e non pochi grassi interessi, dall'area mercato alla metropolitana, finanche bacini fluviali e opere abbastanza "grandi" da esser appetibili businnes, come lo scolmatore...

Il Decentramento sarebbe un'opportunità di partecipazione, pensare di arrivare all'idea di PortoAlegre magari è eccessivo ma pretendere di sapere e incidere sulle scelte che ci riguardano dovrebbe esser il minimo sindacale, credo.

giovedì 28 marzo 2013

Lo Scolmatore viene dato per "scontato"... saldi di fine stagione?



L'idea bislacca di poter in breve tempo bucare e piazzare un grosso tubo attraversando un enorme territorio dal sottosuolo sconosciuto inizia ad incontrare ragionate perplessità. 

Pur ammettendo di arrivare da san Nazzaro (Cso Italia) alla falda paludosa di Terralba, la si dovrà attraversare ed è già un incognita consistente, e lì "agganciare" i Rii Rovare e Noce ancora non individuati, poi si dovranno traforare diverse colline densamente abitate lungo san Fruttuoso e Quezzi per arrivare in quota al Fereggiano e deviarlo dopo san Nazzaro... a duecento metri dalla foce del Bisagno.

Le nostre proposte per allargare l'alveo del Fereggiano e permetterne la confluenza nel Bisagno anche con portate d'acqua notevoli trovano l'unica vera obiezione nel fatto che pur non esplodendo più durante il tragitto cmq le acque andrebbero a "caricare" la piena del fiume principale verso Brignole.
Di nuovo esistono ulteriori alternative attuabili a costi ridotti che permetterebbero così anche le iniziative collaterali ma necessarie come rinaturalizzazione dei versanti e regimentazione delle acque in collina. 

Una di queste è proseguire con l'allargamento dell'alveo del Fereggiano da L Merlo lungo Via Fereggiano, Cso Sardegna, Cso Torino (tutte strade molto ampie) e sfociare all'altezza dei giardini Govi; perseguendo con uno scolmatore minore, terralba-san nazaro, la regimentazione di Rovare e Noce.
Di nuovo con i fondi di "pianocittà" e le promesse della Regione questa operazione insieme a molti altri interventi minori si potrebbe realizzare in tempi relativamente brevi.

Sarebbe utile una Conferenza sulla questione, prematuramente archiviata con la soluzione "grande scolmatore" e ridimensionata con un'altrettanto complicato "mini scolmatore" promosso dal Comune.
Speriamo che oltre Legambiente, WWF e Rifondazione Comunista, altre voci del dissenso ragionato si facciano sentire, a stimolare la critica e la discussione che sin'ora l'Amministrazione ha evitato, pur richiamata da FdS/RC in molte sedi ad un maggior confronto sul tema.

giuseppe pittaluga
FdS/PRC Municipio3
bassa valBisagno

Mercati e piccolo commercio, funzionali alla collettività.


L'antica e paludosa Piana che faceva da delta al Bisagno va dall'attuale Borgo Incrociati alla zona di Terralba ed è un'area urbana densamente popolata, ricca di piccole attività e che gode da sempre di una capillare e diffusa rete commerciale pluralista e dettagliata, in risposta alle differenti esigenze di una popolazione abitante assai variegata.
Questa peculiarità viene messa in crisi dalla grande distribuzione, non tanto con i primi superette anni 80 quanto dalla apertura di spazi commerciali delle grandi catene che occupando vecchi cinema ed enormi fondi di palazzi hanno invaso l'area centrale del quartiere negli ultimi 20anni; la politica del'offerta forte e univoca e della contrazione dei costi ha svantaggiato i piccoli commercianti specializzati garanti del pluralismo e l'abbassamento del costo del lavoro ha messo fuori mercato le maestranze impiegate nel settore del dettaglio.
Ad oggi sono almeno 5 i grossi distributori a pochi metri uno dall'altro in certi casi, ed in concorrenza diretta (e scorretta) con le botteghe e con le  precedenti strutture come il Mercato di Terralba, che infatti risulta essere in declino e, pur ricco di potenzialità, ormai alla mercè di prossimi speculatori.

L'eccessiva e deregolata invadenza della grande distribuzione non si limita a soffocare le piccole voci del commercio e l'indotto lavorativo che supportano, creando una specie di "monopolio dell'offerta" finisce col condizionare scelte e possibilità del consumatore anche nelle stesse alternative al prodotto.
Inoltre segna il territorio con l'impronta pesante e quotidiana della problematica logistica delle merci con un forte flusso di camion e mezzi, vanificando l'idea che si potesse concentrarne l'arrivo, lo si polverizza per comodità e differenze mercantili; le maestranze addette alle differenti "catene" sono condizionate al mezzo privato per conseguire i turni di lavoro così come i consumatori, così le Aziende esigono spazi-park, sottraendo suolo al quartiere ed aumentando le tossine per gli abitanti con il traffico indotto.

