...Allora,
Corriere Mercantile (un quotidiano cittadino attento e corretto), pag 4,
un focus sul Fereggiano e un paio di cronache su Enrico Musso.
Quest'uomo viene definito da G. Paoli in un intervista, un "personaggio competente", senza si capisca in cosa.
Poco sotto nella stessa pagina in un articolo si legge della "dichiarazione d'ignoranza" del Candidato sul luogo per cui rilasciava dotti pareri e del suo maldestro tentativo, insito in essa, di strumentalizzare, nuovamente, le tragedie a cui vogliono che ci abituiamo.
Il Candidato Civico, non avendo idea neanche delle dinamiche pur dibattute sull'origine del disastro e della conseguente morte di ben sei persone, di ragazzini e bambini, riduce la questione, per comodità elettorale, alla critica "da bar" :
"...la situazione sul Fereggiano non è cambiata dopo l'alluvione: prima (dell'alluvione?ndr) c'era una frana piccola... via via si è ingrossata arrivando ai livelli preoccupanti di domenica..."
Intanto ridurre la questione Fereggiano a quel tratto di 100 metri è fuorviante e riduttivo, oltre che in malafede.
Ma è incomprensibile come non possa essere a conoscenza della "frana profonda", già individuata negli anni "70 e "80 con i lavori per via Flli Cervi e via Bracelli, che si conduce sino al greto del fiume lungo quella collina.
Frana da cui derivano le criticità di cui sopra.
Gli interventi, oltreche dai fondi a disposizione, NON possono prescindere da questo. Musso non ne aveva neanche idea...
Perciò certamente non è competente per quel che riguarda la nostra realtà il nostro territorio, la nostra vita quotidiana fisicamente intesa. Almeno a me pare.
Comunque sia sarebbe anche ora di finirla con le "Passerelle sul Fereggiano" di qualunque "politico" vorace di visibilità mediatica,
Siamo stanchi di veder ingrassare i loro consensi sulle vittime della più criminale speculazione edilizia della recente storia... Noi ci viviamo dentro, noi non veniamo ascoltati ne considerati, magari veniamo ripresi nei video e intervistai per strada sporchi di fango... così fa "sciato" per i tigì...
Nessuno di questi personaggi che 'vengono accompagnati' sul luogo del delitto ha diritto e cognizione per proporre soluzioni!
La parola ora spetta a noi. Vogliamo dei luoghi, degli spazi, fisici, delle Aree almeno Temporaneamente Autonome, reali, dove confrontare esperienze e soluzioni, esigenze e problemi, e dove gestirne direttamente l'elaborazione.
Centri civici e biblioteche, circoli sociali (non club privati), luoghi deputati allo scopo, aperti al concetto di Cittadinanza ed ai cittadini, agli Abitanti, tutti, con diritto di voto o meno.
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Questa crediamo sia la strada praticabile, magari lunga e di scarsa visibilità ma l'unica che può trovare soluzioni e metodi aderenti alla realtà. Questo l'obbiettivo: elaborare sperimentando metodi e pratiche democratiche di progettazione per pianificare lo sviluppo del Territorio.
A partire dal Decentramento, direi.
( ps-per “zona temporaneamente autonoma” si intende una porzione di tempo e spazio dove persone con interessi e valori simili possono sperimentare le potenzialità della convivialità produttiva )
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