...Costruiamo una nuova stagione per la Bassa Valbisagno
Ambiente e sicurezza idrogeologica
La recente, tragica, alluvione ripropone in tutta la sua gravità il problema della messa in sicurezza idrogeologica delle nostre vallate.
Non condiviadiamo la proposta di soluzioni esclusivamente “idrauliche” impattanti sul delicato equilibrio ambientale della Bassa Valbisagno come quella di uno scolmatore del diametro di nove metri che attraverserà quasi perpendicolarmente la falda acquifera che alimenta i pozzi di Piazza Giusti.
Andrebbe invece presa in considerazione una diversa gestione delle nostre colline: realizzazione del parco, stop alle continue cementificazione, manutenzione delle aree verdi e delle creuze, programma di rimboschimento che interessi tutto il bacino del Bisagno.
L’opera di rifacimento del tratto terminale del Bisagno, anche per la modalità progettuale scelta, non basterà a mettere in sicurezza il nostro fondo valle.
Occorre ragionare su ulteriori opere, meno impattanti e pericolose rispetto al costosissimo progetto del canale scolmatore Sciorba-Corso Italia.
Proponiamo, oltre ad una corretta gestione delle nostre colline, di ampliare la luce del tratto terminale del Fereggiano, operando sia sul rifacimento della attuale copertura che sull’allargamento e profilamento del suo alveo (possibile scavando sotto le attuali via Fereggiano e Monticelli).
Per quel che concerne il Bisagno, anche in considerazione delle mutate condizioni meteorologiche che si concretizzano in precipitazioni intensissime e di concentrata estensione, proponiamo la realizzazione, a monte, di bacini di laminazione, possibilmente di piccole dimensioni.
Solo se questi interventi non fossero sufficienti a coprire le portate previste dalla piena duecentennale, proponiamo di riprendere il progetto del piccolo canale scolmatore Borgo Incrociati – Foce che, limitato nel percorso e parallelo all’asse del Bisagno stesso, risulterebbe essere molto meno impattante e costoso di quello trasversale alla valle.
Ogni impermeabilizzazione delle nostre colline va valutata nel modo più restrittivo possibile, va esclusa già da subito la realizzazione di nuove abitazioni e/o autosilo.
Per queste ragioni siamo contrari alla realizzazione degli autosilo in Via Fessia e nel Boschetto del Fassicomo. I pochi polmoni verdi rimasti a ridosso della fascia urbana vanno conservati e tutelati.
La recente alluvione ha inoltre fatto emergere la fragilità del quartiere di San Fruttuoso, divorato da rivi sotterranei sconosciuti come si è visto in via Donghi, via Donaver e via Berno in cui si sono aperti dei veri e propri crateri.
E’ necessario avviare un censimento di tutti i rivi e procedere alla loro messa in sicurezza.
La ri naturalizzazione e la manutenzione dei torrenti è una priorità.
La ri naturalizzazione e la manutenzione dei torrenti è una priorità.
giuseppe pittaluga Partito della rifondazione comunista bassa ValBisagno
Certamente serve un censimento dei rivi!
RispondiEliminaLei potrebbe darci una mano a trovare tracce storiche di un rivo sotterraneo che arriva in Piazza Solari perchè al Municipio dicono che non c'è e quindi hanno dato il benestare alla costruzione di un silos di 150 box che preoccupa la popolazione.
Il progetto sembra non non fornisca "tutte le garanzie di sicurezza" e quindi l'opposizione ad esso proseguirà la sua strada nell'intento di non far partire il progetto anche per non ritrovarsi nelle condizioni degli sfollati di Via Tanini e di altri casi noti dove si iniziano i lavori e poi vengono fermati. In particolare, l’area oggetto di intervento ricade, secondo le norme geologiche di attuazione del P.U.C., in “area urbanizzata a suscettività d’uso limitata (Zona Cß)”, mentre secondo il Piano di Bacino del Torrente Bisagno, rientra in zona “FVU-MA, fondovalle e Versante urbano – Mantenimento”.
L’art. 20 della disciplina delle norme di attuazione del Piano di Bacino del Torrente Bisagno (oggetto di modifica intervenuta con D.G.P. 180/2012), chiarisce in modo particolarmente puntuale le opere non realizzabili in zona FVU-MA. Su tali basi l'opera in questione rientrerebbe tra "gli interventi non compatibili".
In tal senso, il Comitato Protezione Bosco Pelato che ha lo scopo di preservare i valori ambientali e paesistici dell'area verde denominata "Bosco Pelato", sita in prossimità di Via Amarena, Piazza Solari, Via Savelli, Via Bozano e Via Ferretto e garantire la sicurezza idrogeologica e la vivibilità di tale zona; il comitato sta raccogliendo un considerevole numero di firme contrarie al progetto e, in particolare, tra i genitori di oltre 1.000 alunni delle 2 Scuole adiacenti.
gentile Anonim* , sono d'accordo con quel che scrive e oltre, il mio partito si è detto contrario in linea di principio, all'intervento in se, ai disagi provocati senza un ritorno, al ritorno "pubblico e alla scarsa utilità dello stesso box...
RispondiEliminaL'indagine per il Rio andrebbe condotta sulla memoria di abitanti anziani,
...x quel che mi riguarda sono in contatto con il comitato e spero presto di concertare iniziative a sostegno del dissenso.
troverà in questo blog diversi post a proposito
http://marassi-quezzi-sanfruttuoso.blogspot.it/2013/01/prove-tecniche-di-decentramento-e.html
http://marassi-quezzi-sanfruttuoso.blogspot.it/2013/03/box-e-silos-una-new-gost-town-genovese.html
Grazie
g,