Voci ipocrite invocano ora la salvezza per un comparto a cui hanno procurato lo scivolo per la fossa, con metodo e pervicacia.
Poco tempo fa il Piano Triennale dei Lavori Pubblici del Comune è stato presentato in Municipio. Tra le varie cose si trovava un cospicuo stanziamento di Fondi per un Intervento di ripristino del tetto del Mercato rionale di Terralba, uno dei più importanti del circuito mercati comunali ormai quasi destrutturato, circuito che garantiva davvero la cosa più importante per noi che il popolo lo siamo: la concorrenza e le condizioni che da sempre "calmierano" i prezzi! questo il bello dei mercati!
Ora un malconcepito tentativo, goffo e prevaricante, di "rilevare" le locazioni dei tanti piccoli gestori di banchi del suddetto Mercato, e di inserire nel contenitore un punto vendita della grande distribuzione (!!) ...coop ed esselunga si sfideranno a duello per conquistarne il sito, come succede al Mercato Orientale, anch'esso esempio antropologico di mercato ancora vitale sino ad un decennio fa. Ora si cedono le strutture, storiche, alle grandi catene del supermarket. Ovviamente dopo avergli rifatto il tetto a nostre spese.

Il definitivo atto finale della sconfitta di un sistema commerciale peculiare, storico, economicamente sostenibile, mediterraneo e cosmopolita, pluralista nell'offerta e nella domanda, ricco di figure professionali impiegate, adattato e adeguato al contesto in cui si sviluppava e foriero di valori umani e sociali condivisi, e che favoriva una filiera commerciale di vicinanza: la rete di distribuzione capillare del piccolo commercio.

Quel che si sente proporre spesso in sti casi è che gli operatori commerciali potranno essere assunti nel nuovo supermercato, che tenterà di riproporre "l'ambiente" precedente, offensiva proposta e triste proponimento, giacchè la prima cosa, cioè la concorrenza tra i banchi, sparirà, così come la competenza.

A volte quando la speculazione è solo edilizia allora si fanno i Centri Commerciali (forse destino della scuola Govi di Quezzi?) nel caso allora si cerca il consenso di sprovveduti negozianti di zona con la promessa che a venir inseriti nell'eventuale Centro commerciale potranno esser gli stessi presenti nei dintorni, dimenticando che di tre pollerie ne rimarrà una, così di tre ferramenta potrà aver il posto uno solo... e che tutti saran condizionati dalla locazione padronale, clienti compresi.

Il tessuto commerciale di un quartiere è strettamente legato alle altre componenti che quel quartiere lo rendono vivibile, abitabile, confortevole, la pianificazione ed il governo di queste componenti devono avere come obbiettivo il risanamento, la valorizzazione, la qualità di vita, non gli interessi di lobby e di poteri più o meno forti a sfruttare sin al fondo del barile, anche xchè al fondo ci siamo quasi, difendiamo quel che ci rimane! e creiamo nuovo spazio di confronto cercando soluzioni sostenibili, per progettare un futuro necessario, anche in ambito mercantile. Senza precluderci strade in nome di un diktat salvifico quanto ingannevole.

No a nuovi Centri Commerciali nella zona già satura oltremodo, 
no a nuove "fiumara" o ad altri enormi "contenitori di merci".
Si alla ricostruzione di un tessuto commerciale diffuso e capillare, in grado di rispondere alle sensibilità ed esigenze di qualità e confidenza degli abitanti, si alla pluralità di merce e di offerta da questo garantita, unico calmiere dei prezzi che può funzionare. A partire dai Mercati Municipali.

giuseppe pittaluga
gruppo PRC municipio3
bassa valbisagno

mercoledì 27 marzo 2013

Box e Silos: una new gost-town genovese.


(fotografia presa "in rete")
Recente è il crollo di un terrazzo in Via Carlo Varese, l'ultimo di una continua serie di cedimenti e frane che interessa il nostro quartiere insieme alla nostra città intera, con particolare intensità nelle colline, dove si è accanita la speculazione edilizia in superficie.
Le colline sono state in realtà anche smembrate "internamente", essendo i luoghi dove negli ultimi venti anni si è occupato alche il territorio sottostante, dove si son sbancate tonnellate di roccia e terra per far posto ad un reticolo di box "interrati", un ginepraio da far invidia alla città in superficie.
Una postmoderna e anonima Gost-Town è stata creata nel sottosuolo, migliaia di loculi-auto collegati tra loro da accessi e ascensori sotterranei, luce artificiale che si attiva a sensori e grigi guard-rai che percorrono due, quattro, sei livelli di profondità, custoditi da cellule fotoelettriche...

