e non pochi grassi interessi, dall'area mercato alla metropolitana, finanche bacini fluviali e opere abbastanza "grandi" da esser appetibili businnes, come lo scolmatore...

Il Decentramento sarebbe un'opportunità di partecipazione, pensare di arrivare all'idea di PortoAlegre magari è eccessivo ma pretendere di sapere e incidere sulle scelte che ci riguardano dovrebbe esser il minimo sindacale, credo.

venerdì 8 novembre 2013

dal dissesto idrogeologico una opportunità per la città

... ringraziando il Circolo territoriale "dente"Bianchini che ha accolto fornendo di spazio e di tempo i gruppo di lavoro e le associazioni degli abitanti
Comunicato Stampa – Lancio Convegno “GENOVA: DAL DISSESTO IDROGEOLOGICO UN’OPPORTUNITÀ PER LA CITTÀ” ed eventi collaterali



Le associazioni “WWF Genova” e “Amici di Ponte Carrega” hanno organizzato un convegno-evento per i giorni venerdì 8 novembre e sabato 9 novembre a Genova, presso la Sala del Minor Consiglio a Palazzo Ducale, per portare un contributo di chiarezza e di conoscenza su queste questioni nei confronti della cittadinanza e degli amministratori.

Le date scelte vogliono essere vicine all'anniversario dell'ultima alluvione di genovese ed al cinquantenario del disastro del Vajont.

I motivi del convegno

La speranza è che sia possibile, da un lato conoscere ed approfondire questi argomenti e dall'altro capire come declinarli sul nostro territorio e come si possa, inoltre, aprire un dialogo tra i decisori politici e i cittadini attivi, che spesso si trovano su posizioni opposte.

L’obiettivo è di arrivare da una parte a scelte partecipate sugli interventi da realizzare e dall’altra all’aumento della consapevolezza di tutti dell’entità del rischio e della necessità di adottare comportamenti ed atteggiamenti corretti.

In una realtà genovese e ligure che, per quanto riguarda il dissesto idrogeologico, è nota a tutti per la sua criticità, non sempre si riesce a stabilire le priorità degli interventi senza uscire dalla logica del grande intervento di ingegneria civile. A ciò si aggiunge l'inconsapevolezza del cittadino che è poco informato o fuorviato dall'informazione che ha a disposizione.

Le soluzioni normalmente prospettate sono interventi a posteriori sui luoghi dei recenti disastri con opere di canalizzazione e cementificazione di alvei oppure progetti di scolmatori, senza intervenire minimamente sul territorio circostante e sull'edificato con opere di mitigazione.

A ciò si aggiunge una certa impreparazione delle attività di protezione civile, che ogni volta vede la popolazione completamente impreparata a coesistere con eventi calamitosi che, quando di questa natura, sono invece ricorrenti e peculiari del nostro territorio.

Peculiarità

Il convegno è stato costruito insieme a realtà presenti nel territorio, condividendo proposte “dal basso” per la mitigazione degli effetti degli eventi, in relazione a quanto previsto nel Piano Città. Per questo si è tenuta una serie di incontri nella scorsa primavera in cui si sono condivise esperienze, conoscenze e competenze acquisite negli anni tra vari cittadini, politici ed amministratori.

Il frutto di quanto “studiato” sarà presentato nel corso del convegno. In esso avrà così spazio - oltre ad accademici, tecnici e aziende del settore specializzate in opere di difesa del territorio - anche la voce dei cittadini.

Oltre al convegno vero e proprio si terranno alcuni eventi di altra natura un workshop in cui cittadini ed esperti si potranno parlare senza filtri e direttamente sul territorio, eventi culturali quali la proiezione di un film ed un dibattito pubblico.





WWF Genova

Vico Casana, 9
16123 Genova   
Per vedere l'evento bisogna andare su 
selezionare EVENTI/CERIMONIE 
e poi WORKSHOP SUL TERRITORIO GENOVA, 

martedì 29 ottobre 2013

Dimissioni da Referente alla Telefonia

Lettera di dimissioni al Consiglio da Referente Municipale per la Telefonia,
ruolo svolto da inizo mandato sino ad agosto 2013

Vi rendo note le motivazioni per cui mi vedo oggi costretto a lasciare il ruolo di "referente per la telefonia" affidatomi ad inizio mandato dal Consiglio di Municipio, ruolo da me ricoperto sin'ora con il massimo impegno e disponibilità, come del resto testimoniano l'interfaccia avuto con gli Enti preposti, con ARPAL, con l'Assessore competente e, non ultimo, con i cittadini interessati o coinvolti nelle questioni inerenti.

I motivi politici sono esplicitati nella lettera di dimissioni, ovvero l'assoluta non incisività, o meglio l'impossibilità di incidere qualitativamente sull'esistente o sullo sviluppo. Andando nel particolare questo è certamente dovuto al sistema in atto che limita gli strumenti a disposizione del "referente" e del Decentramento, ma nel mio caso la scarsa conoscenza del settore va ad inficiare anche quel poco che sarebbe forse possibile.

Da qui l'opportunità di cedere questo ruolo ad altri, anche senza valutare gli equilibri politici, mi è parsa giocoforza.
Nondimeno sussistono motivi personali... vero che essendo "in mobilità" dal lavoro avrei tempo a disposizione, purtroppo però gli incontri del settore avvengono sempre in orario mattutino o serale (esiste una polemica interna sull'opportunità di modificarne l'orario), momenti in cui la mia attività volontaria e gratuita di Assistenza alla Persona mi vede impegnato in questa.

Essendo il ruolo di Referente cos' come quello di Vicepresidente o gli interventi a cui partecipiamo come Maggioranza, attività politiche svolte gratuitamente credo che sia comprensibile che chi è già in una situazione lavorativa di precarietà debba rinunciare a parte di queste, senza per questo dover abdicare al ruolo consegnato dal mandato elettorale, espletato in diverse altre iniziative.

Nondimeno ringrazio l'Assemble per la fiducia espressa nei miei confronti.

Ancora un ultima considerazione.
Delle congetture un pò forzate della Presidenza riguardanti un mio allontanamento dalla Maggioranza a seguito delle mie dimissioni, esplicitate in sede di colloquio aperto, posso solo rispondere che mantengo il mio ruolo di Vicepresidente della Commissione cultura e l'impegno, qualora servisse, a coadiuvare la Presidente della stessa, 

Così come rinnovo la mia disponibilità a collaborare, come accade abitualmente, con gli assessorati in base alle mie competenze territoriali e acquisite professionalmente. 
L'eventuale e possibile allontanamento dalla maggioranza può avvenire su altre e ben più incisive questioni, da affrontare certamente.

Credo di poter affermare che sino a questo momento lo sforzo di alcune componenti, in primis il PRC, per smussare gli angoli e trovare intesa sui terreni comuni ha permesso di mantenere un certo equilibrio, dando dei risultati anche positivi attivandosi in alcune, pur sporadiche, buone pratiche di Governance. 

Evidentemente di fronte al definirsi del conflitto politico tra le componenti della Maggioranza, dove la tentazione di estremizzare posizioni utili a  consolidare l'egemonia di una parte che si considera evidentemente garante rispetto a decisioni "altre" su cui convogliare forzatamente consenso, darebbe inevitabilmente luogo ad un venir meno delle condizioni programmatiche, non ultima la questione della partecipazione, dell'informazione e della trasparenza verso la Cittadinanza, il mio Partito non potrebbe certo sostenere ancora questa coalizione senza rinunciare alla coerenza e alla responsabilità verso i propri elettori.

