e non pochi grassi interessi, dall'area mercato alla metropolitana, finanche bacini fluviali e opere abbastanza "grandi" da esser appetibili businnes, come lo scolmatore...

Il Decentramento sarebbe un'opportunità di partecipazione, pensare di arrivare all'idea di PortoAlegre magari è eccessivo ma pretendere di sapere e incidere sulle scelte che ci riguardano dovrebbe esser il minimo sindacale, credo.

mercoledì 13 marzo 2013

Sale da Gioco e Macchinette: quale migliore "stadera"?


Cronaca:
Oggi in Consiglio Municipale, tra le altre cose, una ennesima mozione da parte della LegaNord in cui si esorta a stimolare in sintonia con tutti gli Enti, gli organi dello Stato preposti a modificare la Legge che permette il proliferare di Sale da Gioco con azzardo. Ovviamente troverà tutti d'accordo, per quanto poco possa il Municipio incidere sulla dinamiche dello Stato. In seguito il PdL ha aggiunto un comunicato in cui si criticava "le larghe maglie della Legge..." ( che non trova affatto d'accordo... da che pulpito!)

Noi riteniamo da tempo che l'approccio alla questione sia errato, non solo per la scarsa efficacia delle iniziative, ma per il colpevole tacito assenso succube alle ragioni del businnes genericamente accettato come inevityabile.
Di conseguenza l'analisi critica e le modalità di emancipazione che sosteniamo portano a cercare soluzioni a nostro vedere pratiche e incisive.
Appresso la dichiarazione in consiglio e la sintesi di una Proposta di Imposta Comunale su cui si sta lavorando.

"...
Rifondazione Comunista mantiene con coerenza un approccio al problema, e alle dinamiche collegate, seriamente antiproibizionista,  supportato dalla tradizione radicale, dalla pratica decennale delle realtà di base e dalla letteratura politica sulle linee di intervento della buona legge-livia turco sulla "riduzione del danno", 
così come nella pratica antiproibizionisti rimangono i possibili percorsi di emancipazione da noi sostenuti
.
Siamo sconfortati da una serie di iniziative e dichiarazioni perbeniste e bachettone che, lungi dall'affrontare qualunque responsabilità a monte del fenomeno, stigmatizzano comportamenti che invece andrebbero cmq portati alla luce: 
confinare gli utenti nei bassifondi, al'oscurità della clandestinità, è una soluzione ipocrita quanto inattuabile: 
Se tutti i negozi e i bar non tenessero macchinette ci sarebbero scantinati pieni di bische.
Sappiamo bene che è la diffusione della miseria e della precarietà a spingere donne e uomini all'azzardo, non solo nel gioco.

Ed è questo che la politica non ha saputo risolvere, anzi ha accentuato le differenze e il dramma.
Lasciando ora l'ingrato compito di gestire l'ingestibile all'Ordine Pubblico,
ed è a questo che risponde esattamente la diffusione capillare sul territorio delle moderne bische, 
in cui pur si da per scontata la partecipazione occulta del crimine organizzato,
Sono sicuro che il Poliziotto, la persona, che va nelle scuole e spiega i perversi meccanismi dell'azzardo è  competente e motivata, e che farà un buon lavoro di prevenzione, almeno in parte.
Ma sono altrettanto certo che la distribuzione cittadina di sale da gioco,
che la concessione ad operare nonostante tutto rientri nella logica di un "controllo poliziesco del territorio"
funzionale magari alle logiche di intelligence delle Questure e alle esigenze di "equilibrio" delle Prefetture,
giacchè dal loro punto di vista va gestita la prevedibile emergenza...
o almeno va "tenuto d'occhio" il polverizzarsi di un'illegalità "leggera" ma diffusa,
non più diretta emanazione del crimine organizzato e spesso agente fuori dai canali "ortodossi"
già in atto in fasce di nicchia e in esponenziale aumento, 
così come l'acuirsi delle tensioni sociali anch'esse legate alla sopravvivenza ed evidenziate nei quartieri popolari.

Quale migliore "stadera", con la tolleranza mirata si accede ad un osservatorio privilegiato su queste dinamiche,
con il risultato di una mappa di "antenne" ben contrassegnata.
Funzionale e antico sistema.
Siamo convinti che non si risolva così il problema, anzi,
quando la politica riduce i problemi a questioni di ordine pubblico ha già perso la battaglia.

Le responsabilità di politici ed apparati che negli ultimi venti anni hanno gestito lo smantellamento dello stato sociale rappresentato dal Comune di Genova sono evidenti rispetto all'abbandono di politiche giovanili e pianificazione sociale, demandando alle agenzie imprenditoriali le iniziative di aggregazione e partecipazione.
RC partecipa al progetto del Centrosinix credendo nella possibilità di cambiare rotta.