Via Varese è in piano ed è parallela pur in quota differente a Via Cellini, le separa una fila di palazzi e un dislivello di diversi metri, via Cellini sale parallela lungo il pendio: fino a qualche anno fa il confine tra le Vie era una scarpata di roccia con una collinetta che ospitava una casa rurale.
Negli anni 90 l'intera collinetta di roccia fu sbancata e al suo posto costruito un mega box con accesso da via cellini, sul suo tetto un campetto e due aiuole. Lo si inquadra bene con googlemaps.

Negli anni 40 in occasione della guerra si costruì in Via c varese un rifugio antibombardamento, la galleria
n°54, la più lunga di Genova, e la si fece attraversare, in diagonale verso san Fruttuoso, tutto il monte alle spalle della Via per sbucare in Piazza Martinez, dietro la chiesa (dove ancora esiste un tratto della vecchia creusa in salita precedente a via cellini). L'interno del tunnel è ampio e poteva ospitare migliaia di persone, la volta centrale arriva ai 7metri di altezza e comprende diverse nicchie e uscite di emergenza laterali, una di queste in direzione di via varese, portava dove il condominio avrebbe poi ottenuto i permessi per cementificare uso box.
In seguito, alla metà degli anni 90 una impresa edile iniziò a sbancare l'intera collina sovrastante la vecchia galleria sino ad arrivare a pochi metri, forse un paio, dalla volta del tunnel-rifugio poggiandosi praticamente sopra ad esso che resisteva indenne da 60anni; con la tecnica dell'epoca si cercò di stabilizzare bene il tutto e il progetto venne portato a termine, nonostante diverse critiche.

Questo recente crollo dovrebbe metterci in allarme rispetto a tutte quelle strutture che negli anni sono state realizzate nel sottosuolo e in seguito utilizzate con ben poca manutenzione, al di là delle condizioni idrogeologiche in costante mutamento e degli inevitabili punti di contatto con precedenti e differenti opere.
Basterebbe considerare che gli stessi tempi di usura dei materiali impiegati e delle strutture realizzate sono irrisori in edifici in superfiice, con continue e necessarie riparazioni e adeguamenti, tanto da considerare vantaggioso ad un certo punto abbattere e costruirne di nuovi.
Cosa ne è di quegli scheletri di cemento armato occultati tra la terra dove gli agenti ambientali ne corrodono il ferro e ne sciolgono il cemento, questi contenitori costruiti negli anni 90 a che punto sono di degrado... forse stanno iniziando a cedere, o forse succederà tra un pò di tempo, è comunque inevitabile che presto questi scafandri inizino a crollare, e con essi i palazzi a 5piani con cui le colline son densamente edificate, oppure bisognerà rimediare, forse riempendoli di cemento se fosse troppo costoso riparane la struttura, certo non si potrà "abbattere" la nostra Gost-Town... sarebbe più facile coi grattaceli mi sà.

Rifondazione sostiene che è necessario fermare qualunque iniziativa, privata o meno, di sbancamento e consumo del territorio e verificare quanto l'offensiva speculativa degli ultimi anni ha inciso sulle condizioni di sicurezza alla luce degli ultimi eventi idrogeologici, risanando il sanabile e rimediando dove il danno è irreversibile..

giuseppe.pittaluga
gruppo PRC
Municipio3 bassa ValBisagno

martedì 26 marzo 2013

WI-FI "free" nelle Scuole Superiori, in cambio di "profili" eccellenti?


La settimana scorsa ho assistito per il Municipio ad un incontro sulla informatizzazione degli Istituti Scolastici, in vista della auspicata "scuola 2.0".
La presentazione riguardava l'iniziativa commerciale dell'azienda di informatica e comunicazione "retelibera" in atto su territorio nazionale; nello specifico promuove la possibilità a soggetti privati di istallare un servizio di wi-fi free con copertura di campo di 200metri circa e di diffonderlo.
La sperimentazione presentata riguarda la variante approntata per fornire un servizio utile agli Istituti Scolastici: oltre all'impianto di una antenna wi-fi gratuito prevede l'utilizzo di un sistema di navigazione on line che viaggi su due canali separati rispetto all'utilizzo da parte di studenti o invece di corpo docente.
Oltre ai funzionari commerciali della Azienda sono presenti il Preside dell'Istituto Fermi Scuola pilota nella sperimentazione, il Presidente del Consiglio d'Istituto e l'Assessore della Regione sig.Rossetti