Cordialmente,
giuseppe pittaluga
capogruppo PRC/FdS
bassa ValBisagno

aperito...in vista del Convegno sul dissesto idrogeologico in ValBisagno




Stasera ore 19 al Circolo Bianchini
  
Aperitivo di autofinanziamento
Per realizzare il
Convegno sulla ValBisagno

Dal dissesto idrogeologico
Un’opportunità per la città

I giorni 8 e 9 novembre
Palazo ducale


Wwf –
amici di ponte Carega –
comitato Bosco Pelato –
 comitato contro la cementificazione di Terralba –
 associazione informale vivereincollina

martedì 22 ottobre 2013

AMT, linea 82: chi vuole ridurla e perchè.

Giugno 2013 
lettera a Presidente del Municipio,
che non ha ritenuto di rispondere, se non con la laconica motivazione di un iniziativa personale del Consigliere in questione.

Gentile Presidente, 
Ritengo opportuno inviare questa a te in modo di permetterti una riflessione sulla questione nonchè di diffonderne e ragionarne con tutte, FdS compresa, le componenti di Maggioranza il contenuto. 

A proposito della riunione del Consiglio di Municipio svoltasi in Maggio.
Il PRC desidera sottolineare quanto sia da considerare a ns vedere inopportuno e arbitrario il comportamento in sede di Consiglio del Cons. PD sig. Mastropietro rispetto al dibattimento su AMT in cui intervenivano l'Assessore alla Viabilità e l'Azienda stessa.
Riteniamo che l'intervento del Consigliere e la stessa proposta di modifica della linea 82 esternata impropriamente come suggerimento atto a razionalizzare il servizio AMT sia suscettibile di forti e motivate critiche nel contenuto e nel metodo.
Come lo stesso Presidente aveva considerato poco prima eventuali proposte o istanze sarebbero state prima discusse in maggioranza per poi essere esternate in Consiglio con l'Assessore presente, onde evitare incomprensioni e invece ottenere risposte.
La ns componente pur essendo critica su diversi passaggi si è limitata a riportare in linea di massima un approccio alla questione AMT già pubblico e conosciuto.
Non così il Consigliere del PD, che senza consultare nessuno suggerisce dai banchi della Maggioranza una modifica strutturale della linea 82 fortemente penalizzante del servizio in collina, riducendolo ulteriormente in un territorio dove già l'attuale linea presenta momenti di criticità, servendo una valle abitata da 10mila persone di cui molte utilizzano i mezzi pubblici. 
Il presupposto per questa restrizione del servizio su ruote è dato, a dir del Mastropietro, dall'avvio dell'ascensore AMT, che servirebbe al massimo un 10% dell'utenza; il Cons. ovvierebbe alle altre migliaia di persone interessate considerando una "navetta circolare" dalla capienza irrisoria, come sufficiente a garantirne il trasporto. Purtroppo l'Assessore pare prender sul serio la cosa, annuendo e confermando l'avvio dell'ascensore (quest'ultima cosa lì per sè positiva).
Evidente l'assoluta ignoranza sul territorio in questione, il Cons. essendo anche Presidente della Comm. Urbanistica avrebbe potuto e dovuto informarsi, avendo in maggioranza ben tre altri Cons. che abitano da decenni in luogo, su quello che è il "sentire" degli abitanti e di come siano le reali dinamiche di viabilità lungo la strada di Quezzi, avendo come argomento il fatto che al mattino gli 82 si sovrappongono nella tratta in salita risultando quasi inutilizzati. 
Essendo una strada senza sbocco è inevitabile che per avere le necessarie partenze dal capolinea in collina ogni 6/7 min. nei momenti di punta mattutina, come calcolato dalla stessa AMT, occorra far arrivare i mezzi dal fondovalle ed alcuni entrano in turno partendo dalle "gavette", questi risultano giocoforza poco utilizzati all'andata; di fatto le corse davvero fondamentali sono quelle di ritorno verso Brignole, che raccolgono decine e decine di utenti e non prevedendo l'ascensore fermate intermedie sarebbe assolutamente improponibile risolvere con una o due semplici "navette".

Inoltre rimane l'assoluta arbitrarietà della proposta, personale e in netta contraddizione con gli intenti di preservare la qualità del servizio pubblico nelle aree marginali del Municipio esplicitati poco prima dal Consiglio. La bislacca proposta non viene condivisa con nessun Consigliere di Maggioranza rischiando di provocare un'immediato e pubblico conflitto tra i banchi con la nostra componente, assolutamente contraria ad un ridimensionamento delle linee collinari e nello specifico contraria da tempo a questa risoluzione riduttiva, oggi rinnovata dal suddetto Consigliere; non considerandola una provocazione ma una carenza personale di competenza politica e tecnica del Cons. ho ritenuto sul momento di non creare turbativa, riproponendomi di discuterne metodo e sostanza in Maggioranza, alla luce del Programma condiviso, cosa che sin'ora non si è verificata e mi fa pensare che l'iniziativa del Consigliere trovi sponda e sostegno in parte della stessa Maggioranza. Questo va sicuramente ad inficiare sull'impegno della ns componente alla coalizione che sta vanificando progetti e priogrammi

Un ultima considerazione.
Il PRC raccoglie e fa proprie le istanze degli abitanti, che già diversi anni addietro hanno incisivamente sottolineato la loro contrarietà a questa soluzione con blocchi e manifestazioni.
Evidente è a nostro vedere l'inutilità rispetto ad una razionalizzazione del servizio la sostituzione di bus grandi con un circolare piccolo costringendo cmq gli abitanti a cambiate diversi mezzi o a usare il mezzo privato per arrivare a fondo valle, in centro: idea peggiorativa da più punti di vista.
L'approccio invece ci pare funzionale ad una volontà politica malcelata di riduzione in progress delle tratte più problematiche per l'Azienda, tendente all'eliminazione del servizio sociale svolto da AMT, per condurla ad una maggiore appetibilità una volta messa "sul mercato", avendo già deciso di privatizzarne definitivamente la gestione, svendendo un notevole patrimonio pubblico oltre che un Diritto di Cittadinanza, vanificando ogni prospettiva di priorità ed efficacia del Trasporto Pubblico. 
E' questo probabilmente che si evidenzia dalla proposta del Cons. PD, ed è questa la direzione e la strategia che l'Amministrazione vuol sostenere come risolutiva. Che si sappia, almeno.
Cordialmente,

giuseppe pittaluga
PRC/FdS
bassaValBisagno



sabato 28 settembre 2013

Scolmatore del Fereggiano: quando le Grandi Opere passano sottotono


Probabilmente potrebbe essere l'unico vero intervento milionario, negli orizzonti più ottimisti, di questa Amministrazione. 

Una valanga di milioni di euro, scavi esagerati a 70 metri sotto le colline tutti a ruspa ed escavatore, mobilitando grossi camion, grandi chiatte e soprattutto la Provvidenza.
Ma passa nella Città perlopiu sottotono, con poca emozione, forse non essendo visibile ed impattante come altri più noti, pare modesto. 
In realtà di uno Scolmatore del Bisagno si iniziò a parlare già nel 1914, poi la guerra....
Ed è magari anche su questo "mito" che si crea la confusione che alla fine può portare un consenso dovuto xlo+ al'esasperazione: per molti si sta discutendo ora dell'Opera prevista dal piano di bacino. Invece no, questa è un'altra cosa: un'intervento diverso nell'origine del finanziamento, nei costi e negli risultati. E soprattutto nella reale effettiva utilità.
Si tratta in realtà di un mini.scolmatore che ha modesti obbiettivi ed enormi costi, a parere di alcuni.

