi i tre periti e i tecnici della struttura commissariale 
ieri si sono confrontati in aula (presente anche l´ex prefetto Romano). Il 
presidente del collegio Giuseppe Caruso ha sottolineato come, seppur non 
strettamente legati al giudizio, i temi sollevati dai periti fossero 
importanti perché riguardanti un´opera fondamentale per la sicurezza della 
città.


Si è poi entrati nel vivo con i tre consulenti che hanno sottolineato come 
la misura della sezione (la larghezza) delle canne laterali, contenuta nel 
primo progetto, non corrispondesse a quella poi rilevata in altri atti. 
L´ingegner Antonio Brencich, consulente del Commissario, pur riconoscendo 
che inizialmente erano state indicate misure diverse ha sottolineato come 
tutti i calcoli siano stati poi effettuati su quelle realmente previste 
dal progetto. Il restringimento della larghezza delle canne comporta però 
un innalzamento del flusso di acqua verso la sommità, dove le norme 
prevedono un "franco" minimo di un metro.


Ma su questo margine di sicurezza è intervenuto il responsabile del 
procedimento, l´ingegner Stefano Pinasco, dirigente del settore 
idrogeologico del Comune. Pinasco ha spiegato come l´autorizzazione della 
Provincia stabilisca che il "franco" debba essere «generalmente» (termine 
ritenuto discutibile dal professor Roth) di un metro, prevedendo quindi 
una deroga di alcuni centimetri. Pinasco ha quindi sostenuto che, qualora 
questo "franco" dovesse ridursi ulteriormente, si potrebbe diminuire la 
portata di 850 metri cubi al secondo stimata per il Bisagno, dirottandone 
la parte in eccedenza sullo scolmatore. Particolare non secondario, lo 
scolmatore, previsto come opera fondamentale per ridurre il rischio 
alluvionale, oggi non esiste, non è neppure finanziato e le centinaia di 
milioni di euro di costo preventivato potrebbero aumentare in caso dovesse 
accogliere più acqua di quella inizialmente ipotizzata.


In estrema sintesi, ieri nessuno è stato in grado di garantire che davvero 
la portata del Bisagno, con la nuova copertura sarà, come pubblicamente 
annunciato, di 800/850 metri cubi al secondo.


Sempre ieri, l´ingegnere Brencich ha rivelato in aula un retroscena 
inedito dell´alluvione del 2011: la furia del torrente, impattando contro 
l´inizio del primo lotto già concluso, provocò una voragine sotterranea di 
15 metri all´altezza della Questura. Prossima udienza il 23 gennaio.

-- 

Forum Sinistra Europea Genova
http://versose.altervista.org/
http://sinistraeuropeagenova.wordpress.com

giovedì 29 novembre 2012

Degrado Civico. A chi giova?


MAIL SPEDITA DA ALCUNI GIORNI DA DIVERSI RESIDENTI IN LOCO, CHE NON HA RICEVUTO ANCORA RISPOSTA, la rendiamo pubblica:
(aggiungendo che pochi gg fa il dott Crivello ha risposto ad una interrogazione di A.Bruno (FdS) ribadendo che attendono l'iniziativa di coop7 e la Regione)

Alla Cortese Attenzione di
Sig Sindaco di Genova Marco Doria,
Sig Ass.Comune di Genova Gianni Crivello , 
Sig Pres. Regione

 Liguria Claudio Burlando

Oggetto: segnalazione di degrado civico ed illegalità

Vorrei evidenziare l'urgenza di una situazione limite nel nostro Comune.
Vivo a Quezzi, in Via del Molinetto.
L'accesso alla Via dove abito è costituito da un Ponte, parzialmente danneggiato dalla piena è interrotto dal 4/11/2011,
non essendo stato ripristinato l'unica alternativa a questo è una scalinata, non da tutti superabile autonomamente.
Come me una cinquantina di famiglie sono state ridotte in condizioni di sentirsi "ostaggio" di una barriera architettonica.

Da un anno oramai la mia qualità abitativa è molto peggiorata,
non potendo utilizzare neanche i mezzi agricoli per trasportare cose e materiali sino a casa, pur avendo subito danni da riparare e dovendo provvedere a costanti manutenzioni,
non avendo la sicurezza di un rapido soccorso o di una praticabile fuga in caso di emergenza di qualunque tipo, pur vivendo in una zona a rischio dove l'abbandonar rapidamente la casa è previsto dalle normative,
non potendo realizzare neanche più il valore originale dell'immobile deficitario oramai di un accesso civilmente accettabile.

Credo sia necessario che le Istituzioni, il Comune di Genova con gli Assessori e i Tecnici responsabili,
e il Commissario per il Fereggiano a cui fanno riferimento gli interventi nell'area
chiariscano pubblicamente a me a agli Abitanti delle Vie coinvolte
(almeno tre: Via del Molinetto, Viale Canessa, Via MottaChiusura)
quali sono le prospettive reali e i tempi necessari per risolvere questa grave e illegale situazione,
in cui ci troviamo nostro malgrado da troppo tempo.


Come proposto da un Consigliere di MunicipioIII di Rifondazione Comunista e recepito pienamente dal Consiglio di MunicipioIII e dal suo Presidente,
non è procrastinabile ulteriormente il percorso di partecipazione urbanistica che prevede la consultazione degli Abitanti e la diffusione delle Informazioni su Intervento e Tempi di realizzo, già previsto in essere per questo periodo.

Grazie dell'attenzione,
in attesa di un positivo riscontro,
(seguono numerose le firme dei residenti)



martedì 27 novembre 2012

FEREGGIANO

Legambiente: Fereggiano : la nostra visione , le nostre priorità.

Abbiamo battuto un record. Per la prima volta una associazione ( nel mio caso legambiente ) 

ha visto rifiutata la sua richiesta ( scritta ) di essere audita. Mai successo ne in commissione ne in consiglio da oltre venti anni. Su mozione della destra con voto determinante di consiglieri di sinistra. E la democrazia ai tempi di mario monti ragazzi! Speriamo che se ne vadano presto a casa.