L'assessore Regionale, dopo aver giustamente criticato la selezione per accedere agli studi superiori, nella sua premessa ringrazia l'Azienda promotrice, dando per scontato e inevitabile l'intervento a supporto del'Istruzione delle Imprese commerciali, nella logica (secondo noi perdente) di procrastinare la priorità della Scuola alle contingenze economiche, appresso a scellerati patti fiscali e cecità politiche. 
Così avviene anche  per l'informatizzazione del nostro sistema scolastico, tranne i casi onorevoli citati dall'Assessore.
Il Liceo Fermi si è fatto carico di sperimentare l'hardware e il sistema wi-fi promosso, che ci è stato presentato oggi con la sua modalità di base e con la possibilità di modularla in parte a risposta di diverse esigenze.
Nonostante l'esperienza positiva riportata in quest'anno di sperimentazioni, alcune riflessioni critiche sorgono comunque, ed in parte coincidono con alcune tematiche prese in considerazione a suo tempo dal C.d.I e dal Dirigente Scolastico

Rispetto all'esistenza di un "parental control" sui minori riteniamo la navigazione non censurabile in linea di massima, e cmq che l'accesso critico possa almeno essere contrattato internamente agli istituti, componente studentesca compresa, sia positivo.
Ma la riserva di fondo è che il sistema proposto dalla ditta è probabilmente un ottimo incentivo ma rischia di esser un semplice confort a cui siamo abituati trasferito all'interno degli istituti scolastici e permettere la connessione anche da li e gratuitamente dai supporti tecno privati per magari agevolare anche la comunicazione interna. Se così fosse allora questo sarebbe semplicemente un "cavallo di troia" per penetrare con la "propaganda commerciale" all'interno di luoghi che almeno fisicamente sono tutelati da questo tipo di invadenze. Pubblicità di altissimo valore commerciale giacchè permette di indirizzare ad un target preciso prodotti adatti alle esigenze specifiche. Verò è che si prevede un opzione senza pubblicità ma a pagamento.
Forse un'aspetto di maggior interesse pubblico lo coglierebbe qual'ora nel progetto si contemplasse anche l'ovvia informatizzazione dell'Istituto ospite, mettendo a disposizione, comodato gratuito, i supporti elettronici software che consentirebbero l'utilizzo dell'antenna wi-fi e del hardware acquisiti, dai PC in classe, alle lavagne elettroniche, alle stampanti.
Divenendo questo patrimonio di utilizzo comune nell'Istituto, rendendo di facile e comune acceso l'hardware allora se ne comprendono la funzione e le potenzialità. Inoltre penso che l'impresa stessa avrebbe modo di sperimentare e progredire il sistema sul campo adattandolo alle differenti esigenze, guadagnando in esperienza.

Rispetto alle clausole commerciali sarebbe utile capire se nel caso di rifiuto della pubblicità la spesa per l'istituto sarebbe cmq inferiore alle proposte delle compagnie telefoniche, come anche se nel caso di ampiezza della Scuola superiore ai 200mt preventivati è compresa l'attivazione di "ponti"; inoltre giacchè viene paragonata al "campo" in funzione intorno alle antenne delle farmacie sembra che la potenza permetta poche delle operazioni possibili on line, e nel caso di Licei e Istituti Tecnici la necessità sono molteplici.
Sembrerebbe necessario intanto prevedere la possibilità di recesso unilaterale da parte del cliente senza oneri a carico ne penali, questo per garantire il costante controllo da parte dell'utente.

In attesa di normative che valutino anche l'esistenza dello spazio virtuale, dove il cancello della Scuola non basta a fermare un inserzione pubblicitaria. 
Auspicando che i Dirigenti e i Consigli scelgano di mantenere la tutela, quindi di optare per la soluzione a pagamento, avendo magari in qualche caso ancora risorse a disposizione, pensiamo però che debba essere la Città stessa, con il Comune a farsi carico di questa istanza largamente diffusa in ogni settore e realizzi un diffuso wi-fi cittadino, in modo che non sia necessario vendersi la privacy per accedere ad un diritto che ci permetterebbe di compiere diversi doveri. I Municipi dovrebbero essere in prima fila ad elaborare proposte e soluzioni modellate sulle esigenze del territorio.

giuseppe.pittaluga gruppo PRC municipio3 bassa valbisagno

lunedì 25 marzo 2013

Acqua di Marzo

il materiale di risulta di cui è composto il versante della collina
sostenuto dai muraglioni
Via Finocchiara e l'omonimo Rio
sotto la cava abbandonata
vegetazione cresciuta sul materiale di scarto
accumulato negli anni
l'enorme area della exCava sottostante il Forte Ratti
Le piogge di primavera hanno gonfiato i ripidi terreni sovrastanti gli argini dei Rii Molinetto e Finocchiara, soprattutto nella stretta valle del finocchiara i recenti danni della piena han fatto si che molte grosse zolle di terreno, non più contenute dai muri a secco cedessero venendo poi trascinate dall'acqua, dando al rio l'aspetto di un corso di fango terroso. Dopo un paio di giorni l'acqua è diventata invece grigia e sabbiosa, trasportando detriti nonostante la corrente per diverse ore.