Va dato merito alla Commissione Comunale II e al Presidente Antonio Bruno del tentativo di capire se realmente sia questa la direzione da intraprendere.

Così ho assistito dai banchi dell'Aula alla discussione, come esperto del territorio per FdS-PRC, in questa seconda Commissione dedicata alla questione.

Illustrato a grandi linee il progetto x l'intervento che nostro malgrado l'Amministrazione vuole realizzare, un ingegnere specifica esattamente qual'è l'obbiettivo di un opera che costerebbe almeno 45 mln di euro:

permettere alla piena del Fereggiano di superare la strozzatura a LargoMerlo (creata dalla recente e costosa "messa in sicurezza" della Regione: 14mln) e di venir accolta nell bassa e stretta "copertura" sotto Via Fereggiano e di Via Monticelli (dove il torrente viene costretto a correre in 3mt d'alveo contro la decina liberi e disponibili e dove decenni di detriti sono accumulati).

In Commissione Comunale qualche domanda tecnica e molti dubbi sulla questione economica han fatto si che a giorni si esegua un sopralluogo da parte dei Consiglieri per chiarirsi le idee. Nella speranza che questo avvenga anche sui siti dove il mini scolmatore ha origine, cosa che dovrebbe rendere evidente la inutilità dell'intervento rispetto alla sorte di gran parte della valle.

Un'intervento di Agostini ha sottolineato quanto sia relativo il conto economico dell'impresa che il Comune si accinge a finanziare, domandandosi quali responsabilità vadano poi considerate a fronte di probabili criticità in corso d'opera e successiva impennata dei costi. Dai banchi qualcuno si sente "offeso"....
Qualcuno dal centrosnx ha ribadito che politicamente l'opera è da sostenere, che è un obbiettivo raggiunto, mi pare dicesse...probabile che anche costui confondesse mini e maxi.
Dal centrodx chiedevano se non fosse il caso di scavar già per un diametro di 9mt, dato che poi diventerebbe (??) da mini a maxi... la risposta è che sarebbe costato di più. 
M5s tenta di dipanare nebbie tecniche ed economiche, evidenziando alcune grosse contraddizioni, trovando risposte un pò parziali.
Cmq pare che nessuno mettesse in dubbio l'opportunità di realizzare davvero questa grandeOpera.

In questa occasione gli Assessori presenti non sono troppo entrati nel merito considerando, giustamente, le questioni poste come contingenti e tecniche, e perlopiu hanno nuovamente rivendicato il "successo" ottenuto a pianoCittà con i 25 mln recuperati e indirizzati alla ValBisagno. Vero, bravi.
(Ma perchè ora dobbiamo buttarli tutti in un inutile buco, indebitando inoltre ancora la Città?!)

Cmq l'Ass Crivello aveva già in sede municipale precisato che il "via" a quest'opera avrebbe creato il presupposto per agire finalmente sull'exmercato di CsoSardegna, solleticando mille interessi... Non si nasconde, come afferma in commissione, almeno a chi vuol vedere.

L'Ass Garrota ha ribadito l'importanza dell'investimento e poco più, aveva in precedenza invece detto che di fatto il "piano di bacino" è lo Scolmatore, che in effetti sarebbe l'ottimizzazione degli interventi previsti nel piano. Ma si tratta dello scolmatore del Bisagno. Altra e differente cosa da quello che ci stanno forzatamente proponendo. Qualcuno forse intuisce.
Ma anche questo aspetto rimane fumoso, deviato dal presupposto che un domani il vero scolmatore possa ripercorrere il tracciato semplicemente allargando i "buco". Motivazione diversa da quel che si era sentito la scorsa convocazione, nella versione in cui questo tubo si sarebbe poi trasformato in una sorta di galleria collaterale. 

Tornando alle "curiosità" pare che la 'presa' iniziale riesca in quota, a metà di Via Pinetti, a scolmare il flusso eccessivo della piena dovuta alle piogge, lasciando che il resto corra al di sotto della copertura senza intoppi. Plausibile. 

Solo che lascerebbe intanto tutta la zona a monte della presa nelle identiche condizioni del 2011, dove la pioggia, apportando acqua e materiale al torrente, lungo i versanti ha provocato l'evacuazione di un condominio e di diversi civici, il crollo di importanti muri e muretti di contenimento, ha distrutto un paio di ponti e ha trasformato le creuse e la strade in pericolose fiumare allagando cantine e pianterreni e trascinando moto e cassonetti (tutto fotografato o filmato).
In quest'area NON è previsto nessun investimento, neanche dal piano di lavori triennale del Comune. Tutto sarebbe tale e quale, comprese le necessarie allerte.
Ma che accadrebbe a sud della presa, dove in teoria il flusso sarebbe dimezzato dal mini-scolma? Si vede dai filmati del 2011 che Largo Merlo è allagato e che le persone si mettono in salvo con difficoltà, è evidente che quell'acqua non fuoriesce dal torrente, che esonda più in basso, all'altezza di via Fereggiano e della copertura insufficente, ma confluisce in piazza scendendo violentemente dai versanti, portata dalle decine di rivi e caditoie che li convergono, oltre che dalle strade che con pendenze ardite si trasformano in altrettante fiumare. Anche dopo l'intervento questa area rimarrebbe nelle condizioni del 2011, non venendo i flussi fuori controllo accolti dallo scolmatore. Inoltre non è detto che questo notevole contributo, una volta raggiunto l'alveo, non riporti i metri cubi al sec convogliati dal torrente al di sopra della capacità di accoglienza della vetusta copertura. riproponendo una situazione analoga al già vissuto.

Davvero l'unico obbiettivo che questo mini-scolma pare destinato a raggiungere sembra essere l'edificazione nell'area dell'ex-mercato grazie ad una "messa in sicurezza" adeguata al caso, ...forse magari con questa operazione possono poi anche permette scavi e park sotterranei... o forse siamo in campagna elettorale... mhà! 



[ E' forse utile ricordare che da anni viene proposta da Associazioni ed Abitanti una pianificazione di interventi lungimirante e realmente risolutiva di diverse criticità. Proposte che FdS e PRC hanno riportato più volte nelle Istituzioni.
Lo stesso obbiettivo di salvaguardia e risanamento lo si coglierebbe con maggior sicurezza allargando e canalizzando l'alveo del torrente da Largo merlo al fiume Bisagno dove il torrente sfocia, utilizzando l'ampio spazio permesso dalla distanza degli edifici, rinnovandone la copertura si otterrebbe anche una migliore viabilità e nuovi spazi. 
Inoltre regimentando razionalmente le decine di rivi e caditoie spesso ostruite, permeabilizzando i versanti asfissiati dall'asfalto e liberando i corsi da ingombri e manufatti, si sanerebbero decine di situazioni pericolose nel bacino del Fereggiano.
Tutto con molto meno di 45mln di euro, probabilmente basterebbero i 25mln conquistati da Genova in pianoCittà.
Ma gli estremisti delle grandiOpere neanche considerano possibile un'alternativa ai loro piani. ]

giuseppe pittaluga
capogruppoPRC
bassaValBisagno

domenica 8 settembre 2013

...intanto AMT va avanti con i tagli.

