e non pochi grassi interessi, dall'area mercato alla metropolitana, finanche bacini fluviali e opere abbastanza "grandi" da esser appetibili businnes, come lo scolmatore...

Il Decentramento sarebbe un'opportunità di partecipazione, pensare di arrivare all'idea di PortoAlegre magari è eccessivo ma pretendere di sapere e incidere sulle scelte che ci riguardano dovrebbe esser il minimo sindacale, credo.

giovedì 21 marzo 2013

TERRALBA, lavoro urbanistica trasporti partecipazione qualità di vita ...

immagine antica della piazza a cui fa riferimento l'area

L'area Ferroviaria definita Terralba è, come altre situazioni similari, un'enorme spazio a cui la Città ha affidato il compito di ospitare le strutture utili al comparto ferroviario per ottimizzare un servizio fondamentale e pubblico, questo quando le stesse Ferrovie erano un Azienda dello Stato vocata esclusivamente a soddisfare le esigenze di mobilità collettiva con investimenti conseguenzialmente dedicati al progredire di questo.
una parte dell'enorme area centrale su cui si concentrano interessi milionari
Se gli stessi metri all'epoca li avesse richiesti una qualunque Compagnia privata, qualunque Società commerciale certamente non sarebbero stato possibile ottenerne uguali prerogative di utilizzo e proprietà.
Il degenerare del capitalismo italiano ha permesso lo smantellamento delle Ferrovie dello Stato, privatizzate e trasformate in una qualsiasi Impresa che deve fare utili da distribuire ad azionisti.
L'Azienda ha mantenuto però gli spazi e le prerogative acquisite per scopi ben definiti, ed ora per diversificare ed ottenere maggiore profitto smantella il comparto ferroviario investendo nell'immobiliare e nel commerciale.
Tradendo così la originale "mission" da cui di fatto deriva il privilegio di centralità urbana e di proprietà fondiaria.

Per quanto ciò possa essere "legale" sicuramente non è lecito:

Se Trenitalia utilizza quell'area per la logistica, la manutenzione, lo snodo, del comparto ferroviario bene, saremmo soddisfatti di un impegno reale nella soluzione del trasporto pubblico a Genova e del lavoro che verrebbe creato nel sito. 
La stessa pianificazione razionale del sistema trasporti dovrebbe vedere come assurda la sovrapposizione di treno urbano e metro entrambi a Terralba/San martino, la logica e le proposte più sensate vedono una direttiva treno-urbano (superfice) pegli-nervi, un asse (magari tram) sulla Valbisagno, la metro tra il Ponente e la Valbisagno che incrocia il centro città e le due stazioni principali. Allora gli spazi di Terralba potrebbero esser ben utilizzati per le necessità ferroviarie, lasciando cmq una percentuale a eventuali diversificazioni, condivise e sostenibili.
Evidentemente questa logica non rientra nelle corde di Trenitalia che abolisce il binario "urbano" e promette in cambio della cornucopia PUC il binario metro brignole-terralba (!!)

Diversamente, quell'area è della Città, e alla Città deve tornare.
L'asservimento di enormi zone urbane ad attività produttive ha un senso se la ricaduta lavorativa sul territorio è adeguata e se si risponde cmq alle esigenze degli abitanti.
Nella dimensione prospettata dai progetti privati sull'area non vi è possibile trovare buone prospettive in nessuno dei due casi. E' solo un'enorme speculazione che impoverirà il contesto urbano, commerciale, alloggiativo, una nuova squallida fiumara che evidenzierà il degrado dei margini abitati del quartiere.
Sarebbe il momento di invertire il rapporto: le aree private urbane, di pregio in quanto non edificate, devono essere vincolate alla pianificazione del risanamento del territorio.
Risanamento e recupero improcrastinabile. La zona è quella dei continui allagamenti, delle molteplici alluvioni, della falda sottostante su cui le info sono poche, delle colline che crollano (via varese, via donghi ...) e della intensa edificazione selvaggia che mette a serio rischio, oltre che la qualità di vita, la vita stessa.
L'enorme pregio di quest'area sta nel fatto di essere uno "spazio vuoto" e la possibilità che vede l'imprenditoria parassita è quella di estrarne il valore monetizzandolo con il "riempimento" a cui consegue l'inevitabile svalutazione. L'affare sta nella trasformazione del sito, certo non nel suo successivo utilizzo. Ci succhiano il buono e ci lasciano un ingombrante e costoso scheletro.
una vaga idea, ma sarebbe molto più invasivo, il verde inganna...
Le dichiarazioni del vice-sindaco a chi portava argomentate perplessità sul futuro dell'area hanno del grottesco, e sono in evidente antitesi con programma e promesse di quello che pareva essere un progetto politico, al quale abbiamo aderito, fondato sulla partecipazione popolare e sull'attuazione del decentramento.

giuseppe pittaluga

capogruppo PRC/FdS
BassaValBisagno

1 commento:

  1. ehilà Giuse! Mi han chiesto se è possibile fare una verifica della stabilità della copertura di fronte alla Govi/ex Poste di via Pinetti.. che tutte le volte che passa un mezzo pesante, balla. Mi sembra di ricordare che anni fa ci fu un comunicato rassicurante.. puoi mica informarti? Si può fare una (nuova?) perizia?
    ciaooo Gianni Ferretti

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