La stretta valle è caratterizzata (oltre che per avere il Rio ostruito da un edificio di 6piani e dalla palificazione di cemento delle strada) da un filare di piccole case che la percorre lungo l'unica stretta stradina, via Finochiara e che termina al culmine della strettoia di fasce e scarpate. Sovrastata con incredibile incombenza da una serie enormi di muri di contenimento, dove per 60anni circa si sono accumulati materiali inermi di risulta dalle estrazioni della Cava, la Cementifera del Ratti, il cui profilo lo si inquadra a corona della popolosa e stretta valle.
Quelle che sembrano le pendici di un monte sono in realtà tonnellate di sassi e sabbia schiacciate dal tempo e dalle intemperie contro dei muri risalenti agli anni40. Forse dopo che il Rio ci ha portato la terra delle fasce crollate, avvertendoci dell'abbandono del quale ce ne siamo infischiati, ora ci sta portando i sassi della Cava... 

Qualcuno ha fatto interventi alla cava dopo le pioggie del 2011, sapere come si interviene  e con che criterio sarebbe utile, inoltre è stata tracciata con un grosso scavatore una strada che taglia in quota il pendio in questione dalla Cava verso Egoli.
Ultimamente osservando la zona da diversi punti della valle si nota che un'area, al di sotto della Cementifera appare come disboscata e si vede il grigio delle pietre come fosse dislavata dalla piggia o da una frana.
Sempre li accanto da novembre 2011 si conosce la situazione dei muraglioni che sostengono il terreno dal Poligono di tiro, accidentati e in parte già crollati ostruendo ulteriormente lo stretto torrente, lo stesso rio dove come ultimo tassello alcuni abitanti ricostruiscono il loro park auto autorizzato da chi ha reso carrabile quella creusa, del resto permettendo ben di peggio in quella fragile area.

Eppure nonostante i ripetuti voli in elicottero sulla Valle, il Comune nel Piano Triennale ha stanziato i soldi degli sms benefici (500ml euro) per rifare un pò di metri di muri nell'argine del Rio: tapulli lo zoccolo mentre ti crolla la casa. 
Con la faccia tosta di Bernini e Crivello in Municipio a dire che investono nel risanamento e sul dissesto idrogeol. con grande cura della ValBisagno (!)
In quell'occasione abbiamo sottolineato quanto questo approccio superficiale sia foriero di nuovi problemi. 

Oggi rileviamo quanto il degenerare della situazione sia quotidiano, il degrado rende necessaria un'inversione di tendenza rispetto alle grandi soluzioni previste, occorre iniziare una sistematica e pianificata manutenzione del territorio, dare uno stop alla cementificazione delle colline e dei rii, praticare soluzioni sostenibili per garantire sicurezza agli abitanti delle aree a rischio. 
Non ci appare sensato ora rincorrere la chimera di un'iper-soluzione idraulica fascinosa quanto parziale e relativa, i cui risultati finali appaiono lontani nel tempo, impiegandoci tutte le risorse disponibili come in una disperata scommessa.

giuseppe.pittaluga
rifondazione comunista.
valbisagno

http://www.youtube.com/watch?v=rTKPjtU2FK0

giovedì 21 marzo 2013

TERRALBA, lavoro urbanistica trasporti partecipazione qualità di vita ...

immagine antica della piazza a cui fa riferimento l'area

L'area Ferroviaria definita Terralba è, come altre situazioni similari, un'enorme spazio a cui la Città ha affidato il compito di ospitare le strutture utili al comparto ferroviario per ottimizzare un servizio fondamentale e pubblico, questo quando le stesse Ferrovie erano un Azienda dello Stato vocata esclusivamente a soddisfare le esigenze di mobilità collettiva con investimenti conseguenzialmente dedicati al progredire di questo.
una parte dell'enorme area centrale su cui si concentrano interessi milionari
Se gli stessi metri all'epoca li avesse richiesti una qualunque Compagnia privata, qualunque Società commerciale certamente non sarebbero stato possibile ottenerne uguali prerogative di utilizzo e proprietà.
Il degenerare del capitalismo italiano ha permesso lo smantellamento delle Ferrovie dello Stato, privatizzate e trasformate in una qualsiasi Impresa che deve fare utili da distribuire ad azionisti.
L'Azienda ha mantenuto però gli spazi e le prerogative acquisite per scopi ben definiti, ed ora per diversificare ed ottenere maggiore profitto smantella il comparto ferroviario investendo nell'immobiliare e nel commerciale.
Tradendo così la originale "mission" da cui di fatto deriva il privilegio di centralità urbana e di proprietà fondiaria.