Le varianti annunciate da AMT in ValBisagno avranno una ricaduta pesante sull'utenza.
Si sommano a quelle già introdotte negli anni (dopo le 20 e 30 è diventato problematico arrivare dal centro città, il collegamento diretto con la Foce è stato da tempo eliminato) e penalizzano pesantemente il nostro quartiere. 
Sugli autobus si sentono i mugugni di persone esasperate che non sanno a chi rivolgersi. 
E gli abbonati si sentono anche truffati perchè hanno pagato in anticipo per un servizio che viene erogato ora solamente in parte (e gli abbonamenti genovesi sono tra i più gravosi).
Senza contare i tagli alle linee collinari, "giustificati" dalla penuria di Bus adatti a quelle tratte.
Il degenerare della gestione aziendale e il ridimensionamento degli obbiettivi sociali sono eclatanti quanto inaccettabili .

PRC bassa ValBisagno

giovedì 29 agosto 2013

mini-scolmatore: il Consiglio di Municipio approva la speculazione.



(l'intervento seguente è stato interrotto più volte, sino allo stop poco oltre la metà, dalla zelante presidenza del consiglio che ne ha rigidamente costretto i tempi in pochissimi minuti, censurando così le poche elaborazioni presenti in sala, tra cui la nostra, confidando che il poco tempo a disposizione dei consiglieri tenesse lontano possibili critiche... e il buon Doria non ha trovato certo poco compatibile con il pluralismo e la democrazia questo atteggiamento del Presidente, anzi ne ha colto i frutti, sigh!)

25 milioni, più 5 della regione, più un debito di 15 del comune, tutto x arrivare alla cifra minima necessaria, probabilmente sottostimata, x realizzare questo mini-scolmatore. Cosa ben diversa da quell'intervento previsto dal Programma di governo della coalizione: lo scolmatore del bisagno, x cui progetti e finanziamenti son già stati stabiliti da tempo.  Il cui costo era stimato in 153 milioni dal progetto definitivo del 2008, più 100 milioni destinati alle opere generali di riqualificazione idraulica e paesistica dell'alveo e del bacino:
si tratta del progetto Technital, che indica il costo in 153.427.629 euro; nel marzo dello stesso anno, il Consiglio superiore dei LLPP da il suo assenso preventivo ad un progetto complessivo del costo di 230 milioni riguardante scolmatore più le opere citate.
Dopo l'alluvione del 2011, si parla sempre della cifra complessiva di 230/250 milioni e si comincia a parlare di un primo stralcio dell'ammontare di 120 milioni relativo alla prima tratta.
Su questo era l'intesa del Programma.
E su queste basi si sarebbe potuto procedere ad un effettivo primo lotto dei lavori, con 120 milioni a disposizione.

Ora quel che l'amministrazione propone si tratta di un'altra cosa, di un'intervento diverso nell'origine del finanziamento, nei costi e negli obbiettivi. E soprattutto nella reale effettiva utilità.

Viene proposta l'idea di convogliare il Fereggiano verso Cso Italia, attraversando il sottosuolo sconosciuto di un territorio vasto e in equilibrio assai precario, con un tubo dalle dimensioni ridotte, che non riceverà i due rii rovare e noce e rimarrà a se stante quando verrà costruito lo scolmatore del bisagno, in quanto non sarà funzionale a questo.
Sono diverse le criticità riscontrate nel progetto, che sarebbero da analizzare e approfondire.
Ad esempio la sottostima dell'apporto di meteriale solido trasportato dal fereggiano che andrebbe ad intasare la "presa" dello scolmatore. Vero che il fiume scorre tra i palazzi che, a parte i probabili futuri smottamenti e crolli, di solito non rilasciano materiale, ma è anche vero che i due rii che determinano il flusso del fiume scorrono a valle di ripide e franose pendici, dove si contano almeno una decina di grossi smottamenti e da dove tonnellate di pietre, terra, rocce e alberi vengono trascinate violentemente a valle dalle piogge. La piena del 2011 ha infatti  alzato il livello del greto del fereggiano di almeno 50-70 centimetri: decine di tonnellate di legni e detriti sono stati in seguito asportati. Per non parlare di un'intero versante a picco costituito dai materiali di risulta della Cava e contenuto da muri costruiti negli anni 40. Ma queta è solo una delle problematiche non condivise nell'analisi con il territorio e la popolazione.

Rispetto al recupero dei Fondi necessari a quest'operazione, si fanno i conti della serva, 25 milioni di pianocittà (in realtà destinati alla riqualificazione urbana) ai quali si aggiungono soldi che non si hanno ancora, e sapendo che i costi aumenteranno si confida x lo + nella provvidenza...
A Genova si usa fare il passo che la gamba ci permette, e qui si va ben oltrte.
E con quale obbiettivo?
Evitare che il Fereggiano esondi.
Dimenticando l'intervento (14 milioni) della regione che ha appena finito di allargare l'alveo del fiume sino all'altezza di LargoMerlo, e quanto ciò sia stato determinante, prima nella fuoriuscita del rio a largoMerlo e poi della violenta pressione che ha determinato lo spumeggiare e la fuoriuscita del fiume in via fereggiano: dai tempi dei Romani sappiamo che la conduzione dell'acqua da un tubo grande ad uno piccolo ne moltiplica forza e pressione e da anni siamo consapevoli che l'alveo ed il franco idraulico consentiti al fiume sotto la copertura di via fereggiano siano insufficienti se non asfittici.

L'intervento proposto dal Comune raccoglierebbe le acque in quota a metà di via Pinetti... lasciando scoperto un lungo e pericoloso tratto, incurante che da lì in giù le diffuse violente fiumare, che si formano lungo le vie dove la regimentazione e la tombinatura per le acque bianche sono inesistenti, lo,.possano precipitare a valle (largo merlo) ed allagare l'allagabile, così lungo via fereggiano sino a corso sardegna: ricordiamo come ben prima che il fiume esondasse le situazioni di pericolo erano ecclatanti, con bus fermi e strade allagate, tanto che la forza dell'acqua in strada ha divelto i muretti d'argine facendoli crollare all'interno del fiume alimentando la portata dello stesso con un buon contributo in materiale solido (auto, moto, cassonetti, massi e rocce)
Quindi a mini-scolmatore realizzato Il risultato per la popolazione e sul territorio non sarebbe molto diverso da ciò che è già successo, purtroppo.

Sappiamo che per risolvere questa drammatica situazione occorre attuare il piano di bacino, compreso il grande scolmatore. Sappiamo che l' intervento oggi discusso non va in quella direzione. Sappiamo che un'operazione di questo tipo ha come obbiettivo prioritario la possibilità di "vendersi", per buone, le aree interessate dal problema e da questo vincolate, in primis l'ex mercato. E' un illusione il risanare centinaia di situazioni esasperate tramite un azzardo che vede poche possibilità di riuscita, con i finanziamenti messi in gioco: i costi son destinati ad aumentare con le criticità in corso d'opera, che già s'intravedono.
Del resto anche nella recente Conferenza dei Servizi i pareri erano discordanti, tanto che l'Ente che più ha competenza e conoscenza delle problematiche, la Provincia, si è espressa criticamente in loco e addirittura sui giornali.

