e non pochi grassi interessi, dall'area mercato alla metropolitana, finanche bacini fluviali e opere abbastanza "grandi" da esser appetibili businnes, come lo scolmatore...

Il Decentramento sarebbe un'opportunità di partecipazione, pensare di arrivare all'idea di PortoAlegre magari è eccessivo ma pretendere di sapere e incidere sulle scelte che ci riguardano dovrebbe esser il minimo sindacale, credo.

sabato 9 gennaio 2016

BoscoPelato: oltre l'opzione zero.


BoscoPelato, una bella esperienza, delle buone pratiche, e due riflessioni.

Come è possibile che un progetto immobiliare privato e privilegiato, come qualche centinaio di box auto interrati, con un iter già concluso nell'Amministrazione precedente, possa venir messo in discussione e addirittura fermato e disinnescato dalla volontà di opposizione degli Abitanti?

In principio fu l'accordo di intenti e di programmi, tra le componenti della snx e la società civile, che permise la vittoria alle elezioni genovesi di Marco Doria e della proposta "arancione"
Tra questi accordi v'era la cosiddetta partecipazione dei cittadini alle decisioni dell'Amministrazione, o almeno alla condivisione e alla conoscenza dei progetti, anche quelli già decisi.
Ad onor di ciò la maggioranza reggente il MunicipioIII, tra cui Rifondazione che proprio di questa istanza si faceva portavoce al suo interno, decise come primo atto di trasparenza e partecipazione, di indire un'Assemblea Pubblica nel Salone Municipale invitando la proprietà a presentare il Progetto, in cui le parti cittadine interessate all'intervento, all'epoca regolarmente permesso, per cui la collina, o cio che ne rimane, sopra Piazza Solari sarebbe stata smantellata, sbancata per tonnellate di roccia ed al suo posto sarebbero dovuti sorgere i futuribili box semi interrati: un enorme cubo di cemento.

Qui si trovarono a confronto, ed in palese conflitto, gli interessi dell'Impresa Costruttrice e della Proprietà contro quelli degli Abitanti e del Territorio.
Una lunga e infuocata Assemblea ebbe come fulcro la visione su schermo del reale progetto che si apprestava ad aprire il cantiere di li a poco, ormai era "chiavi in mano", e la argomentata contestazione di molti cittadini ed esperti. Tanto da convincere il Consiglio lì riunito a votare unanime una mozione che pur vedendo come ineluttabile la prosecuzione dell'iter, cercava di porre "paletti" di sicurezza e controllo al futuro cantiere.

In quella mozione però veniva recepito e trascritto un emendamento proposto da Rifondazione (io), in cui si dichiarava che a fronte di riscontrate criticità idrogeologiche, il Municipio si riservava di rimettere tutto in discussione, pregresso o no. Si era a pochi mesi dal funesto novembre 2011, e la considerazione era doverosa oltrechè legittima, nonostante permessi ed accordi già convenuti. Soprattutto dopo le testimonianze in aula di alcuni anziani che ricordavano la presenza di rane, canneti e sorgenti in loco.

Così è che iniziò il declino della velleità edificatoria del Contubernio D'Albertis sull'ultima area verde del declivio di sua proprietà. 
Ricordo uno strategico articolo di giornale, recuperato dall'attivo Comitato Protezione Bosco Pelato, che riportava e documentava la presenza di un Rivo, pur declassato nella tombinatura anni "60, così come le conseguenti Commissioni Comunali richieste e convocate da Federazione della Sinistra (Antonio Bruno), dove il Comitato e diverse Associazioni coinvolte hanno potuto argomentare la pochezza del ritorno collettivo di un'impresa risultata anche poco utile non economica, e la pericolosità stessa dell'intervento, tanto da non venir neppure considerato possibile con il PUC recentemente approvato  nel Comune di Genova. Ed infine, dopo ricorsi legali e finanche proteste di piazza,la verità è stata riconosciuta, lo sbancamento non s'ha da fare.

Fu quello l'unico ed il solo esempio di partecipazione e di condivisione con il territorio, del nostro Municipio, della Maggioranza che lo governa, della stessa Presidenza che oggi lo distingue per aver, rapidamente dopo quel esperimento, invertito drasticamente rotta. Rifondazione ha infatti abbandonato da tempo quella compagine. Va cmq dato merito a coloro che l'esperienza l'avevan agevolata, di "averci almeno provato".

( Considerando l'irritazione, la reazione scomposta, l'ottusita delle argomentazioni a difesa, di tutto l'apparato, sia politico che affaristico, coinvolto nell'operazione edile, è probabile che gli strali piovuti addosso alla carica istituzionale di prossimità che, suo malgrado, aveva scatenato questa inaspettata resistenza, concedendo il dibattito pubblico che ne aveva fatto emergere l'assurdità, ne abbiano definitivamente cancellato ogni parvenza democratica. Cmq sia, la Maggioranza ha chiarito nel tempo che quello è stato un errore, riconquistando l'affidabilità ai signori che i propri affari li fan senza clamore, e soprattutto senza discussioni pubbliche. Il soldatino è subito tornato a marciare. Ma l'affare milionario dei box a BoscoPelato era ormai perso. )

Tornando alla nostra questione, ho sempre pensato che non fosse poi così un illusione fermare questo pericoloso progetto, vuoi perchè era davvero assurdo, vuoi xchè un bel numero di persone se l'era presa a cuore, coinvolgendone altre ancora, e impegnando tempo e risorse, mettendosi in prima persona in gioco ma giocando per una vittoria collettiva, alla faccia degli interessi egoisti e individuali apparentemente tanto di moda. L'analisi inoltre mi è sempre apparsa corretta, da tutti i punti di vista giacchè a sostenere gli argomenti era il punto di vista "comune", io direi di interesse della collettività, compresa quella futura. Altrove questi presupposti mancano, o sono sommersi, o deboli, o anche forzatamente tunuti ai margini.
Questo credo ci abbia permesso di fare un deciso passo avanti. Sicuramente nello specifico di Bosco Pelato, ma anche in generale se solo si riuscisse acapitalizzare questa consapevolezza, acquisita in un esperienza così positiva di resistenza.

Non mi pare sia però ancora una vittoria, non sarà ora come ora il nostro un contributo così incisivo da cambiare il corso degli eventi, se si limita ad aver contrastato l'ipotesi peggiore solo perchè era la peggiore. 
Le proposte di park alternativi, magari a raso, l'edificazione piu "leggera", con la scusa di rendere fruibile, intervenire sul degrado, metter in sicurezza (!)... credo vadano respinte al mittente, prospettando invece un utilizzo dell'area che veda il risanamento come obbiettivo, la riduzione del danno creato dal edificato esistente, la valorizzazione con dei parametri economici opposti a quelli che costoro utilizzano.
Oltre la semplice opzione zero, che spesso lorsignori utilizzano per depositare in loco degrado utile al'esasperazione dei disagi, bensì una prospettiva di recupero e condivisione dell'utilità collettiva delle potenzialità di quel area, apparentemente una liggia di rovi e arbusti. C'è chi la vede un businnes del cemento armato, e chi ci vede un enorme ed utile drenaggio delle piogge in una zona edificata senza criteri idrogeologici, ad esempio, che anche  è un affare, x tutti però.

Quella che sembrava una pretesa impossibile solo un anno fa, x cui venimmo derisi e stigmatizzati, si è rivelata invece una rivendicazione di diritto legittima e praticabile. Grazie a noi tutti, direi. 

Mi sembra una buona indicazione per l'anno che verrà, 
facciamoci gli auguri allora,
 cin cin !!

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