L argomento era il dissesto idrogeologico e cosa ha fatto ed intende fare l' amministrazione. Quel che segue e' quello che avremmo detto se ci avessero lasciato parlare.

Per noi del circolo nuova ecologia di legambiente genova il problema del dissesto idrogeologico e un combinato di ingordigia speculativa, cultura del territorio inesistente a livello amministrativo,cultura tecnica restata al paleolitico unita a una notevolissima presunzione da parte dei tecnici in ruolo apicale nelle amministrazioni, spreco di risorse economiche e umane che urlano vendetta.
Che si parli dello sturla, del bisagno, del branega o del molinasso il discorso e' lo stesso, gli stessi i risultati, identici, una volta per uno tocca a tutti. Disastri, danni economici, feriti e anche morti.
Per cercare di semplificare il discorso parlero' del fereggiano.
In questa area l'idea risolutiva che va per la maggiore e quella dello scolmatore/deviatore/scolmatore breve tre idee, una dell autorita di bacino, una della provincia, una del comune. Si parla di costi varianti tra 300. 120. 54 milioni di euro. Tre proposte diverse per tre istituzioni, tre idee prive di analisi econometriche, idrogeologiche, statiche, la cui mancanza non permetterebbe a quelle idee di superare un esame universitario, figuriamoci un esame governativo per la fornitura dei fondi necessari.
Ancora una volta e' il marketing che domina. Al gioco delle figurine panini chi se la spara piu grossa e conquista la figurina di pizzaballe vince.
Ma qui perdiamo sempre noi ciitadini. Vincono progettisti grandi imprese non genovesi e politici che di nastro in nastro tagliato restano inamovibili sulle loro poltrone. E ovviamente spendendo tutti i soldi nell'ennesima grande opera a favore dei privati. Per tutto il resto non rimane una lira e per i 10 o 15 anni che ci vorrebbero ai cittadini restano i fischietti dei vigili e i salvagente della protezione civile.
E nel frattempo impermeabilizzazioni, costruzioni in deroga, muri di cemento e asfalto vanno avanti. In altra sede abbiamo detto che il problema del fereggiano e urbanistico non idraulico. Quello idraulico, pur corposamente presente e' la scusa per coprire un sistematico e continuo abbandono dei cittadini al loro destino.
Il fereggiano e' una lunga e stretta valle che si estende accompagnata da 4 strade: via fereggiano, via pinetti, via daneo, via fontanarossa e tre piazze largo merlo, piazza pedegoli, piazza della chiesa di quezzi.
Il primo elemento che salta agli occhi e che c' e' una sola strada... In caso di un incendio, smottamento, terremoti o altro non esistono vie di fuga, le molte migliaia di abitanti non potrebbero allontanarsi e non potrebbero essere raggiunti dai mezzi di soccorso. Non e in progetto, meno che meno finanziata, una viabilita alternativa.
In un area dove sono ammassate circa 12.000 persone e 12-1500 auto non c' e' un parco, un impianto sportivo, non c e un centro pubblico per i servizi alle persone, non c' e' un locale pubblico per attivita' culturali e sociali nel quartiere.
Le tre piazze di cui sopra sono o luoghi di attraversamento del traffico o parcheggi, spazi congestionati e non liberi. I bambini che giocano all' aperto lo fanno sul rio insieme ai topi e agli spurghi fognari. Nessuno ha la benche' minima intenzione di intervenire. I soldi se mai arriveranno andranno per lo scolmatore.
Ma la cultura paleolitica del territorio continua ancor oggi a procedere nell'interesse privato e contro quello pubblico.
Esempi facilmenti documentabili:
In alto nella zona di pian dei ratti e' stata autorizzata l' asfaltatura di una strada in area sic. Denunciata la cosa nessun intervento.
Un signore proprietario di un rustico abbandonato ha scavato con una benna una strada sterrata per raggiungere la sua proprietà per ora diroccata . Dice che glielo ha chiesto la regione. Il tutto nei giorni dell allerta meteo e con tutta la terra smossa lasciata li. Nessuno e intervenuto la terra e' scesa a valle sospinta dai temporali.
Un po' piu' in la ci sono i laghetti del rio molinetto ( che piu avanti confluira' a formare il fereggiano). L alluvione dell' anno scorso ha distrutto la loro conformazione originaria, molti massi sono precipitati e hanno trascinato con se alberi e arbusti. I massi son li che pencolano, nessuno e intervenuto per rimuoverli e mettere l'area in sicurezza anche per evitare che finiscano sulle case sottostanti e per recuperare il corso del rio ora ostruito. Sempre in alto c' e' l area della ex cava Pesenti. Qualche decennio fa ci fu un intervento di messa in sicurezza nel corso del quale si creo' un invaso per raccogliere l'acqua piovana con una galleria che garantiva il deflusso in valle sturla in piena sicurezza. I conti pero' erano sbagliati e mai aggiornati. Risultato: nel 2011 a seguito dell alluvione l' invaso non riuscendo a scaricarsi nel tunnel esistente e' esondato e volumi consistenti d acqua sono precipitati con grande velocita e forza dirompente (vista la fortissima pendenza) sul corso del rio finocchiara che in basso, congiungendosi col molinetto forma il fereggiano.
In un anno nessun intervento nessuna messa in sicurezza. Se piove cazzi di chi ci vive sotto.In piu' nessuno ha fermato la costruzione dell'ennesimo parcheggione in area esondabile, tre piani di cemento e un muraglione di contenimento che restringono l'alveo e son pronti ad allagarsi alla prima forte pioggia.
Scendendo da via fontanarossa, via daneo, via pinetti, si puo notare una costante: il lato a monte delle strade e totalmente impermeabilizzato. Una continua sequenza di muri e muraglioni, alcuni vecchi, alcuni recentemente autorizzati, alcuni in via di completamento. Le decine forse centinaia di caditoie non fanno passare acqua, sono cosi asciutte che in alcune ho potuto vedere e fotografare le ragnatele. Dove va l acqua? A chi tocca controllare la stabilita di quei muraglioni gonfi d'acqua piovana non scaricata? Perchè non è stato mai fatto? Si possono continuare a dare autorizzazioni a costruirne altri o a confermarle dopo l' alluvione anche dove si restringe l alveo?
Si lo si e' fatto e si continua a fare.
Via molinetto e una stretta e tortuosa creuza che e' stata recentemente ( pochi anni fa ) asfaltata e contornata da un muretto in cemento che impedisce all acqua di cadere nel rio ma che la trasforma in un vorticoso torrentello che ad alta velocita travolge tutto quello che trova. Da notare che durante l' alluvione nessuna delle case costruite sul rio molinetto come sul rio finocchiara ha subito danni. Quelli sono venuti dalle due creuze asfaltate e incamiciate dal cemento e dall' acqua caduta dall' alto in forma di cascata a causa delle soprastanti strade collinari asfaltate cementate e che hanno tagliato e impermebealizzato gli alvei dei rivi preesistenti. Tutto ovviamente autorizzato e costruito e verificato dalle autorita competenti ( seppure in deroga da qualsivoglia cultura idraulica in europa e nel mondo).
Tutti i ponti hanno mirabilmente resistito, anche quello medioevale all'inizio unico accesso per pedoni, carri agricoli, moto e biciclette. Resistono da centinaia d' anni, sono stati un po grattati dalla piena. Nulla che un paio di buoni muratori non possano mettere a posto in un giorno di lavoro. E invece no. Le nostre autorita hanno immediatamente ricostruito il muretto in cemento non hanno tolto l'asfalto, hanno sbarrato il ponte medioevale obbligando i residenti a passare da una stretta scaletta. In piu stanno pensando di acquistare due magazzini per alcune decine migliaia di euro e al loro posto costruire una rampa in cemento e asfalto, strumento privilegiato per l' accesso alla valle con le auto. Stessa procedura gia' praticata in via finocchiara con annessi successivi parcheggi in alveo. Stessi danni prevedibili.