Da tempo proposte alternative al mini-scolmatore , queste si, previste dal piano di bacino vengono elaborate da un ampio fronte di dissenso in cui esponenti di differenti realtà ne condividono la natura. Di fatto l'amministrazione le ha sottovalutate sino ad oggi.
Essenzialmente affermiamo che un risultato maggiore per il risanamento della valle del fereggiano lo si possa ottenere proseguendo l'intervento iniziato dalla regione con l'allargamento dell'alveo: 
Proseguire l'allargamento oltre largo merlo, raddoppiando la portata del torrente sia in via fereggiano che in via monticelli, e permettere l'affluenza al bisagno modificandone lo sbocco in questo.
Non ci sono impedimenti evidenti, sotto a quelle strade il fiume è costretto in tre miseri metri di larghezza contro i 13 metri disponibili (da marciapiede a marciapiede) e il franco idraulico della copertura è ormai ridotto dai sedimenti accumulati.
Basterebbe questo a far scorrere senza intoppi il fiume in piena sino al bisagno, pur raccogliendo le decine di rii e di caditoie che ne alimentano la portata.
E i costi sarebbero compatibili, compresa la realizzazione degli interventi diffusi a cui abbiamo accennato, dai crinali, ai versanti sino agli argini del rio.
Distribuendo inoltre lavoro, risorse, miglioramenti, in tutto il territorio della valle. Ottenendo che non esca una goccia d'acqua dall'alveo del fereggiano, anzi che la velocità con cui la pioggia viene convogliata al fiume dovuta alla impermeabilizzazione dei versanti non dia origine alle fiumare, pericolose già con le piogge di questi giorni...
L'unica vera obiezione che l'amministrazione può porre è che gli 80m3 al sec del fereggiano continuerebbero ad insistere sulla portata del bisagno, incidendo su alcuni nervi scoperti come Corte Lambruschini edificata in mezzo al fiume bisagno (!!) o come la copertura post-ferrovie che risulta obsoleta e x la quale erano previsti degli interventi sempre nel piano di bacino e nella sua originaria calendarizzazione...
Inoltre a statistiche avvedute risulta che sia x i tempi di deflusso sia per la non contemporaneità delle piogge difficilmente la piena del fereggiano va a sommarsi a quella del bisagno. Iindipendentemente dal contributo (80mt3 sec) del fereggiano nel bisagno (1200mt3 sec) se non si interviene sul bisagno non si risolve la questione. Di nuovo, vale la pena deviare il fereggiano di fronte a questa situazione e a questi numeri? Crediamo sia folle, oltre che sia uno spreco di denaro a fronte di un utilizzo oculato di questo, che darebbe risultati migliori e davvero propedeutici allo sviluppo del piano di bacino, finanche allo scolmatore originario.

Allora facciamo quel che ci compete coi fondi di piano città: riqualifichiamo davvero un enorme area, allargando l'alveo del fereggiano e ripristinando caditoie e regimentando acque bianche e nere, permeabilizziamo il suolo residuo e pensiamo al diradamento e agli interventi utili a questo! Inoltre i tempi di realizzazione sarebbero progressivi e relativamente brevi contro ai 7anni previsti x il miniscolmatore.
Sull'elaborazione di queste proposte il contributo di autorevoli professori ed esperti del settore ci conforta ogni giorno di più.



E se i nostri amministratori avessero un sussulto di dignità sarebbero a pestare i piedi a Roma e i pugni sulle scrivanie a Bruxelles! Perchè è da li che devono venire gli interventi maggiori, i fondi per il vero scolmatore e la volontà di realizzarlo! Noi facciamo il nostro, ci occupiamo della nostra città, per renderla sicura ma anche vivibile e accogliente per i propri abitanti, e i fondi ottenuti servono a questo... son pochi x genova tutta, ma forse per sistemare un minimo, concepire e pianificare uno sviluppo sostenibile e innovativo a partire dal dramma idrogeologico, per la valbisagno potrebbero magari bastare

Oggi rileviamo quanto il degenerare della situazione sia quotidiano, il degrado rende necessaria un'inversione di tendenza rispetto alle grandi soluzioni previste, occorre iniziare una sistematica e pianificata manutenzione del territorio, dare uno stop alla cementificazione delle colline e dei rii, praticare soluzioni sostenibili per garantire sicurezza agli abitanti delle aree a rischio


Non ci appare sensato ora rincorrere la chimera di un'iper-soluzione idraulica fascinosa quanto parziale e relativa, i cui risultati finali appaiono limitati e lontani nel tempo, impiegandoci inoltre tutte le risorse disponibili come in una disperata scommessa.
Noi chiediamo che realisticamente, non in contrasto con la grandeOpera sul Bisagno cmq prevista ma in misura complementare, quei soldi siano spesi per i lavori previsti dal Piano di Bacino: 
interventi diffusi come la regimentazione idraulica e naturalistica delle acque sui versanti, puntando nell'immediato sull'allargamento dell'Alveo del Fereggiano da L Merlo al Bisagno realizzabile in tempi brevi. 


Coscienti che questo risolverebbe il fereggiano ma non ci salverebbe dalla piena di 1200m3 del Bisagno, cmq sanerebbe l'abitabilità, il commercio, l'esistenza in un'ampia area e ci permetterebbe di sopravvivere quando le strade son pericolosi torrenti e i negozi son allagati!
In attesa che lo Stato trovi modo di finanziare interventi più impegnativi, potremmo almeno affrontare meglio la quotidianità.
Siamo stati riuniti arbitrariamente e frettolosamente a decidere quel che poco conosciamo e che poco è stato approfondito.
In realtà le opzioni da verificare sono quelle riguardanti gli interventi alternativi, risolutivi dell'emergenza anche se minori, per i quali i fondi a disposizione sono sufficienti, evitando ulteriori indebitamenti.

E' necessaria una Conferenza sulla questione prematuramente archiviata  e ridimensionata con il complicato "mini scolmatore" promosso dal Comune; xcui è utile un rinvio della votazione, tale da permettere a tutti di valutare e criticare, Questo non porta alla perdita dei finanziamenti, casomai ad uno slittamento dei lavori di qualche mese, a fronte di un cantiere che durerebbe cmq almeno 7anni.
Speriamo che oltre Legambiente, WWF e Rifondazione Comunista, M5S, che già hanno manifestato perplessità, altre voci del dissenso ragionato si facciano sentire, a stimolare la critica e la discussione che sin'ora l'Amministrazione ha evitato, pur richiamata dalla componente di maggioranza FdS/RC in molte sedi, ad un maggior confronto sul tema.

Voto di FdS/ PRC
CONTRARIO

giovedì 22 agosto 2013

Il mini-scolmatore per il Fereggiano: un "fuori programma" della Giunta Doria che va di fretta...

Oggi alla riunione capogruppo del Municipio bassa Valbisagno è stata notificato e discusso l'odg della 
seduta di consiglio di giovedì 29 cm, 
sull'approvazione del "miniscolmatore del Fereggiano"
da parte del Municipio bassa ValBisagno
in quanto ciò deve avvenire entro fine mese da parte del municipio per non inficiarne l'iter e doverne posticiparne i tempi di inizio (!), dove cmq verrebbe salvaguardato il finanziamento, la perdita del quale viene usata come spauracchio x intimorire i dubbiosi.
Il pres della Commissione Urbanistica (pd) non ha ritenuto opportuno (sigh) pur avendo avuto mesi di tempo per farlo, convocare una Commissione sul tema, sui risvolti politici e su quelli pratici giacchè la Commissione Comunale si era espressa da tempo, di conseguenza i Consiglieri di Municipio, tutti, son informati solo oggi con un cd ipertecnico da cui ricavarne con difficoltà elementi per giudicare la cosa: l'opera pubblica più importante e costosa che verrebbe di fatto attuata a Genova.
L'argomento per scusare la mancata prassi informativa e di dibattito sul Territorio è stata la rapidità dei tempi richiesta dallo stesso Comune e dal Ministero in primis, che pare ancora una volta poco sensibile al decentramento, se non come mera e inutile approvazione postuma di decisioni prese altrove, vanificando, con un dictat senza deroghe su un argomento 'sì importante, pure l'autorevolezza dell'Istituzione e del suo Presidente.
Rimane il momento di confronto pubblico dato dal Consiglio, che purtroppo
come espresso da alcuni Consiglieri di Maggioranza, è ininfluente: il percorso così come il progetto sono inemendabili.
Saranno presenti al Consiglio di Municipio il Sindaco Doria e l'Assessore Crivello.
Il Consiglio di Municipio è aperto al Pubblico.

venerdì 19 luglio 2013

Boscopelato: il ruolo dell'attuale Municipio bassa ValBisagno.


