e non pochi grassi interessi, dall'area mercato alla metropolitana, finanche bacini fluviali e opere abbastanza "grandi" da esser appetibili businnes, come lo scolmatore...

Il Decentramento sarebbe un'opportunità di partecipazione, pensare di arrivare all'idea di PortoAlegre magari è eccessivo ma pretendere di sapere e incidere sulle scelte che ci riguardano dovrebbe esser il minimo sindacale, credo.

lunedì 9 aprile 2012

non di sole strade...


Cittadini

Abdul e sua moglie Aisha crescono una magnifica ragazza con i due fratellini, l'ultimo è proprio nato a Genova, a Quezzi, è "il genovese", tutti e tre sono cresciuti qui, insieme ai nostri figli, Abdul lavora, come anche Aisha, ma i sacrifici da affrontare sono molti, ciononostante è una famiglia serena.

Luìs e la Carmen si sono sposati giovani in America e la loro seconda figlia l'hanno avuta qui a Quezzi e qui, insieme al fratello, abitano. Decine le fiesticciuole di questa famiglia a cui per partecipare basta portar con sè un pò di allegria e cordialità.

Il giovane Ghassàn con un amico del Marocco ha rilevato una bottega e pratica la politica commerciale dei prezzi contenuti e della cortesia. Abita vicino così spesso è disponibile.

Katiushia vorrebbe che suo figlio studiasse all'università in Italia ma lui invece vuol andare a laurearsi in Romania, per non dimenticare le origini. Da anni lei lavora e vive in quartiere, e da sola si cresce il ragazzo.

Furio e Rino, così come Anna e Nina, sono persone che hanno scelto la collina, il borgo, per cercare una dimensione che permetta loro di viversi la relazione di coppia, quale che sia, e le dinamiche della famiglia in un contesto sereno e trasparente, umano.

Victorio da tempo aggiusta e ripristina i muretti a secco dei dintorni grazie all'arte appresa al suo Paese, in Albania la campagna è ancora legata all'uso tradizionale della pietra. Ora pare abbia ottenuto col ricongiungimento famigliare l'arrivo di figlia e moglie, vivranno in una casa rurale che lui ha in affitto.

Romina lavora nelle case, mentre Rocco tapulla nei terreni e negli appartamenti, aspettano un/una figlia e lui un lavoro decente, sono saliti in collina spimti dal canone nell'urbe (anche se pure quassù non si scherza coi prezzi... oltre i 500e.) e qui intravedono anche un pò di qualità almeno potenziale, se non altro il verde e i laghetti per sfogare la creatura.

Osvaldo ha serie difficltà di movimento e questo si accentua con gli anni, è un ragazzo intelligente e volenteroso ma sul lavoro è in "mobilità" da un pò e ora rischia la disoccupazione. Intorno la rete parentale col tempo si assotiglia tanto quanto le opportunità offerte dai 'servizi'... e socializzare in un tessuto territoriale così disgregato non è facile.

Carmen e Sara così come diverse altre donne, escono da una brutta storia con uomini indecenti, storie che segnano e lasciano le persone nella solitudine e nella diffidenza, che comunque dovranno crescere i figli, donne a cui magari un minimo di socialità e solidarietà intorno potrebbe far bene.

Franco lo chiamano "il storto" perche rangheggia, spesso gira col Ubaldo, altro "sciachelo" con un gran cuore e ingenuamente sorridente, a cui il mondo riserva disgrazie e indifferenza, come fanno molti suoi vicini.
C'era anche Domenico con noi a far bene da rappresentante di un'umanità ai margini, quasi invisibile... ma ci ha lasciato da poco.

L'anziana signora Gianna, che percorre la creusa e cerca le vecchie amiche, così vecchie da esser già scomparse da tempo. I signori Laliggia che quando arriva il caldo escono di casa alla sera e spaesati sempre più cercano i luoghi dell'infanzia, si fermano un'ora buona a guardare il nulla, mano nella mano, poi rientrano...altri non escono più, neanche la sera, neanche quando fa caldo.
Qualcuno lo incontro sul bus, odore di vestiti vecchi e sguardo da alcool,
a volte da alcool & macchinette d'azzardo.

Altre persone incontro sul bus di quartiere, a un ora ben diversa, vanno a lavorare dall'alba per rientrare al tramonto, nelle pulizie, nella ristorazione industriale e nel facchinaggio, sono più scuri, ma non di pelle, non solo almeno, sono resi scuri dall'espressione cupa di un volto di periferia, dalla rinuncia a priori all'idea di poter partecipare a ciò per cui si lavora a costruire, di avere il diritto di farlo...

Per noi tutti certo quello che servirebbe per ammortizzare l'esclusione, l'indifferenza, la solitudine, il degrado e l'alienazione a cui ci stiamo purtroppo abituando, in cui stiamo lentamente soffocando è il sussulto di dignità che ci indica nella nostra natura, o forse nella nostra 'appartenenza' le risorse per reagire, nella ricerca di un pensiero di autonomia ed in questa capire ciò che ci è di conforto e trovare gli strumenti per rivendicarlo e raggiungerlo, ottenerlo, costruirlo.
...

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