Da li incomincia il vero e proprio fereggiamo. Nel tratto che scorre parallelo a via daneo il letto del torrente è stato spianato, le tonellate di terra e pietre venute giù dal monte non sono state portate via ma semplicemente spianate. Il risultato è che ora il letto del fereggiano è più alto di circa un metro e le case sul rivo che non sono state toccate dalla piena adesso sono ad alto rischio inondazione. Anche questa è una scelta idraulica opinabile, autorizzata e gestita dai nostri amministratori e dai tecnici.
Arrivati in fondo si arriva a largo merlo. In questa piazza è stato deciso ( a memoria ci pare nel 2010 ) di prolungare verso monte la copertura del rio. La scelta di per se opinabile visto che la copertura ha avuto fino ad ora l'unico utilizzo come parcheggio ha anche comportato una scelta schizofrenica degli autorizzatori ( ovviamente in deroga ). Mente nella parte alta , verso via pinetti l'apertura prevista permetterebbe il pasaggio del nilo , dell'orinoco e del gange in piena, sembrerebbe che nessuno abbia fatto i conti e all'uscita verso via fereggiano l'apertura era ed è restata molto più piccola e per giunta angolata di circa novanta gradi. L'angolatura è determinata dalla presenza in alveo di un palazzone ( più grande di quello di via giotto per intenderci, in altezza e cubatura ) e che a differenza di via giotto ha sotto di se un bel garagione completamente in alveo e completamente interferente con il deflusso delle acque in fase di piena. Non è indifferente che , pur regolarmente allagato da ogni piena succedutasi continua a funzionare e a godere di tutte le autorizzazioni. Nessuno ha pensato minimamente in condizioni di somma urgenza di togliere quel tappo e allargare l'uscita per l'acqua proveniente dalla tombinatura di largo merlo, che piu' lunga e piu' corposa arriva in velocità e non potendosi sfogare va in pressione ed esplode con effetto champagne in modo che l'acqua arriva ad invadere la strada molto prima e con molta più potenza.
Ad aiutare in meglio il processo hanno provveduto i nostri amministratori e i nostri tecnici che hanno provveduto a ricostruire , forse un poco piu' alto il muro di cemento distrutto dalla piena del 2011. Un muro, non una ringhiera. Nessuna caditoia, tutto pronto per un replay ( sperando senza morti ) alla prossima alluvione. Di metterci una ringhiera non si parla. Questa è si o no la valle del cemento? E cemento sia.
La parte migliore pero' deve ancora venire. Finalmente si arriva alla zona delle brignoline. La piu' pericolosa, quella dove ci sono sempre stati danni, quella dove sono partite le ondate d'acqua che hanno fatto i morti. Questa zona è sovrastata 50 metri sopra da un gruppo di palazzoni che continuano a premere con la loro voluminosa e pesantissima carica di cemento sul terreno sottostante riempiendolo di crepe. A fianco di quei palazzoni scorre un rio intubato ( che detto per inciso non e' previsto venga accolto nello scolmatore cosi' come gli altri rivi piu' o meno intubati che scendono dall'area della madonna del monte e pianderlino). Quella tubatura , di per se già insufficiente, dovrebbe anche raccogliere tutta l'acqua che cadendo dall'alto su un vasto fronte è impedita a scendere a valle dalla impermeabilizzazione determinata dai palazzoni e quindi si arrangia , scorre in superfice , aumenta di volumi e potenza , si infila delle crepe e determina regolarmente frane che cadendo a valle ostruiscono in tutto o in parte la bocca della copertura verso l'asta finale del fereggiano con tutti i guai facilmente prevedibili.
Ma la cosa più incredibile è che le nostre autorità pensando di risolvere ( come al solito col cemento ) la questione hanno deciso di costruire l'ennesimo muraglione di inutile contenimento della valle e hanno autorizzato la costruzione proprio nel periodo in cui l'allerta alluvioni è massima in quel tratto di torrente. Ma non finisce qui. Con fine intelligenza idraulica hanno piantato in mezzo al torrente una grossa benna che ostruisce il deflusso riducendolo a meno di un metro in larghezza e un metro e mezzo in altezza. La benna era li anche al momento della recente allerta 2 ed è stata tolta il sabato pomeriggio a forza di proteste dei residenti, se no per le nostre autorità sarebbe rimasta li fino a lunedi, per loro in piena sicurezza.
Per permettere di salire e scendere sul rivo alla benna e ai veicoli di servizio è stata costruita una discesona di pietre e terra dentro l'alveo, è stato anche messo un po' di cemento in alveo ( per non infangare le ruote ) e una corposa base in terra per sostenere la benna. Parliamo di tonnellate di terra pressata immessa dentro l'alveo del rio. Inutile dire che dopo l'allerta buona parte di quella terra non c'è piu', sara' nel bisagno o in mare ma al momento sbagliato era li con tutte le autorizzazioni del caso perchè per costruire quel muro non è stata prevista alcuna procedura di sicurezza che garantisse un rapido spostamento in caso di piena e la non immissione di altre tonellate di terra e pietre ( e cemento ) in alveo.
Appunto conclusivo: da nessuno dei tubi che sporgono dalla parte del muro già costruita è uscita una goccia d'acqua, le caditoie sono gia' ostruite appena costruite con buona pace della sicurezza idraulica , della capacità di quel muro di sostenere gli impatti previsti.
Ecco, abbiamo illustrato alcuni problemi per noi evidenti ed urgenti su cui intervenire subito per evitare nuove tragedie. Elementi che in tutta evidenza non sono ne priorità, ne pratiche previste dai nostri amministratori. In sostanza una situazione incancrenita che è destinata ad incancrenita di più nel prossimo futuro con amministratori e tecnici impegnati a fare marketing per uno scolmatore lungo o breve che impegnerà tutte le risorse disponibili senza risolvere nessuno dei problemi realmente presenti in valle.
Perchè è ovvio, le grandi opere ( in questo caso idrauliche ) servono per le grandi aziende , i progettisti, i consulenti, i politici che tagliano nastri, i magistrati che ( è il caso delle recenti vicende dell'asta finale del Bisagno che oltre a non servire a mettere in sicurezza il torrente e ad essere stata progettata male con un tubo piu' largo che si innesta in uno piu' stretto ) si devono occupare loro malgrado di limitare i danni e perseguire i vari soggetti attori di una commedia-tragedia gia' scritta.
Ma una cosa è certa non è vero che non ci sono i soldi. Solo che si spendono con altre priorità che niente hanno a che vedere con la sicurezza delle persone e del territorio dove vivono.