Rispetto al ruolo avuto dal Municipio bassaValBisagno sulle vicende legate al funesto cantiere per silos in Pzza Solari, ho trovato quantomeno strumentale da parte di qualcuno in Aula accusare di carenza e superficialità L'ATTUALE Consiglio dell' Ente decentrato. Credo che la inedita buona pratica della diffusione di informazioni così come del coinvolgimento e ascolto degli Abitanti del quartiere abbia avuto inizio proprio dall'iniziativa del Municipio su quel progetto, certo suscettibile di miglioramenti, ancora distante dalle scelte condivise e partecipate di un Comune moderno e efficiente.

Di fatto lo strumento dell'Assemblea pubblica messo in atto da subito, in cui il Municipio ha invitato l'Istituto a rendere davvero pubblico quel che c'era da sapere, con proiezioni e informazioni a disposizione degli abitanti anch'essi coinvolti, ha permesso che il dissenso trovasse modo di esprimersi, anche dentro lo stesso Consiglio: in maggioranza con il PRC contrario, insieme a M5S della minoranza. E' in quell'occasione che, tra gli argomenti sostenuti dal Comitato boscopelato, è emersa la testimonianza di un anziano sul corso d'acqua, il piccolo canneto e l'infanzia passata a pescar le rane. 
Proprio quel ricordo dai tratti bucolici da origine all'elemento oggi fondamentale :) 

Aggiungo che anche rispetto al brutto Documento approvato da una parte del Consiglio (escluse m5s e prc), nel contenuto insieme a velleitari "vincoli" di controllo, il Municipio3 ha cmq deliberato che nel caso fosse accorso un nuovo fatto rispetto all'equilibrio geologico dell'area, come la presenza di un rivo sotterraneo, tutto sarebbe stato rimesso in discussione. 
Va a merito dei firmatari l'averlo dichiarato consapevolmente, giacchè è giusto il caso all'attualità. 
Pur nei giochi politici il Municipio ha agito nella direzione corretta.

Ciò non esime il precedente Pres di Municip. Massardo e la sua Giunta dalla responsabilità di aver disatteso qualsiasi diritto di trasparenza e partecipazione ai Cittadini, non solo su Pzza Solari, ma di averlo assunto come 'metodo di governo' nel quinquennio passato. 
Giudizio politico già espresso dal PRC in più sedi ed in base al quale perseguiamo la discontinuità e il cambiamento, ancora all'interno di una Maggioranza costruita su un progetto di cambiamento, che rischia però di venir affossato dalle pseudo-amichevolezze da cui è circondata, quasi assediata, ed alle quali si rischia in qualche modo purtroppo di dar credito e sponda quando si abdica alla propria sovranità in nome di compromessi di difficile comprensione.

Una nuova Commissione 2 in Municipio con i nuovi elementi a disposizione servirebbe a riportare prossimità dell'istituzione alle persone e rispettosa confidenza reciproca, credo.

capogruppo PRC/FdS
Municipio bassaValBisagno

giovedì 18 luglio 2013

boscopelato in Commissione Urbanistica, nuovamente :)

E' di ieri la Commissione2 a palazzo Tursi sull'aggiornamento dell'iter e della discussione sulla proposta di realizzazione di un silos-park da 180 postiauto, limitrofo a Pzza Solari, sbancando 16mila tonnellate di roccia e terra ai piedi della iper-edificata collina.

Diversi gli interventi da parte dei Cosiglieri e alcune relazioni da parte del Comitato e dell'Istituto commissionario del Progetto. Presto i dettagli.
Ma spiccano almeno a me, in qualità di referente di Rifondazione sul territorio presente in Aula, le tristissime  dichiarazioni dell'Assessore all'Urbanistica nonchè Vicesindaco in relazione alla procedura e alla questione in sè.
Intanto a suo dire che pare sia conseguenziale e giocoforza approvare e continuare le scellerate scelte dell'Amministrazione precedente, dichiarando una continuità che vanifica speranze e progettualità del fantomatico "nuovo corso", che faceva della partecipazione civica alle scelte un cavallo di battaglia, poi prosegue sminuendo ulteriormente il decentramento quando dice che "potevamo chiuderla lì" all'interno del Palazzo, senza avvertir chicchessia, e ancora grazie che invece ci siamo resi disponibili... come se questo fosse "bontà loro". Infine si dichiara completamente sordo alle istanze degli Abitanti come alle perplessità dei Consiglieri pure di maggioranza, sentenziando l'impossibilità di arrivare ad un opzione zero, considerando l'incisività delle rivendicazioni ridotta ai dettagli d'arredamento dell'opera! 
E meno male che ha fatto 10 nelle Circoscrizioni, sarà stata una dura esperienza per segnarlo così.
Si commentano da sole.

Nella Commissione Comunale2 dopo il sopralluogo sul sito, la sensibilità è cambiata, probabilmente è bastato che i Consiglieri Comunali si rendessero conto della realtà dei fatti per modificare un primo approccio alla questione che pareva in generale almeno possibilista rispetto al via ai lavori.
Di fatto mi sembra che la situazione presentata ieri in Commissione sia questa: FdS, Sel, idv, lista Doria e qualcuno pure del PD, oltre che M5S e il Consigliere Grillo, pare siano per un diniego a costruire in linea di massima. A onor del vero il Cons Villa ha addirittura chiesto un documento politico in cui si esprima l'inopportunità dell'opera.
Comunque, ciononostante, un Vicesindaco irriducibile e il Partito Del cemento hanno la meglio sull'intero Consiglio Comunale, pare. Che sia ancora questa la vera maggioranza?

Molteplici e di spessore sono gli argomenti del dissenso (meno lo sono quelli dell'espero chimico ambientale del Contubernio, rasente il ridicolo), purtroppo però si prestano all'estenuante gioco degli esperti opposti, lo scoglio vero su cui si può infranger il progetto, il discrimine x cui la cosa non si potrà o si potrà fare è ancora la questione idrogeologica: 
il nuovo puc imminente ne proibirebbe assolutamente lo sbancamento, 
l'area è dopo il 2011cmq vincolata dall'equilibrio precario di tutta la collina,
e la presenza del corso d'acqua carsico è "la livella" per il nefasto progetto, in quanto pur Rivo declassato (e nn vuol dir niente) se ne è perso il pecorso (!).
Probabilmente è su questo elemento che ora i tecnici comunali dovranno dare parere. Pare entro l'anno.
La minaccia da parte dell'Impresa di chieder danni dovuti all'eventuale diniego che arrivasse all'ultimo., sappiamo che è uno spauracchio così come si sono evidenziati precedenti su come si possano definitivamente affossare dei progetti in apparenza già conclusi a fronte di buone ragioni.