Per quanto ciò possa essere "legale" sicuramente non è lecito:

Se Trenitalia utilizza quell'area per la logistica, la manutenzione, lo snodo, del comparto ferroviario bene, saremmo soddisfatti di un impegno reale nella soluzione del trasporto pubblico a Genova e del lavoro che verrebbe creato nel sito. 
La stessa pianificazione razionale del sistema trasporti dovrebbe vedere come assurda la sovrapposizione di treno urbano e metro entrambi a Terralba/San martino, la logica e le proposte più sensate vedono una direttiva treno-urbano (superfice) pegli-nervi, un asse (magari tram) sulla Valbisagno, la metro tra il Ponente e la Valbisagno che incrocia il centro città e le due stazioni principali. Allora gli spazi di Terralba potrebbero esser ben utilizzati per le necessità ferroviarie, lasciando cmq una percentuale a eventuali diversificazioni, condivise e sostenibili.
Evidentemente questa logica non rientra nelle corde di Trenitalia che abolisce il binario "urbano" e promette in cambio della cornucopia PUC il binario metro brignole-terralba (!!)

Diversamente, quell'area è della Città, e alla Città deve tornare.
L'asservimento di enormi zone urbane ad attività produttive ha un senso se la ricaduta lavorativa sul territorio è adeguata e se si risponde cmq alle esigenze degli abitanti.
Nella dimensione prospettata dai progetti privati sull'area non vi è possibile trovare buone prospettive in nessuno dei due casi. E' solo un'enorme speculazione che impoverirà il contesto urbano, commerciale, alloggiativo, una nuova squallida fiumara che evidenzierà il degrado dei margini abitati del quartiere.
Sarebbe il momento di invertire il rapporto: le aree private urbane, di pregio in quanto non edificate, devono essere vincolate alla pianificazione del risanamento del territorio.
Risanamento e recupero improcrastinabile. La zona è quella dei continui allagamenti, delle molteplici alluvioni, della falda sottostante su cui le info sono poche, delle colline che crollano (via varese, via donghi ...) e della intensa edificazione selvaggia che mette a serio rischio, oltre che la qualità di vita, la vita stessa.
L'enorme pregio di quest'area sta nel fatto di essere uno "spazio vuoto" e la possibilità che vede l'imprenditoria parassita è quella di estrarne il valore monetizzandolo con il "riempimento" a cui consegue l'inevitabile svalutazione. L'affare sta nella trasformazione del sito, certo non nel suo successivo utilizzo. Ci succhiano il buono e ci lasciano un ingombrante e costoso scheletro.
una vaga idea, ma sarebbe molto più invasivo, il verde inganna...
Le dichiarazioni del vice-sindaco a chi portava argomentate perplessità sul futuro dell'area hanno del grottesco, e sono in evidente antitesi con programma e promesse di quello che pareva essere un progetto politico, al quale abbiamo aderito, fondato sulla partecipazione popolare e sull'attuazione del decentramento.

giuseppe pittaluga

capogruppo PRC/FdS
BassaValBisagno

Il Futuro della nostra Valle tocca a noi.

Rifondazione Comunista auspica lungimiranti e coraggiose prospettive, differenti da un'ennesimo impoverimento del patrimonio pubblico, da un'ulteriore asservimento peggiorativo della vita nei quartieri.
La ValBisagno merita di vedersi restituire le aree non più produttive, e non che queste finiscano definitivamente in mano a privati e speculatori. Ex cava, ex boero, ex mercato aree ex ferrovie, sono patrimonio di tutti, la partecipazione e il controllo popolare sono necessari, questo rimane il nostro obbiettivo, il nostro programma. 

(giuseppePRCbassaValBisagno)

mercoledì 13 marzo 2013

Sale da Gioco e Macchinette: quale migliore "stadera"?


Cronaca:
Oggi in Consiglio Municipale, tra le altre cose, una ennesima mozione da parte della LegaNord in cui si esorta a stimolare in sintonia con tutti gli Enti, gli organi dello Stato preposti a modificare la Legge che permette il proliferare di Sale da Gioco con azzardo. Ovviamente troverà tutti d'accordo, per quanto poco possa il Municipio incidere sulla dinamiche dello Stato. In seguito il PdL ha aggiunto un comunicato in cui si criticava "le larghe maglie della Legge..." ( che non trova affatto d'accordo... da che pulpito!)

Noi riteniamo da tempo che l'approccio alla questione sia errato, non solo per la scarsa efficacia delle iniziative, ma per il colpevole tacito assenso succube alle ragioni del businnes genericamente accettato come inevityabile.
Di conseguenza l'analisi critica e le modalità di emancipazione che sosteniamo portano a cercare soluzioni a nostro vedere pratiche e incisive.
Appresso la dichiarazione in consiglio e la sintesi di una Proposta di Imposta Comunale su cui si sta lavorando.