Andrea Agostini
Presidente Circolo Nuova Ecologia Legambiente Genova

lunedì 26 novembre 2012

Schema Triennale dei Lavori Pubblici. Parere consultivo del Municipio3, Consiglio di Municipio.




Intervento del capogruppo Partito Rifiondazione Comunista,
riguardo alla Proposta del Programma triennale dei Lavori Pubblici:

Il PRC genovese considera il risanamento del Territorio e del dissesto idrogeologico come priorità cittadina anche nelle sue declinazioni Politiche, e siamo soddisfatti della dichiarazione x cui l'impegno del Piano Triennale presentato è conseguire obbiettivi che rispondano a questa esigenza.
Difficile ora analizzare tutti gli interventi, mi limito a vedere come il Piano si realizza, come incide nel nostro Municipio: in 4 interventi. Che a nostro dire hanno, in realtà, poco a che fare con la questione idrogeologica, pur essendo la nostra una delle aree ad interesse nazionale.

La copertura del Mercato di Terralba: va da sè che se io pago l'affitto il mio padrone di casa è tenuto a far si che il tetto non mi caschi in testa, così è per l'intervento in questione. Si è detto che è il secondo mercato di Genova... se si volesse salvaguardare la piccola rete commerciale, importante sotto più aspetti, xciò incentivarne lo sviluppo capillare e diffuso non si sarebbe asservita l'intera zona e gli Abitanti alla logistica privata della grande distribuzione, concentrando quattro o cinque supermercati in quella zona: questo non ha ottenuto ne un calmiere dei prezzi (infatti si va ancora al mercato, x risparmiare) ne un pluralismo mercantile visto che le grandi catene offrono prodotti standard e di bassa qualità in genere. Siamo in tempo per rimediare, se l'intervento sul tetto del mercato Terralba auspica questa direzione.

Piazza Martinez: nuovamente un intervento "dovuto" in quanto se non altro riparatore per il pregresso e di prevenzione civile per il futuro. Che nulla c'entra con le piene e le alluvioni. Nonostante che 250mila eur siano davvero pochi la nostra aspettativa è che il Municipio3 riesca a coordinare le realtà interessate in un processo di Urbanistica Partecipata, impostazione della quale il ns Presidente da tempo si rende promotore; pensavamo ad un coinvolgimento della facoltà di Architettura, così come dei Plessi Scolastici vicini.

Rio Finocchiara e Via omonima: Ecco dove un lavoro previsto tocca il tema idrogeologico. Qui siamo in uno dei punti critici davvero, uno dei due torrenti affluenti al Fereggiano in cui la piena del novembre scorso ha preso forma, alimentata in seguito dalle mille fiumare dei versanti. Con 500mila eur si interviene sugli argini del Rio nel segmento ancora abitato interno alla piccola valle, si parla di ingegneria naturalistica, bene, ma ci chiediamo se non fosse un lavoro organico ad un'intervento più ampio, che prevedesse intanto di bloccare la frana dal poligono di tiro,e di risolvere la questione dei muraglioni di contenimento di materiali della cava che sono accumulati dagli anni "40: una spada di damocle sulla testa degli Abitanti. Diversamente anche qui si sbaglia: è come sistemare lo zoccolo di una casa con tetto e pareti pericolanti.