Antonio Bruno, FdS, Presidente Commissione2, mi pare abbia ben condotto a questo punto la cosa.
Il Comitato ha saputo coinvolgere e mobilitare le persone, diffondendo consapevolezza e impegno civile.
Le Associazioni sono presenti da sempre a presidiare il territorio.
Noi ci siamo, discreti e rispettosi ma presenti e pronti :)
Ora dobbiamo diventare consapevoli del fatto che siamo in tanti a volere modificare "la rotta".

PRC/FdS
bassaValBisagno
giuseppe pittaluga


venerdì 5 luglio 2013

Val Bisagno, ieri oggi domani

Qui in Val Bisagno, lasciata x sua fortuna un pò indietro rispetto allo sviluppo industriale della Città di Ponente e dove incontriamo le industrie e le attività lentamente dismesse, si riflette la rivendicazione di fondo sulle aree ex produttive: o creano produzione o tornano alla città, creando valore aggiunto all'esistente almeno. 
Ex mercato, ex boero, gli edifici dell'enel, cave cementifere, lo sono tutte.
Nella Val Bisagno si potrebbe oltre che rinnovare la produzione rurale in collina (diverse piccole aziende hanno resistito), incentivare l'insediamento di produzioni ad alta tecnologia, nel bio-medicale (una realtà già esiste) come nel piccolo-medio artigianato, o nelle produzioni di "tecnologia verdi", nelle aree ora liberate dai precedenti utilizzatori; così come investire nel rinnovamento della filiera dei rifiuti urbani e del trasporto pubblico, che vede già la presenza storica in valle dei dipendenti e delle strutture. 

Entrambi le prospettive sono certamente meno invasive dei capannoni commerciali tipo Valpolcevera e danno prospettive di lavoro qualificato e di sviluppo del territorio sostenibili e durature, supportate da una buona capacità di accoglienza e tolleranza di flussi nella valle che verrebbe ottimizzata dalla tranvia di collegamento con il centro città, a metro e treno.
Chiaramente l'Amministrazione si muove in direzione opposta: capannoni commerciali e stradone dritte a questi, tagliando fuori tutto il resto.

Così a Terralba, dove la peculiarità sta nel fatto che trenitalia rivendica la proprietà dell'area e il conseguenziale sfruttamento immobiliare-commerciale per fare profitti, di fatto alienandola dal contesto per cui ancora esiste.
Il Comune dovrebbe sentire il dovere allora di espropiare alla suddetta società il lotto non interessato direttamente all'attività ferroviaria per restituirla alla collettività, alla Città. I motivi sono molti, dall'abbandono della mission originale a cui era destinata, al problema del dissesto idrogeo e della fragilità dell'area stessa, alla necessità di creare opportunità di lavoro senza alimentare il degrado urbanistico. Il Comune riappropriatosi del territorio, potrebbe fare un bando europeo per insediare in loco Aziende ad alta tecnologia, aziende start-up, magari concedendo agevolazioni e mettendo vincoli ai volumi e alle altezze dei probabili edifici, offrendo di fatto all'industria bio-medicale e alle green-factory un sito centrale, ottimamente collegato e limitrofo al SMartino e alle facoltà Universitarie.

E' necessario ri-progettare e ri-pensare le scelte e la direzione intrapresa dal "blocco ottuso" dallo status quo che continua, nonostante l'illusione Doria, a governare con Chiesa, pseudo-imprenditori e Palazzinari vari, questa Città.
Serve un periodo di progettazione diffusa e partecipata, tra le persone, le associazioni e le Istituzioni, per arrivare velocemente ad un Progetto di Città, probabilmente allora realmente "smart" e condiviso.

giuseppe pittaluga
FdS/PRC
bassa ValBisagno

Villa Imperiale e il suo Edificio del 500

Ad attenzione di Assessore.
Oggetto : Palazzo di Villa Imperiale,

Gentile assessore,
come già evidenziato informalmente in più situazioni, le condizioni del Palazzo di Villa imperiale non sono delle migliori, nonostante l'intervento di restauro dell'edificio non abbia ancora passato i 10 anni.
La criticità maggiore e più insidiosa è rappresentata dalle infiltrazioni di umidità, visibili anche dall'esterno lungo il perimetro. Queste condizionano nei locali sotterranei la conservazione di volumi pregiati e storici oltre che degradare gli intonaci e la struttura stessa.
Sarebbe buona pratica come Municipio, qual'ora ci fossero le condizioni contrattuali di una possibile attuale responsabilità della/e aziende partecipi al restauro, stimolare l'Ente Comunale a rivendicarne l'istanza in tempi utili ad ottenerne buon esito. 
Intanto nell'immediato richiedere di verificarne le clausole contrattuali confrontandole con le oggettive criticità in essere.
A salvaguardia di un Patrimonio collettivo di pregio e di diffusa utilità, e di una maggiore attenta verifica della spesa pubblica.
Certo della sensibilità più volte dimostrata
cordialmente,
giuseppe pittaluga
PRC/FdS
bassaValBisagno

Colline & Degrado

All'attenzione di Commissario Provicia Genova

Buongiorno,
Vi scrivo per segnalare quanto sta accadendo nei pressi dell'area collinare sopra Quezzi denominata "leamara" esattamente nelle vicinanze della "cappelletta dei cacciatori". Il luogo è raggiungibile superando la Torretta e proseguendo la via sino al sito, oppure dalla piazza di sant'Eusebio tramite uno sterrato che attraversa la pineta, verso il Forte Ratti. 
Ricordo c'era sino a poco tempo fa uno scoglio dove sostare in cui una lapide ricordava qualcosa, a pochi metri dalla cappelletta. Ora tutto l'angolo è stato"sbancato", ci sono pietroni accatastati a tergo, alcuni alberi sono stati tagliati, e nell'insieme il degrado è evidente. 
Non pare frutto dei "lavori" che, senza segnaletica, forse stanno effettuando nell'edificio lì accanto, dove comunque hanno realizzato alla ben'e'meglio una strada tagliando con uno scavatore in diagonale la collina, senza nessun apparente criterio nè drenaggio, in cui s'inoltrano un fuoristrada e alcuni mezzi meccanici pr raggiungere un rudere nel bosco limitrofo, verso l'acquedotto.
Di fatto ora un angolino in cui negli anni le persone hanno goduto di bellezza e tranquillità pare divenuto terra di nessuno, ed è un peccato, decine di persone passano quel tratto nelle belle giornate, a piedi, a cavallo e in bici; se un imprenditore coraggioso ne facesse un punto di ristoro gioverebbe a tutti, sempre che ciò avvenga nel rispetto di regole e buon senso. Farne un territorio furbescamente privatizzato è un'altra cosa, speriamo che ciò non possa avverire.
Certo della vostra comprensione,
Cordialmente,
Giuseppe Pittaluga
Capogruppo PRC/FdS
Municipio BassaValBisagno

venerdì 7 giugno 2013

Istituto Contubernio D'Albertis e l'area di BoscoPelato

Lettera aperta all' Istituto Contubernio D'Albertis
Gentile Amministratore. Delegato,
Signori dell'Istituto,

A proposito della contesa dialettica in atto.
Vi sarete resi conto di come lo stop all'iter e la ripresa della discussione sull'iniziativa da parte Vostra di avviare un Progetto per un mega-silos parzialmente interrato che andrebbe a sbancare il piede scosceso della collina sia più che giustificato all'emergere di un argomentato dissenso e a molteplici e diffuse perplessità.
Da parte mia (delegato di PRC/FdS) la contrarietà a qualunque ulteriore sbancamento è stata espressa da subito, così come da parte Vostra la certezza di non essere Voi ad aver dissodato ed edificato l'intera collina in maniera dissennata, anzi sostenete giustamente che l'Istituto è una vittima di questo malcostume urbanistico, quella bella foto inizio 900 che spesso presentate rende giustizia ad un edificio storico e bello in un contesto purtroppo oggi derubato delle sue peculiarità.
Ma allora, mi permetto di chiederVi, perchè mai vi ostinate a voler contribuire a questo scempio che ha devastato i Vostri luoghi natii? perchè dare l'ennesimo colpo all'equilibrio  drasticamente compromesso del territorio che Vi da ragione d'esistere e Vi ospita? Ho la presunzione di pensare che dovreste forse esser Voi il portabandiera di una progettazione di risanamento, di diradamento più che di edificazione; sarebbe forse il Vostro interesse ambire al recupero di spazio e di respiro ambientale, come ad una dimensione ideale dove poter ancora perseguire gli obbiettivi che l'Istituto si pone.