Crediamo intanto che non serva proibire qualcosa che ha aspetti negativi per evitarne la diffusione, anzi.
Invece pensiamo che si debba fortificare e rendere accessibili le alternative.
E di fronte alla miseria esistenziale ed economica, alla solitudine alienante della povertà,
l'unico vero deterrente al suicidio sociale e spesso anche umano sono le realtà di aggregazione, 
il mutuo soccorso, la solidarietà.

Per questo cercheremo la maggior condivisione nella proposta di una 
Imposta Comunale Progressiva sugli incassi delle Sale da Gioco, 
una buona percentuale che verrebbe direttamente destinata 
(tramite un ufficio che già abbia competenze in modo da operare a costo zero)
ai Circoli culturali, ricreativi, alle le realtà sociali,  che presidiano attivamente i territori,
per sostenerne le spese vitali e definirne, con una regia e una pianificazione Cittadina,
la presenza "aperta" alle istanze, alle persone, al quartiere. E da li ripartire.
Sono 100 milioni i gettiti nelle casse delle aziende in un anno in Liguria, con il 20% quante realtà sociali sosterremmo?
Se ci interessa limitarli nell'espansione, da buon genovese so bene che non c'è miglior deterrente che toccar sul denaro, il portafogli è l'organo più sensibile in alcune specie..

Rammentando a ipotetici paladini della libera impresa che ancora esiste l'art 41, il quale indica come prioritarie le responsabilità sociali della iniziativa economica privata, ne consegue l'obbligo morale e rifondere qual'ora si facessero addirittura dei danni: ed è questo il caso.
Per rispondere al PdL che ad oggi appare preoccuparsi dei danni, e al loro allegato alla mozione:
ricordando a tutti i partiti che si dicono di osservanza cattolica che l'art41 contiene un forte richiamo alla tradizione cattolico-popolare più che a quella socialista, li informo che da un punto di vista costituzionale la discriminante è proprio il contributo allo sviluppo che l'Impresa ha il dovere etico e morale di dare alla Società. Basterebbe questo, se la ns Costituzione non fosse già ampiamente disattesa, a stabilire che i luoghi di gioco siano i casinò concessionari, come era esattamente prima della "liberalizzazione" del settore, voluta da chi oggi piange lacrime di coccodrillo mentre monetizza lucrosamente il disagio sociale.
Ovviamente non mi riferisco ai signori colleghi consiglieri, brave e conosciute persone, ma al manipolo di "gangestern" a cui fa capo il loro Partito.

Giuseppe Pittaluga
Partito della Rifondazione Comunista
Municipio3 bassa ValBisagno  

2 commenti:

  1. chiarisco un passaggio:
    Rifarsi all'art 41 è lecito anche dal punto di vista garante del pluralismo nella legittima devianza: la Costituzione non proibisce un comportamento individuale o collettivo, per quanto possa essere autolesionista, vuole impedire che su questo si possa fare un businnes. Eliminare o modificare questo Art. da parte della destra e dei liberisti è già pratica, la liberalizzazione dell'azzardo, ne è solo un esempio.
    giuseppe

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  2. il gioco legato ai soldi lo ricordo da ragazzo, quando in piazza tirando i dadi su un panno i grandi si sfilavan banconote, quando le martingale si giocavano all'angolo, da furio, quando le ostaie buie e i circoli eran più o meno bische da pensionati e non solo (con qualcuno che si è giocato casa o bottega). Il gioco d'azzardo era illegale, ma equamente diffuso e tollerato, tanto da esser facilmente accessibile. Un fatto di Costume che era conveniente mantenere come valvola di sfogo per situazioni marginali (ancora sostenibili poi dai servizi), non era considerabile certo una "piaga sociale".
    Culturalmente non era concepita come soluzione, anzi era disdicevole accanirsi e considerato come una sorta di richiesta di grazia il ricorrervi, oppure come una eccezione ludica effervescente, da casinò.
    Questo comportamento è stato scalzato dal "moderno" opportunismo egoista che vede nelle occasioni di sfruttamento e di parassitismo la strada facile per "arrivare".
    L'approccio collettivo all'azzardo si è modificato, non solo nel gioco, guidato dai media e agevolato dalle liberalizzazioni politiche in barba alla Costituzione.
    Il gioco d'azzardo stato sdoganato ed enfatizzato facendone un modus vivendi vincente in un primo momento e in seguito diffuso pari pari alla diffusione delle difficoltà economiche ed esistenziali della popolazione
    Dalla risoluzione di queste dipende l'arretramento del fronte criminale che ci sta occupando lo spazio vitale, dopo aver occupato il potere.
    Dovremmo esser coscienti che la semplice legislazione locale non può bastare pur tentando anche questo percorso.
    Vero è che il semplice allontanare le bische dalla città, dal comune, si trasformerebbe in un accanimento delle stesse verso i piccoli comuni della provincia più vicini...

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