Una parola sulla questione di Via Molinetto, che conosciamo bene. Non è un'intervento iscrivibile nel piano triennali, infatti non c'era scritto. Bene che sia fatto ed al più presto, ma si tratta di un lavoro che coop7 fa a sue spese, rimborsata in qualche modo con fondi UE, e tramite la Regione regalerebbe al Comune.

Infine lo Scolmatore: non abbiamo capito che cosa sarebbe, o meglio che lavori si effettuerebbero con quella cifra apparentemente stanziata, non abbiamo visto un Progetto, un disegno... Allora c'è un progetto sconosciuto che prevede un intervento sotto un Territorio di cui conosciamo ancora meno: le verifiche, i sondaggi, non sono recenti, anzi, e sappiamo come la semplice costruzione di un box modifichi il corso di rii e caditoie, e negli ultimi 10anni s'è costruito di tutto in quell'area... persino della falda presente e rilevata sotto terralba non si conosce l'ampiezza. Non abbiamo neanche chiaro se quel che si propone "scolmerebbe" alla fine l'acqua o sarebbe solo propedeutico all'Opera principale.
Ma ammesso e non concesso che davvero sia realizzabile la deviazione della piena del Fereggiano con quella cifra. Dove sono i 59 milioni di euro? Dipendono dallo stanziamento richiesto in Piano-Città, per il quale genova ha presentato Progetti tutti cantierabili per un totale di 120 ML mi pare... Sicuramente i ns politici appoggeranno la destinazione per il Risanamento Idrogeologico, e sicuramente "forzeranno" verso la Val Bisagno, probabilmente verranno anche accordati una parte di Fondi, magari 50/60 milioni con destino la Valbisagno. Tutta.
Il buon lavoro per evidenziare alcune cose del Pres Ferrante e il dibattito che il PRC con le Associaz come wwf e legambient hanno promosso, han fatto si che nelle proposte rientrasse la Bassa Valbisagno. Il nostro Municipio. Rientrasse almeno per una parte, ottimisticamente.
Ma in quel caso pur sommando ad essi i cinque milioni promessi dal Comune, indebitando i Cittadini, e quei cinque messi dalla Regione, il totale dei Fondi non consentirebbe neanche quel mini-scolmatore ultimamente progettato... 

Noi chiediamo che realisticamente, non in contrasto con l'Opera cmq prevista ma in misura complementare, quei soldi siano spesi per i lavori previsti dal Piano di Bacino: interventi diffusi come la regimentazione idraulica e naturalistica delle acque sui versanti trasformati in fiumare improvvise e assassine dall'impermeabilizzazione; puntando nell'immediato sull'allargamento, realizzabile in breve periodo, dell'Alveo del Fereggiano da L Merlo al Bisagno. Coscienti che questo non ci salverebbe dalla piena di 1200m3, ma sanerebbe l'abitabilità, il commercio e l'esistenza di un'ampia area e ci permetterebbe di sopravvivere: ogni volta che piove un pò di più le discese son torrenti e i fondi son allagati! 
In attesa che lo Stato trovi modo di finanziare interventi più impegnativi, potremmo almeno affrontare meglio la quotidianità. 

Rifondazione Comunista
consigliere giuseppe pittaluga

DICHIARAZIONE DI VOTO:
Abbiamo analizzato come ininfluenti gli interventi previsti, almeno sul piano idrogeologico. 
Non votiamo contro l'intero Programma: alcuni lavori crediamo siano urgenti e utili, a Martinez ci son cresciuto personalmente mi dispiace vederla ridotta così, era e sarebbe un aggregatore di socialità, cerchiamo di andare in questa direzione. 
Ma ripetiamo che affrontare il problema del Territorio solo da un punto di vista idraulico non aiuta, le criticità riguardano l'aspetto urbanistico e la progressione di interventi diffusi di recupero e risanamento, questa intendiamo come messa in sicurezza del territorio, la sua cura e manutenzione.
Nostra intenzione è promuovere quegli interventi previsti e non in contrasto con altri: l'allargamento del Fereggiano sino al Bisagno, il suo affluire naturalizzato; una pianificazione di microinterventi sui versanti per riattivare caditoie e rivi nella loro funzionalità, e ricostruire una regimentazione adeguata alle condizioni create non solo dalla speculazione del 9oo ma dalle costruzioni/accessi/box realizzati ultimamente a quote pericolose in collina. Questo, ripeto, per sopravvivere. E per creare lavoro e sicurezza.
Consideriamo inadeguato, in linea di massima, il Programma rispetto alle urgenze ed alle priorità del nostro Territorio, lo spettro d'offerta delle quali è talmente ampio che in parte vengono comunque da questo accolte.

Voto di Astensione.

Partito della Rifondazione Comunista 
MunicipioIII Bassa ValBisagno

lunedì 12 novembre 2012

CONTO CAPITALE 2012


APPROVATA LA DELIBERAZIONE DI PROGRAMMAZIONE DEL PIANO DEGLI INVESTIMENTI IN CONTO CAPITALE 2012 PER LAVORI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA SUL TERRITORIO DEL MUNICIPIO III BASSA VAL BISAGNO 

Il Consiglio del Municipio III Bassa Val Bisagno nella seduta del 19 Ottobre 2012 ha approvato la proposta della Giunta Municipale n. 1 del 12 Ottobre 2012 avente ad oggetto la programmazione relativa al Piano
 degli Investimenti in conto capitale 2012 per lavori di manutenzione straordinaria sul territorio del Municipio, per un importo complessivo pari a € 281.183,00.= I.V.A. inclusa.

