BoscoPelato, una bella esperienza, delle buone pratiche, e due riflessioni.
Come
è possibile che un progetto immobiliare privato e privilegiato, come
qualche centinaio di box auto interrati, con un iter già concluso
nell'Amministrazione precedente, possa venir messo in discussione e
addirittura fermato e disinnescato dalla volontà di opposizione degli
Abitanti?
In principio fu l'accordo di intenti e
di programmi, tra le componenti della snx e la società civile, che
permise la vittoria alle elezioni genovesi di Marco Doria e della
proposta "arancione"
Tra questi accordi v'era la cosiddetta
partecipazione dei cittadini alle decisioni dell'Amministrazione, o
almeno alla condivisione e alla conoscenza dei progetti, anche quelli
già decisi.
Ad onor di ciò la maggioranza reggente il
MunicipioIII, tra cui Rifondazione che proprio di questa istanza si
faceva portavoce al suo interno, decise come primo atto di trasparenza e
partecipazione, di indire un'Assemblea Pubblica nel Salone Municipale
invitando la proprietà a presentare il Progetto, in cui le parti
cittadine interessate all'intervento, all'epoca regolarmente permesso,
per cui la collina, o cio che ne rimane, sopra Piazza Solari sarebbe
stata smantellata, sbancata per tonnellate di roccia ed al suo posto
sarebbero dovuti sorgere i futuribili box semi interrati: un enorme cubo
di cemento.
Qui si trovarono a confronto, ed
in palese conflitto, gli interessi dell'Impresa Costruttrice e della
Proprietà contro quelli degli Abitanti e del Territorio.
Una
lunga e infuocata Assemblea ebbe come fulcro la visione su schermo del
reale progetto che si apprestava ad aprire il cantiere di li a poco,
ormai era "chiavi in mano", e la argomentata contestazione di molti
cittadini ed esperti. Tanto da convincere il Consiglio lì riunito a
votare unanime una mozione che pur vedendo come ineluttabile la
prosecuzione dell'iter, cercava di porre "paletti" di sicurezza e
controllo al futuro cantiere.
In quella mozione
però veniva recepito e trascritto un emendamento proposto da
Rifondazione (io), in cui si dichiarava che a fronte di riscontrate
criticità idrogeologiche, il Municipio si riservava di rimettere tutto
in discussione, pregresso o no. Si era a pochi mesi dal funesto novembre
2011, e la considerazione era doverosa oltrechè legittima, nonostante
permessi ed accordi già convenuti. Soprattutto dopo le testimonianze in
aula di alcuni anziani che ricordavano la presenza di rane, canneti e
sorgenti in loco.
Così è che iniziò il declino
della velleità edificatoria del Contubernio D'Albertis sull'ultima area
verde del declivio di sua proprietà.
Ricordo uno strategico
articolo di giornale, recuperato dall'attivo Comitato Protezione Bosco
Pelato, che riportava e documentava la presenza di un Rivo, pur
declassato nella tombinatura anni "60, così come le conseguenti
Commissioni Comunali richieste e convocate da Federazione della Sinistra
(Antonio Bruno), dove il Comitato e diverse Associazioni coinvolte
hanno potuto argomentare la pochezza del ritorno collettivo di
un'impresa risultata anche poco utile non economica, e la pericolosità
stessa dell'intervento, tanto da non venir neppure considerato possibile
con il PUC recentemente approvato nel Comune di Genova. Ed infine,
dopo ricorsi legali e finanche proteste di piazza,la verità è stata
riconosciuta, lo sbancamento non s'ha da fare.
Fu
quello l'unico ed il solo esempio di partecipazione e di condivisione
con il territorio, del nostro Municipio, della Maggioranza che lo
governa, della stessa Presidenza che oggi lo distingue per aver,
rapidamente dopo quel esperimento, invertito drasticamente rotta.
Rifondazione ha infatti abbandonato da tempo quella compagine. Va cmq
dato merito a coloro che l'esperienza l'avevan agevolata, di "averci
almeno provato".
( Considerando l'irritazione, la
reazione scomposta, l'ottusita delle argomentazioni a difesa, di tutto
l'apparato, sia politico che affaristico, coinvolto nell'operazione
edile, è probabile che gli strali piovuti addosso alla carica
istituzionale di prossimità che, suo malgrado, aveva scatenato questa
inaspettata resistenza, concedendo il dibattito pubblico che ne aveva
fatto emergere l'assurdità, ne abbiano definitivamente cancellato ogni
parvenza democratica. Cmq sia, la Maggioranza ha chiarito nel tempo che
quello è stato un errore, riconquistando l'affidabilità ai signori che i
propri affari li fan senza clamore, e soprattutto senza discussioni
pubbliche. Il soldatino è subito tornato a marciare. Ma l'affare
milionario dei box a BoscoPelato era ormai perso. )
Tornando
alla nostra questione, ho sempre pensato che non fosse poi così un
illusione fermare questo pericoloso progetto, vuoi perchè era davvero
assurdo, vuoi xchè un bel numero di persone se l'era presa a cuore,
coinvolgendone altre ancora, e impegnando tempo e risorse, mettendosi in
prima persona in gioco ma giocando per una vittoria collettiva, alla
faccia degli interessi egoisti e individuali apparentemente tanto di
moda. L'analisi inoltre mi è sempre apparsa corretta, da tutti i punti
di vista giacchè a sostenere gli argomenti era il punto di vista
"comune", io direi di interesse della collettività, compresa quella
futura. Altrove questi presupposti mancano, o sono sommersi, o deboli, o
anche forzatamente tunuti ai margini.
Questo credo ci abbia
permesso di fare un deciso passo avanti. Sicuramente nello specifico di
Bosco Pelato, ma anche in generale se solo si riuscisse acapitalizzare
questa consapevolezza, acquisita in un esperienza così positiva di
resistenza.
Non mi pare sia però ancora una
vittoria, non sarà ora come ora il nostro un contributo così incisivo da
cambiare il corso degli eventi, se si limita ad aver contrastato
l'ipotesi peggiore solo perchè era la peggiore.
Le proposte
di park alternativi, magari a raso, l'edificazione piu "leggera", con la
scusa di rendere fruibile, intervenire sul degrado, metter in sicurezza
(!)... credo vadano respinte al mittente, prospettando invece un
utilizzo dell'area che veda il risanamento come obbiettivo, la riduzione
del danno creato dal edificato esistente, la valorizzazione con dei
parametri economici opposti a quelli che costoro utilizzano.
Oltre
la semplice opzione zero, che spesso lorsignori utilizzano per
depositare in loco degrado utile al'esasperazione dei disagi, bensì una
prospettiva di recupero e condivisione dell'utilità collettiva delle
potenzialità di quel area, apparentemente una liggia di rovi e arbusti.
C'è chi la vede un businnes del cemento armato, e chi ci vede un enorme
ed utile drenaggio delle piogge in una zona edificata senza criteri
idrogeologici, ad esempio, che anche è un affare, x tutti però.
Quella
che sembrava una pretesa impossibile solo un anno fa, x cui venimmo
derisi e stigmatizzati, si è rivelata invece una rivendicazione di
diritto legittima e praticabile. Grazie a noi tutti, direi.
Mi sembra una buona indicazione per l'anno che verrà,
facciamoci gli auguri allora,
cin cin !!
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