e non pochi grassi interessi, dall'area mercato alla metropolitana, finanche bacini fluviali e opere abbastanza "grandi" da esser appetibili businnes, come lo scolmatore...

Il Decentramento sarebbe un'opportunità di partecipazione, pensare di arrivare all'idea di PortoAlegre magari è eccessivo ma pretendere di sapere e incidere sulle scelte che ci riguardano dovrebbe esser il minimo sindacale, credo.

giovedì 28 marzo 2013

Mercati e piccolo commercio, funzionali alla collettività.


L'antica e paludosa Piana che faceva da delta al Bisagno va dall'attuale Borgo Incrociati alla zona di Terralba ed è un'area urbana densamente popolata, ricca di piccole attività e che gode da sempre di una capillare e diffusa rete commerciale pluralista e dettagliata, in risposta alle differenti esigenze di una popolazione abitante assai variegata.
Questa peculiarità viene messa in crisi dalla grande distribuzione, non tanto con i primi superette anni 80 quanto dalla apertura di spazi commerciali delle grandi catene che occupando vecchi cinema ed enormi fondi di palazzi hanno invaso l'area centrale del quartiere negli ultimi 20anni; la politica del'offerta forte e univoca e della contrazione dei costi ha svantaggiato i piccoli commercianti specializzati garanti del pluralismo e l'abbassamento del costo del lavoro ha messo fuori mercato le maestranze impiegate nel settore del dettaglio.
Ad oggi sono almeno 5 i grossi distributori a pochi metri uno dall'altro in certi casi, ed in concorrenza diretta (e scorretta) con le botteghe e con le  precedenti strutture come il Mercato di Terralba, che infatti risulta essere in declino e, pur ricco di potenzialità, ormai alla mercè di prossimi speculatori.

L'eccessiva e deregolata invadenza della grande distribuzione non si limita a soffocare le piccole voci del commercio e l'indotto lavorativo che supportano, creando una specie di "monopolio dell'offerta" finisce col condizionare scelte e possibilità del consumatore anche nelle stesse alternative al prodotto.
Inoltre segna il territorio con l'impronta pesante e quotidiana della problematica logistica delle merci con un forte flusso di camion e mezzi, vanificando l'idea che si potesse concentrarne l'arrivo, lo si polverizza per comodità e differenze mercantili; le maestranze addette alle differenti "catene" sono condizionate al mezzo privato per conseguire i turni di lavoro così come i consumatori, così le Aziende esigono spazi-park, sottraendo suolo al quartiere ed aumentando le tossine per gli abitanti con il traffico indotto.

Voci ipocrite invocano ora la salvezza per un comparto a cui hanno procurato lo scivolo per la fossa, con metodo e pervicacia.
Poco tempo fa il Piano Triennale dei Lavori Pubblici del Comune è stato presentato in Municipio. Tra le varie cose si trovava un cospicuo stanziamento di Fondi per un Intervento di ripristino del tetto del Mercato rionale di Terralba, uno dei più importanti del circuito mercati comunali ormai quasi destrutturato, circuito che garantiva davvero la cosa più importante per noi che il popolo lo siamo: la concorrenza e le condizioni che da sempre "calmierano" i prezzi! questo il bello dei mercati!
Ora un malconcepito tentativo, goffo e prevaricante, di "rilevare" le locazioni dei tanti piccoli gestori di banchi del suddetto Mercato, e di inserire nel contenitore un punto vendita della grande distribuzione (!!) ...coop ed esselunga si sfideranno a duello per conquistarne il sito, come succede al Mercato Orientale, anch'esso esempio antropologico di mercato ancora vitale sino ad un decennio fa. Ora si cedono le strutture, storiche, alle grandi catene del supermarket. Ovviamente dopo avergli rifatto il tetto a nostre spese.

Il definitivo atto finale della sconfitta di un sistema commerciale peculiare, storico, economicamente sostenibile, mediterraneo e cosmopolita, pluralista nell'offerta e nella domanda, ricco di figure professionali impiegate, adattato e adeguato al contesto in cui si sviluppava e foriero di valori umani e sociali condivisi, e che favoriva una filiera commerciale di vicinanza: la rete di distribuzione capillare del piccolo commercio.

Quel che si sente proporre spesso in sti casi è che gli operatori commerciali potranno essere assunti nel nuovo supermercato, che tenterà di riproporre "l'ambiente" precedente, offensiva proposta e triste proponimento, giacchè la prima cosa, cioè la concorrenza tra i banchi, sparirà, così come la competenza.

A volte quando la speculazione è solo edilizia allora si fanno i Centri Commerciali (forse destino della scuola Govi di Quezzi?) nel caso allora si cerca il consenso di sprovveduti negozianti di zona con la promessa che a venir inseriti nell'eventuale Centro commerciale potranno esser gli stessi presenti nei dintorni, dimenticando che di tre pollerie ne rimarrà una, così di tre ferramenta potrà aver il posto uno solo... e che tutti saran condizionati dalla locazione padronale, clienti compresi.

Il tessuto commerciale di un quartiere è strettamente legato alle altre componenti che quel quartiere lo rendono vivibile, abitabile, confortevole, la pianificazione ed il governo di queste componenti devono avere come obbiettivo il risanamento, la valorizzazione, la qualità di vita, non gli interessi di lobby e di poteri più o meno forti a sfruttare sin al fondo del barile, anche xchè al fondo ci siamo quasi, difendiamo quel che ci rimane! e creiamo nuovo spazio di confronto cercando soluzioni sostenibili, per progettare un futuro necessario, anche in ambito mercantile. Senza precluderci strade in nome di un diktat salvifico quanto ingannevole.

No a nuovi Centri Commerciali nella zona già satura oltremodo, 
no a nuove "fiumara" o ad altri enormi "contenitori di merci".
Si alla ricostruzione di un tessuto commerciale diffuso e capillare, in grado di rispondere alle sensibilità ed esigenze di qualità e confidenza degli abitanti, si alla pluralità di merce e di offerta da questo garantita, unico calmiere dei prezzi che può funzionare. A partire dai Mercati Municipali.

giuseppe pittaluga
gruppo PRC municipio3
bassa valbisagno

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