La Deliberazione del Consiglio, che ha assunto il numero 28, è stata condivisa da tutte le forze politiche del Municipio.

Tale provvedimento costituisce l’atto programmatorio più importante in relazione agli interventi di manutenzione straordinaria che il Municipio intende realizzare sul proprio territorio.

Le risorse destinate agli interventi sono state distribuite equamente all’interno del territorio municipale.

Gli stessi riguardano tre aree di attività, riferite, rispettivamente, a edifici scolastici ed istituzionali, sedimi stradali e aree verdi.

Ecco il dettaglio degli interventi approvati:

EDIFICI SCOLASTICI E ISTITUZIONALI

Scuola XII Ottobre via Galeazzo 26
Rifacimento copertura piana
Euro 45.000.=

Scuola Papa Giovanni XXIII piazza G. Ferraris 4
Verifica ed eliminazione pericolo cornicioni,
porte interne, locali bagni
Euro 25.000.=

Scuola elementare C. Battisti via Donghi 10
Rinforzo strutturale scala interna
Euro 6.183,00.=

Scuola elementare G. Marconi piazza Martinez 4
Sostituzione parziale infissi
Euro 25.000.=

Scuola media Usodimare via Berghini 1
Eliminazione infiltrazioni palestra
Euro 10.000.=

Scuola media Cambiaso Viale V.C. Bracelli 59
Posizionamento punte antipiccione
Euro 5.000.=

Scuola media ex Govi via Pinetti 68
Coloritura aule
Euro 15.000.=

per un totale di spesa pari a Euro 131.183,00.= I.V.A. inclusa.

SEDIMI STRADALI

Via Berghini - incrocio via Malfante - via al Forte di Santa Tecla
verifica tombinatura e ricostruzione parapetto
Euro 50.000.=

Salita Costa dei Ratti - 1° lotto regimazione parziale acque piovane
e sistemazione tratto di mattonata
Euro 40.000.=

per un totale di spesa pari a Euro 90.000,00.= I.V.A. inclusa.

AREE VERDI

Viale V.C. Bracelli - riqualificazione area adiacente scuole Cambiaso e Fanciulli attraverso rifacimento pavimentazione - fornitura e
posa in opera arredi aree verdi
Euro 40.000.=

Riqualificazione, con installazione di piccolo gioco, dei giardini
"Aquile Randagie" e lavori di manutenzione straordinaria al gioco
nonchè fornitura e posa in opera di recinzione dell'area ex scuola
Monleone di via Finocchiara
Euro 20.000.=

per un totale di spesa pari a Euro 60.000,00.= I.V.A. inclusa.

MUNICIPIO III GENOVA
BASSA VAL BISAGNO

sabato 3 novembre 2012

Idrogeologico e urbanistica: Cambiare rotta è un dovere!



In questi giorni più che nel resto dell'anno che è passato dalla piena omicida di novembre 2011 si discute di Interventi milionari e di condizioni urbanistiche ereditate dagli anni del boom, così come si continua a insistere sull'eccezzionalità dell'evento...
In Rifondazione da tempo sappiamo che il problema va affrontato diversamente e da anni lo ribadiamo opponendoci ad assurde opere edilizie (silos sopra la frana del fereggiano) e proponendo soluzioni sostenibili con la difesa del Territorio.

La nostra presenza in maggioranza al Municipio della Bassa Valbisagno ha anche questa valenza, incidere perchè l'approccio alle questioni sottoscritto nel Programma sia mantenuto e declinato in ogni contesto: 
I versanti della Valle del Fereggiano sono impermeabilizzati dalle decine di ostruzioni e piccole opere che senza una pianificata conduzione delle acque mettono a rischio comunque gran parte del territorio sottostante e densamente urbanizzato. Come iniziare ad agire con l'obbiettivo di risanare?
Una importante "creuza" che determina sul crinale, grazie ad interventi limitrofi selvaggi, una enorme ricaduta d'acqua piovana al di sotto della stessa Via coinvolgendo anche un edificio scolastico, è l'obbiettivo di un intervento che ha lo scopo di regimentare le acque di caduta in un ottica di revisione della 'rete', e riportare la mattonata e il lastricato alla sua funzionalità drenante, non canalizzante.
Poco tempo fa si sarebbe deciso di asfaltare la Via risolvendo così con la creazione di un canale d'acqua pericoloso e aggressivo... come è stato per  novembre 2011 in tutta la Valle.
Recentemente invece il Municipio3, nel suddividere le scarse risorse a disposizione, ha destinato 40mila eu x il primo lotto di regimentazione acque e rifacimento selciato mattonata... 
poco xchè abbiamo poco, ma la direzione ora è quella giusta.

giuseppe pittaluga
RifondazioneComunista
Municipio3 BassaValbisagno 

mercoledì 10 ottobre 2012

Idrogeologico e Piano.Città: La Valbisagno


PIANO PER LE CITTA': Scolmatore, Trasporti ed Edilizia popolare

Genova predispone gli interventi per partecipare al Piano per le Città del Governo: area di intervento la Val Bisagno, temi il dissesto idrogeologico, la mobilità, il social housing

Lo scorso giugno, nell’ambito del decreto del Governo per la crescita del Paese, è stato previsto un "Piano Nazionale per le Città", destinato a finanzi

 are la riqualificazione urbana, soprattutto per quanto riguarda le aree degradate.
Lo strumento per accedere ai finanziamenti è l’elaborazione di un Contratto di Valorizzazione Urbana (CVU). Nella Giunta straordinaria riunitasi oggi, il Comune di Genova ha predisposto quindi un CVU intitolato “Genova – Valbisagno”, che comprende un’ampia gamma di interventi di grande importanza per la città, su iniziativa del Sindaco insieme al Vice Sindaco e Assessore all’Urbanistica Stefano Bernini, ed agli Assessori ai Lavori Pubblici e Manutenzioni Gianni Crivello, alla Mobilità e Traffico Anna Maria Dagnino e all’Ambiente Valeria Garotta.