"...
Rifondazione Comunista mantiene con coerenza un approccio al problema, e alle dinamiche collegate, seriamente antiproibizionista,  supportato dalla tradizione radicale, dalla pratica decennale delle realtà di base e dalla letteratura politica sulle linee di intervento della buona legge-livia turco sulla "riduzione del danno", 
così come nella pratica antiproibizionisti rimangono i possibili percorsi di emancipazione da noi sostenuti
.
Siamo sconfortati da una serie di iniziative e dichiarazioni perbeniste e bachettone che, lungi dall'affrontare qualunque responsabilità a monte del fenomeno, stigmatizzano comportamenti che invece andrebbero cmq portati alla luce: 
confinare gli utenti nei bassifondi, al'oscurità della clandestinità, è una soluzione ipocrita quanto inattuabile: 
Se tutti i negozi e i bar non tenessero macchinette ci sarebbero scantinati pieni di bische.
Sappiamo bene che è la diffusione della miseria e della precarietà a spingere donne e uomini all'azzardo, non solo nel gioco.

Ed è questo che la politica non ha saputo risolvere, anzi ha accentuato le differenze e il dramma.
Lasciando ora l'ingrato compito di gestire l'ingestibile all'Ordine Pubblico,
ed è a questo che risponde esattamente la diffusione capillare sul territorio delle moderne bische, 
in cui pur si da per scontata la partecipazione occulta del crimine organizzato,
Sono sicuro che il Poliziotto, la persona, che va nelle scuole e spiega i perversi meccanismi dell'azzardo è  competente e motivata, e che farà un buon lavoro di prevenzione, almeno in parte.
Ma sono altrettanto certo che la distribuzione cittadina di sale da gioco,
che la concessione ad operare nonostante tutto rientri nella logica di un "controllo poliziesco del territorio"
funzionale magari alle logiche di intelligence delle Questure e alle esigenze di "equilibrio" delle Prefetture,
giacchè dal loro punto di vista va gestita la prevedibile emergenza...
o almeno va "tenuto d'occhio" il polverizzarsi di un'illegalità "leggera" ma diffusa,
non più diretta emanazione del crimine organizzato e spesso agente fuori dai canali "ortodossi"
già in atto in fasce di nicchia e in esponenziale aumento, 
così come l'acuirsi delle tensioni sociali anch'esse legate alla sopravvivenza ed evidenziate nei quartieri popolari.

Quale migliore "stadera", con la tolleranza mirata si accede ad un osservatorio privilegiato su queste dinamiche,
con il risultato di una mappa di "antenne" ben contrassegnata.
Funzionale e antico sistema.
Siamo convinti che non si risolva così il problema, anzi,
quando la politica riduce i problemi a questioni di ordine pubblico ha già perso la battaglia.

Le responsabilità di politici ed apparati che negli ultimi venti anni hanno gestito lo smantellamento dello stato sociale rappresentato dal Comune di Genova sono evidenti rispetto all'abbandono di politiche giovanili e pianificazione sociale, demandando alle agenzie imprenditoriali le iniziative di aggregazione e partecipazione.
RC partecipa al progetto del Centrosinix credendo nella possibilità di cambiare rotta.

Crediamo intanto che non serva proibire qualcosa che ha aspetti negativi per evitarne la diffusione, anzi.
Invece pensiamo che si debba fortificare e rendere accessibili le alternative.
E di fronte alla miseria esistenziale ed economica, alla solitudine alienante della povertà,
l'unico vero deterrente al suicidio sociale e spesso anche umano sono le realtà di aggregazione, 
il mutuo soccorso, la solidarietà.

Per questo cercheremo la maggior condivisione nella proposta di una 
Imposta Comunale Progressiva sugli incassi delle Sale da Gioco, 
una buona percentuale che verrebbe direttamente destinata 
(tramite un ufficio che già abbia competenze in modo da operare a costo zero)
ai Circoli culturali, ricreativi, alle le realtà sociali,  che presidiano attivamente i territori,
per sostenerne le spese vitali e definirne, con una regia e una pianificazione Cittadina,
la presenza "aperta" alle istanze, alle persone, al quartiere. E da li ripartire.
Sono 100 milioni i gettiti nelle casse delle aziende in un anno in Liguria, con il 20% quante realtà sociali sosterremmo?
Se ci interessa limitarli nell'espansione, da buon genovese so bene che non c'è miglior deterrente che toccar sul denaro, il portafogli è l'organo più sensibile in alcune specie..