La contingenza economica magari pretende soluzioni poco mediate ci pare di capire, e Voi ribadite che di contingenza si tratta, ricordando la natura no-profit della Fondazione. E questo Vi impedisce di cambiare rotta e risponder di no a costruttori e Banche, forse.
Con infinita modestia suggeriamo la possibilità di riporre le priorità nell'ordine gerarchico per cui l'emergenza si pianifica con prospettive differenti, in orizzonti più ampi, mantenendo fede alla "mission" fondante, e ai nostri giorni a permetterne la pratica si è costituita in Organismi funzionali la Finanza Etica.

Allora reperire risorse potrebbe coincidere con investirne nel futuro,
rendere certo e univoco il valore delle aree verdi di cui è circondato l'Istituto, cioè davvero "valorizzarle", magari cominciando a chiederne i vincoli agricoli, che ne permettano la trasformazione in una moderna fattoria-scuola, dove magari si potrebbe gestire il lavoro per piccole produzioni di pregio (lì vicino in un paio di serre esiste il basilico dop "del Monte") e operare in una agricoltura cittadina e di nicchia in sinergia con le metodologie educative dell'Istituto, che si porrebbe pilota in una moderna concezione di educazione ambientale urbana, che allora in pochi anni avrebbe conservato un patrimonio verde e trasformato quelle aree in un "valore aggiunto" di strategica importanza a livello educativo, mediatico, economico, e credo alla fine anche immobiliare. Tutto questo magari con l'ausilio delle Istituzioni e la collaborazione degli Abitanti.
Questo è solo un'ipotesi, un esempio per ribadire che le soluzioni esistono, a saperle cercare.
Sarebbe però necessario avere il coraggio, anche imprenditoriale, di scommettere sul futuro di un Territorio, e la consapevolezza di avere un domani possibile, e la saggezza di non voler contribuire invece a dismettere ogni aspettativa.

Certo l'intervento da Voi previsto è (forse) la via più rapida per recuperare capitale, pochi maledetti e subito, ma immagino che vi rendiate sicuramente conto di quanto i primi due aggettivi rischino di diventare particolarmente calzanti alla situazione; così come credo siate certamente coscienti che altre strade per ottenere lo stesso risultato sono realisticamente praticabili, abbandonando da parte Vostra le velleità immobiliari e i costruttori voraci, dimostrando assennata lungimiranza.
A Genova abbiamo da sempre di fronte il mare, invece di bloccarci qui ci ha permesso di conoscere il mondo intero.

giuseppe pittaluga


mercoledì 5 giugno 2013

intervento PRC a Commissione su box in Piazza Solari


In Commissione quest'oggi mi è stato chiesto un parere sulla opportunità di rivedere o meno l'intervento edilizio-immobiliare previsto in Piazza Solari,
potevo esprimermi in quanto abitante del luogo per oltre trent'anni e riferimento territoriale per FdS, in quel contesto il ruolo viene definito come "esperto".
Avendo come Rifondazione espresso già più volte le ns considerazioni e non essendo poi tanto capace di parlar a braccio in genere, ho letto, pur non essendo bravo neanche a leggere, una breve dichiarazione che vi riporto appresso. (giuseppe)



"L'elaborazione che abbiamo in questi mesi realizzato con il territorio ci porta a sostenere, viste le condizioni di continue frane e crolli (recente quello di Via Varese, nei pressi di P Solari), che sia necessario fermare qualunque iniziativa di sbancamento della collina.
Anzi è ora il caso di verificare quanto l'offensiva speculativa degli ultimi 2oanni abbia inciso sulle condizioni di sicurezza della collina stessa, già edificata, scavata e sbancata oltremodo.
Se c'è un lavoro davvero di utilità pubblica è risanare il sanabile e non ostinarsi a perseguire un modello che più che valorizzare le aree verdi le "monetizza", più ancora per il costruttore che per il proprietario, danneggiando però la collettività, nella qualità della vita quotidiana degli abitanti e nelle loro prospettive esistenziali future."

BoscoPelato, l'anno zero?


veduta della città dalla Madonna del Monte
Su invito del Pres. di Comm. Antonio Bruno (FdS) e come referente di area del Partito,  ho passato una mattinata interessante alla Commissione Comunale a Tursi,  
su boscopelato e il progetto di sbancamento della collina previsto,dove finalmente a controcanto della grigia nenia 
"è già tutto ormai deciso"
s'apron inaspettati orizzonti di dubbio e perplessità! :)
diverse le voci se non critiche almeno interrogative, 
alcuni tecnici esterni e diversi consiglieri anche di Maggioranza,
(nonostante "qualcuno", stranamente lì presente, a mezza voce sostenesse con scarso appeel che il progetto non era poi così brutto (!)ed ovviamente la contrarietà tout-court 
con argomentazioni analoghe, del Comitato stesso, di Rifondazione e di M5s,
argomenti riassunti nella nostra prima dichiarazione in Municipio 
e ripresi nelle diverse tematiche un pò da tutti gli interventi..

Cmq oggi l'azienda costruttrice avrebbero dovuto avere in "consegna" i lavori...
invece proprio perchè la Commissione2 ha considerato il dissenso come vasto e motivato, x ora si ci vede almeno ancora un paio di volte 
e si discutono con più cognizione di causa gli aspetti maggiormente critici.
Pare che si riesca allora ad incidere sulla realtà più di quanto vorrebbero farci credere.
Una vittoria già li x sè.

La battaglia è lunga e l'obbiettivo realistico potrebbe essere quello di fare del caso di Piazza Solari
il primo di non luogo a procedere, il primo di un'inversione di tendenza necessaria 
per continuare ad abitare i nostri quartieri: impedire lo sfruttamento immobiliare del sottosuolo, 
fermare sbancamenti e movimentazione terre 
e risanare, restaurare, organizzare diversamente gli spazi,
rimettere in sicurezza le ampie aree di territorio in equilibrio precario. 

Questo sarebbe il volano per creare lavoro nei territori, diffuso e capillare,  
che premia un imprenditoria moderna e consapevole, 
che permette la formazione e l'aggiornamento necessari e la manodopera qualificata (e ben retribuita).
Invece c'è chi ancora insiste a presentare come "portatori di occupazione" grossolani speculatori palazzinari,
che 'al risparmio' inondano di cemento i territori
creando strutture obsolete dal destino fatiscente e dannoso,
delle quali le popolazioni dovranno presto smaltirne i residuati marciscenti 
come fossero scorie di scelte scellerate.

g,