La scelta dell'area su cui agire è ricaduta sulla Valbisagno, per le forti criticità che il territorio della zona presenta a causa del dissesto idrogeologico e nell’urgenza di agire per ridurre i rischi; per la necessità di intervenire sulla mobilità, cruciale per la vivibilità della vallata, rafforzando quindi il trasporto pubblico in sede riservata e dando seguito al lavoro di partecipazione con i cittadini svolto nel 2010; e per mettere in campo un’azione sul piano abitativo e sociale, prevedendo l’incremento del patrimonio residenziale pubblico, il suo migliore efficientamento energetico e il potenziamento dell’offerta abitativa primaria a canoni calmierati.

Gli interventi per cui si richiede il cofinanziamento governativo, sul fronte del trasporto pubblico e del riassetto idrogeologico, riguardano la creazione di una asse protetto per il trasporto pubblico e di interventi sull’arginatura in zona Staglieno – Gavette; il primo lotto di lavori per lo scolmatore del Bisagno (con le opere captazione dei rivi Noce, Rovare, Fereggiano) ; l’avvio della Piastra Genova – Est e la bonifica del Rio dell’Olmo.
Per quanto riguarda la riqualificazione urbana e il social housing, invece, in Contratto prevede la creazione di alloggi ERP ed ERS nell’area ex Boero e l’avvio della riqualificazione energetica degli alloggi ERP di Piazzale Adriatico.

A fronte di un investimento complessivo di Euro 221.796.987, l’ammontare totale del finanziamento richiesto nell’ambito del Piano delle Città è di Euro 113.856.497, di cui € 30.549.683 a valere sul “Fondo per l’attuazione del Piano Nazionale per le Città”; € 49.000.000 a valere sullo stesso Fondo e/o su fondi del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e/o del Dipartimento della Protezione Civile, da individuare; € 34.306.811 tramite l’attivazione del Fondo Investimenti per l’Abitare.
In particolare, per lo Scolmatore del Bisagno il Comune di Genova potrà concorrere direttamente con fondi propri per un investimento non inferiore a 5 milioni di euro; la Regione Liguria ha dichiarato la disponibilità a sostenere l’intervento con proprie risorse, pari a 5 milioni di euro.
2 ottobre 2012

*Massimo Ferrante è Presidente di Giunta e di Municipio del MunicipioIII Bassa Valbisagno

martedì 2 ottobre 2012

Mediterranea delle Acque e il Diritto di Accesso alla Risorsa Idrica.



 MunicipioIII Bassa Valbisagno

Alla Cortese Attenzione del Presidente

Oggetto : Diritto di Accesso minimo garantito ai servizi di erogazione delle Risorse Pubbliche.

Buongiorno, 
esprimo qui un istanza del territorio, 
dal P.R.C. accolta e politicamente elaborata in un contributo alla buona politica, che spero potrai condividere, come molti dei Consiglieri di Municipio.

In seguito all'episodio che ha visto protagonista Mediterranea delle Acque ed il condominio ** di Via **** . in cui la morosità rispetto alle bollette di fornitura idrica al caseggiato, pur messa in discussione dallo stesso, è stata argomento per definire la chiusura dell'erogazione del Servizio, con la conseguente totale mancanza di acqua ad uso potabile e igenico, in tutti gli appartamenti del palazzo, crediamo sia necessaria una verifica per ciò che riguarda il contratto e il regolamento, e la correttezza di un mandato che permette all'Azienda di agire in monopolio sul Mercato gestendo una Risorsa Comune, senza dover rispondere ad una Responsabilità Sociale che la Costituzione Italiana affida ad ogni Impresa commerciale o produttiva (art41), al rispetto della quale chi gestisce il Patrimonio Comune è maggiormente chiamato. 

Certi che la "mission" dell'Impresa debba altresì comprendere il diritto della popolazione ad un accesso alla risorsa idrica garantito, indipendentemente dal contratto economico in atto.
Ci pare necessario intavolare un laboratorio adeguato alla verifica e alla rettifica dello status quo del rapporto in corso con Mediterranea delle Acque, alla luce dell'approccio voluto dalla popolazione con il Referendum sull'acqua pubblica. 
A questo proposito come delegati dalla Cittadinanza e come Istituzione legata al Territorio vogliamo stimolare le parti in causa, Comune di Genova, Comuni associati, e Azienda, a rilevare le criticità e cercarvi rimedio, invitando ad una collaborazione che conduca presto ad un nuovo tavolo d'intesa.

In attesa di sviluppi positivi crediamo sia utile, e propedeutico alla continuità del Servizio stesso, che qual'ora ve ne fosse la necessità il Municipio stesso venisse considerato dall'ufficio competente di  Mediterranea delle Acque come agente di mediazione, da informare e da cui ottenere gli elementi per risolvere le criticità, a tutela della Persona e del diritto commerciale. 

Vediamo il ruolo del Municipio prioritario nella gestione politica delle risorse sul territorio, in quanto rappresentativo del Patto di Cittadinanza che non può venire ridotto ai criteri commerciali nè alienato causa contingenze economiche.

Chiediamo che su queste tematiche e su questo nostro invito ad essere parte attiva, si pronuncino la Giunta Municipale ed il suo Presidente, i Consiglieri di maggioranza ed il Consiglio del Municipio3 Bassa Valbisagno.