Rammentando a ipotetici paladini della libera impresa che ancora esiste l'art 41, il quale indica come prioritarie le responsabilità sociali della iniziativa economica privata, ne consegue l'obbligo morale e rifondere qual'ora si facessero addirittura dei danni: ed è questo il caso.
Per rispondere al PdL che ad oggi appare preoccuparsi dei danni, e al loro allegato alla mozione:
ricordando a tutti i partiti che si dicono di osservanza cattolica che l'art41 contiene un forte richiamo alla tradizione cattolico-popolare più che a quella socialista, li informo che da un punto di vista costituzionale la discriminante è proprio il contributo allo sviluppo che l'Impresa ha il dovere etico e morale di dare alla Società. Basterebbe questo, se la ns Costituzione non fosse già ampiamente disattesa, a stabilire che i luoghi di gioco siano i casinò concessionari, come era esattamente prima della "liberalizzazione" del settore, voluta da chi oggi piange lacrime di coccodrillo mentre monetizza lucrosamente il disagio sociale.
Ovviamente non mi riferisco ai signori colleghi consiglieri, brave e conosciute persone, ma al manipolo di "gangestern" a cui fa capo il loro Partito.

Giuseppe Pittaluga
Partito della Rifondazione Comunista
Municipio3 bassa ValBisagno  

giovedì 7 marzo 2013

quotidiane ordinarie criticità urbane


All'attenzione del sig. Assessore,
oggetto: rinnovo segnalazione

Buongiorno,
scrivo per rammentarti le due piccole questioni che già ti segnalai una decina di gg fa,
la prima riguarda la pensilina amt che tutelava la prima fermata a scendere linee 82/47 di via fereggiano,
questa è stata smantellata forse perchè costruita a sbalzo sul rio sottostante,
ne consegue però ora una situazione poco sostenibile da parte dell'utenza, 
numerosa visti gli affollati condomini limitrofi,
che si ritrova ad attendere il bus in un punto particolarmente colpito dagli eventi meteorologici.
Oggi sul secoloxix si segnala in una lettera la situazione.

Inoltre vorrei ancora ricordare che dopo le nevicate ed il sale sparso per le strade molte zebre degli attraversamenti pedonali son cancellate o quasi e questo, in tratti già abitualmente affrontati dai veicoli a velocità sostenuta, mette a rischio la categoria dei "pedoni"; credo sia auspicabile, dato che l'assenza cronica di marciapiedi non ne tutela l'esistenza, almeno che i segnali e gli attraversamenti siano più visibili ed evidenti, 
e come già convenuto siano ampliati a luoghi e situazioni ad oggi non tutelate.

Certo della sensibilità e dell'attenzione già dimostrate,
ti auguro buon lavoro, 
cordialmente

giuseppe pittaluga
Partito della Rifondazione Comunista
MunicipioIII

...tra le righe (pedonali)

Attenzione assessore municipio3
oggetto: segnalazione attraversamento critico

Buongiorno Assessore,
segnalo con questa la criticità conseguente all'istallazione subita dall'attraversamento di Cso Sardegna 
all'altezza di scalinata Olivette,
dove per favorire i pedoni e dissuadere i motocicli da una illegale e pericolosa inversione "a U" usando appunto l'attraversamento, sono stati piantati dei paletti ad ostacolarne l'accesso.
La buona intenzione iniziale, per via della disposizione bislacca degli stessi si rivela un "accidente" per i pedoni,
in quanto provoca un "balletto" di incontri, passi indietro, svolte e rivolte, tra le persone che attraversano in entrambi i sensi al momento che si incontrano, dovendo superare lo "sbarramento" messo in atto.
La cosa pare sia così stressante da richiamare l'attenzione con una raccolta di firme che si sta svolgendo in loco.
Credo che intervenire sia semplice, forse con l'eliminazione di un elemento, o forse cambiandone la disposizione.
Per quanto possa apparire secondaria, la questione provoca dibattito e malessere (e ilarità sarcastica nei confronti dei funzionari preposti)
Certo del tuo interessamento,
a presto,

giuseppe pittaluga
PRC MunicipioIII

POCHI GG DOPO LA RISPOSTA:
"...
ti informo che il 28 febbraio u.s. ho partecipato, a nome del Municipio, a un sopralluogo in loco con tutti i soggetti interessati.

Abbiamo concordato alcune migliorie: una riduzione del numero di dissuasori da 6 a 3, (e i 3 rimanenti ulteriormente distanziati), così come un aumento dei tempi semaforici pedonali, in modo da garantire una più fluida percorribilità.

Quanto sopra prevede un periodo di sperimentazione per valutarne l'efficacia.

Sono a conoscenza del dibattito provocato dall'installazione di questi dissuasori (peraltro non concordata con questo Municipio), come della raccolta firme e devo dire che condivido in gran parte la perplessità dei cittadini della zona.

Perplessità, per usare un eufemismo, che insieme al Presidente abbiamo palesato anche ai funzionari responsabili e agli esecutori materiali dell'installazione.


Cordialmente,
Assessore al Municipio3 ..."