Giuseppe Pittaluga
Capogruppo FdS/R.C.
Municipio3 BassaValbisagno

sabato 29 settembre 2012

Iniziativa del MunicipioIII su Carcere e Territorio


COMUNE DI GENOVA 
       COMUNICATO STAMPA 
INSIEME PER IL QUARTIERE: LA CASA CIRCONDARIALE E IL MUNICIPIO

L’assessore alle Manutenzioni, Giovanni Crivello, e il Presidente del Municipio 3
Bassa Valbisagno, Massimo Ferrante, hanno affrontato le possibili soluzioni volte a
rimuovere le condizioni di degrado di un’area antistante la Casa Circondariale di
Marassi.
Alla fine dell’estate sono pervenute le segnalazioni dei cittadini del quartiere che
hanno sollecitato l’intervento delle istituzioni per bonificare l’area sottostante il muro di
cinta del carcere di Marassi, nel tratto est lungo Corso De Stefanis e in quello nord di
via Del Faggio.

A fronte di ciò, la Civica Amministrazione, il Municipio 3 e la Direzione
dell’Amministrazione Penitenziaria, nella persona del Dottor Salvatore Mazzeo, si
sono incontrati per avviare un progetto di collaborazione teso a risolvere il problema.
Anche raccogliendo le istanze della cittadinanza, si è ritenuto di predisporre uno
specifico progetto di utilità sociale che prevedesse la collaborazione, a titolo di
volontariato, di detenuti dell’Amministrazione Penitenziaria per il risanamento igienicosanitario dell’area, supportati dalle aziende comunali Aster e Amiu, sotto il patrocinio
del Municipio 3.
Il progetto sviluppatosi presenta, infatti, due obiettivi: da un lato quello del risanamento
ambientale dell’area, dall’altro di cogliere l’opportunità offerta a titolo di volontariato dai
detenuti che si mettono a disposizione per scopi di utilità sociale, consentendo loro di
restituire alla società una parte del danno cagionato a seguito dei reati commessi.
Questo approccio è consueto per l’Amministrazione Penitenziaria e costituisce
applicazione di quanto previsto dall’Ordinamento Penitenziario, nelle parti che
disciplinano il lavoro all’esterno dell’Istituto.
L'avvio delle attività decorrerà da lunedì 24 settembre fino a venerdì 5 ottobre e
consteranno di azioni di pulizia approfondita, sia sul fronte della vegetazione che dei
rifiuti abbandonati.
Le istituzioni coinvolte si impegnano anche a prevedere che in futuro l’area possa
essere rivisitata dal punto di vista strutturale in modo da evitare ulteriori forme di
degrado.
Genova, 20 settembre 2012

martedì 25 settembre 2012

P.R.C. Genova:



PRC Genova: il dissesto idro-geologico è una priorità.

pubblicata da Circolo Bianchini Prc Marassi il giorno Martedì 25 settembre 2012  ·
Ad ormai un anno dalla drammatica alluvione che ha colpito Genova e la Valbisagno poco è cambiato, rimangono intatte le condizioni di grave rischio idro-geologico che sono state alla base dell’alluvione.
I lavori di “messa in sicurezza” eseguiti sul Fereggiano nei mesi scorsi si limitano a ripristinare le condizioni precedenti all’alluvione del Novembre 2011. Tutto ciò che un anno fa ha causato gli allagamenti è oggi inalterato:

- l`impermeabilità dei versanti e la canalizzazione delle acque inadeguata;
- il passaggio delle acque da un`apertura dell`alveo maggiore ad una inferiore;
- l’ingresso ortogonale nel Bisagno;

La situazione non migliora se ci si addentra nella Valbisagno dove, come evidenziato dallo studio del Municipio IV Media Valbisagno, permangono situazioni di grave rischio idro-geologico con torrenti pronti ad esplodere.

Il Partito della Rifondazione Comunista giudica prioritario per la città di Genova porre rimedio alle situazioni di rischio idro-geologico presenti. La sicurezza del territorio, e quindi di chi ci abita, dovrebbero essere in testa all’agenda politica dell’attuale Amministrazione. Purtroppo invece si continuano a sperperare ingenti quantità di risorse pubbliche in opere inutili e spesso dannose per l’equilibrio del territorio. 
Le risorse previste dal Piano Città, e destinate alla Valbisagno, andrebbero almeno in parte utilizzate per porre rimedio ai gravi rischi che persistono in particolare sul Fereggiano, ma anche su Rovare e Noce ( nella Bassa Valbisagno ) e sui rivi indicati dallo studio del Muncipio IV (Geirato, Brumà, Rosata, Gatto ecc.). Gli interventi previsti sul Bisagno (restringimento dell`alveo e demolizione dei ponti), inutili dal punto di vista idro-geologico, non sono necessari per migliorare il trasporto pubblico anzi, al contrario, favoriscono l`uso del mezzo privato. La costruzione di nuovi alloggi nell`area ex Boero rappresentano un ulteriore e apparentemente inspiegabile spreco di risorse per una Città in cui gli alloggi sfitti sono circa 25.000 (molti dei quali di proprietà pubblica).
Riteniamo che per affrontare le criticità imminenti occorra una visione d'insieme e una pianificazione di interventi in progressione, dove l'aspetto idrogeologico sia inserito in una visione urbanistica in cui si risana l'esistente e si ottimizzano i percorsi di condivisione e sostenibilità.

Sul Fereggiano non sono rinviabili interventi strutturali dai costi e dai tempi sostenibili con una parte delle risorse a disposizione: è  necessario proseguire da L.Merlo al Bisagno l’allargamento dell’alveo naturalizzandone la confluenza nel Bisagno in modo da facilitare la ricettività delle acque. Finanziamenti minori sarebbero utili a realizzare un pianificato adeguamento, secondo parametri naturalistici, prevedendo interventi di canalizzazioni delle acque, drenaggio dei versanti urbanizzati, efficacia delle caditoie. 

Il Partito della Rifondazione Comunista impegna i propri circoli e i propri rappresentanti istituzionali ai vari livelli (Municipi, Comune, Regione) ad operare in questa direzione. Chi vive nel continuo terrore di nuove alluvioni non può attendere 15 anni la costruzione dello scolmatore, di cui peraltro non ci sono le risorse economiche, ma ha bisogno di risposte concrete e di progetti fattibili in breve tempo.